NICOLA IRTO CON CODAZZO AL SEGUITO IN TOURNEE ALL’OSPEDALE DI VIBO VALENTIA
Nicola Irto è planato all’ospedale di Vibo Valentia con tanto di codazzo al seguito. Alla tournèe mattutina di inizio settimana c’era mezzo gruppo del Pd in consiglio regionale.
Non poteva mancare Raffaele Mammoliti, l’astro nascente del riformismo vibonese con tanto di scarpa rossa a evidenziare la testa pensante, seguiva Amalia Bruni in eschimo bianco forse di ritorno da un weekend in montagna, passando da Mimmo Bevacqua di cui per fortuna ci siamo persi l’eloquio e arrivando a Ernesto Alecci di Soverato tenuto a distanza dal capogruppo Pd Francesco Colelli nel rischio che dal litigio verbale dei giorni scorsi si passasse a ben altro.
Eh sì, perché nei giorni scorsi Ernesto Alecci aveva mandato su tutte le furie il fumantino Colelli perché aveva fatto un sopralluogo sul cantiere del futuro ospedale insieme ad alcuni fuoriusciti dal Pd, ad espulsi e a consiglieri comunali di minoranza ex dirigenti di Forza Italia. Ma si sa, il Pd è uno e trino, più che un partito assomiglia tanto alla torre di babele dove ognuno parla la sua lingua e fa i propri comodi. Naturalmente il codazzo non finiva qui, ma tra consiglieri comunali, assessori, portaborse, porta quaderni, autisti, segretari politici, segretari particolari, l’ospedale di Vibo si è all’improvviso intasato. Erano più i politici che i degenti che quelli mica sono fessi a farsi ricoverare lì.
Bisogna riconoscere che Nicola Irto è stato abbastanza pugnace e fermo. I vibonesi meritano di più, ha esordito, e meritano il diritto a potersi curare e il diritto alla salute che oggi non è garantito. In un crescendo rossiniano ha infilzato il presidente Occhiuto dichiarando: “Servono scelte coraggiose, non le dirette Facebook del presidente della Regione”. Forza Nicola, ci siamo detti, affonda la spada. E andiamo al dunque.
Eravamo tutti intenti ad ascoltare, certi che avrebbe detto un NO chiaro e fermo sia all’ipotesi di rinvio dei lavori di ristrutturazione dell’ospedale Jazzolino e sia sull’ipotesi di trasferimento di alcuni reparti a Villa Dei Gerani. E quale migliore occasione la domanda di un giornalista che gli chiede cosa ne pensasse sullo spostamento di alcuni reparti in strutture private? Questa è stata la sua risposta: “La situazione della sanità vibonese è già precaria, se poi si inizia a giocare con i lego, con i reparti, senza una programmazione, si rischia seriamente di distruggere un equilibrio già precario. Servono scelte coraggiose… Noi chiediamo che si discuta della sanità in Consiglio regionale, che per 15 anni è stato esautorato perché dicevano ci fosse il commissariamento. Adesso possono venire a discuterne e noi avanzeremo proposte”.
Se non ci avete capito nulla, non preoccupatevi, in realtà, non ha detto nulla. Siamo al politichese, siamo al lancio della palla in tribuna, allo scoppolamento a destra per non dire nulla. Ma come? Il Pd non ha messo al centro della sua battaglia politica la DIFESA DELLA SANITA’ PUBBLICA CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA’? Come mai tutto questo silenzio sull’ipotesi di spostare la chirurgia e i reparti operativi, come ipotizzato dal Commissario Vittorio Piscitelli a Villa dei Gerani? Sono passati dieci giorni da questa conferenza stampa e nessun politico, nessun partito, nessun sindaco, nessun consigliere regionale o comunale, nessun parlamentare, e nemmeno Libera, ha avuto nulla da ridire. Solo noi abbiamo posto il problema delle infiltrazioni mafiose che sono state alla base delle motivazioni di commissariamento dell’Asp di Vibo Valentia (VILLA DEI GERANI, ASP DI VIBO E MAFIA).
Il mistero sul silenzio del Pd si fa ancora più fitto ad ascoltare il sindaco Romeo e il consigliere regionale Mammoliti. Romeo insiste che serve intervenire subito con i lavori presso l’ospedale Jazzolino perché i tempi di costruzione del nuovo ospedale saranno lunghi e le promesse fatte da Occhiuto di apertura per il 2026 sono promesse da marinaio. Mammoliti invece per non rispondere sullo spostamento a Villa dei Gerani auspica l’allungamento dei tempi. Per lui non c’è alcun spostamento di reparti nell’immediato. Con il suo italiano da Accademia del Crusco (ché la Crusca sarebbe davvero troppo..) afferma: “Non è stata assunta nessuna decisione formale di dove allocare gli eventuali spostamenti”. Uno che usa un linguaggio così astruso e involuto dovrebbe essere allocato immediatamente in una scuola elementare possibilmente pubblica. Ma il Pd è fatto così, predica bene e razzola male. Alla grammatica della sanità pubblica si preferisce la pratica di non guastarsela con la sanità privata.
Finita la mattinata, terminata la tournèe tutti a casa o chissà forse a Pizzo Calabro a farsi una bella mangiata di pesce con tartufo finale. D’altronde cosa aspettarsi di più, dopo una vita da consigliere regionale e ora da parlamentare, per Nicola Irto era la prima visita all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia che si trova in stato comatoso da decenni. Diamogli un po’ di tempo e ci darà soluzioni rivoluzionarie. Con questa sinistra, Roberto Occhiuto governerà per decenni. D’altronde alla sua copia sbiadita tutti preferiscono il cazzaro originale.