COMUNALI A VIBO. PREFERENZE ALLA CETTO. CCHIU’ PILU ‘PPE TUTTI
Parlano di più i dati delle preferenze riportate dai singoli candidati alle elezioni comunali che mille analisi politiche noiose e inconcludenti. Stiamo parlando della carica dei 500 candidati al Consiglio Comunale di Vibo Valentia. Si sa che le elezioni comunali sono una specie di Parigi-Roubaix della politiica, massacranti, sporchi, spietate. Più che con gli avversari si lotta con i compagni di lista. Si lotta per primeggiare, sopravvivere, imporsi.
Rispetto a queste le elezioni quelle per il parlamenta europeo sono una passeggiata di salute, per non dire di quelle nazionali dove decidono i vertici i fortunati. Si dice che sono le elezioni con maggior tasso di democrazia e di partecipazione, in realtà di democratico c’è solo la parvenza, si contendono il posto spesso quelli che hanno le parentele più lunghe, quelli che possono e vogliono bussare ad alcune porte, tessere rapporti con esponenti delle ‘ndrine, e poi abbiamo i casi più spregiudicati, quelli che sono disponibili a pagare fino a 50/100 euro a voto, eccetera eccetera.
Ma basta con le chiacchiere e andiamo a vedere qualche chicca di queste elezioni vibonese. Per analizzare il risultato bisogna tenere in considerazione la doppia preferenza. Ormai si viaggia in coppia, in tandem. Se si vuole vincere bisogna cercare una alleanza forte, non forte come la propria, ma nemmeno una ciofeca, possibilmente con una bella famiglia, che possa portare un bel gruzzolo di preferenze al candidato piu’ conosciuto che a sua volta contraccambierà il favore, ma con qualche preferenza in meno. E’ un po’ come se in una partita di tennis si scontrassero un singolarista contro una coppia mista. In Italia si sa, fatta la legge, trovato l’inganno. Una scelta giusta per facilitare l’ingresso delle donne nelle istituzioni viene mortificata con questi espedienti. In quasi tutte le liste vengono eletti un maschio e una donna che si sono apparentati e sostenuti. Poi ci sono i casi in cui uno entra e l’altro/a viene fregato e li non vorremmo essere nei panni di chi ha fatto il furbetto della preferenza.
Naturalmente qui non sono ammesse coppie diverse, bisogna votare un maschio e una donna, è la vittoria del matrimonio tradizionale. E uguale al matrimonio tradizionale sono possibili avventure, divagazioni, triangoli e quadrilateri, solo che qui a spoglio concluso tutte le tresche vengono a galla. Qui non c’è bisogno di separazione, divorzio, nè tantomeno di divorzio all’italiana. Il matrimonio si scioglie in automatico, che bellezza. Si è passati dal DIVORZIO ALL’ITALIANA A PREFERENZE IN SALSA CALABRA.
Partiamo dal cuore del contendere che non era tanto lo scontro tra Cosentino, Romeo e Muzzopappa. Il vero scontro avveniva in Forza Italia tra Mangialavori e Tonino Daffina, l’uomo di Roberto Occhiuto sul territorio che ha imposto la candidatura di Cosentino e il passo indietro di Maria Limardo difesa fino all’ultimo da Mangialavori. Lo scontro naturalmente si è esteso sulle candidature. E sembra che Mangialavori ne sia uscito vincente. Il candidato Vincenzo Porcelli ai più non dirà nulla, ma è il genero di Tonino Daffinà, che prende 305 voti, buon risultato, ma deve subire l’affronto di vedersi superato nelle preferenze da Serena Lo Schiavo, figlia d’arte visto che il padre è stato più volte consigliere comunale e presidente di circoscrizione ed è un uomo fidatissimo di Mangialavori. E anche se fosse vera la voce che i due viaggiassero in tandem, vedere arrivare il fidanzato della figlia dietro alla Serena Lo Schiavo non sarà stato piacevole per Tonino Daffina.
Il vicesindaco uscente Pasquale Scalamogna, ma soprattutto cugino del consigliere regionale Michele Comito, altro sponsor di Cosentino, prende appena 123 voti e si piazza settimo, fuori dai giochi. I successi di Mangialavori non finiscono qui, perchè raddoppia con l’altra lista Forza Vibo dove il suo avvocato Pinuccio Calabria prende 318 voti e arriva secondo dopo l’assessora uscente Maria Carmosina Corrado che sfiora i 500 voti di preferenza. Anche questi viaggiavano in tandem e in effetti staccano di brutto tutti gli altri contendenti. Il marito della Corrado è Walter Cosenza di cui la DDA di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a processo nel 2022 per reati di frode nelle pubbliche forniture, abuso d’ufficio e truffa quale rappresentante della “Ase Engeneering consulting srl”. Per rimanere nella lista Forza Vibo Pino Colloca dello staff della sindaca uscente Maria Limardo si ferma a 209 preferenze arrivando al terzo posto, entrerà in consiglio solo in caso di vittoria di Cosentino.
L’assessore uscente Vincenzo Bruni arriva solo quarto con 150 preferenze. Vincenzo Bruni è il figlio dell’ex presidente dalla Provincia Gaetano Bruni, a suo tempo di centrosinistra, poi traslocato a destra, già memore di una doppia batosta prima alle ultime elezioni regionali poi alle comunali di Sant’Onofrio, sperava in una rivincita in questa tornata elettorale puntando sul figlio Vincenzo. Niente da fare, non c’è due senza tre, nuova batosta, si piazza quarto nella lista Forza Vibo e non lo salva nemmeno Barnard.
E che dire di un volto storico di Forza Italia quale l’avvocato Valerio Grillo, uno dei fondatori e candidato più volte con alterne fortune, che arriva al nono posto con appena 89 preferenze e… ti saluto consiglio comunale. Altro tandem parentale che si piazza in zona Championa è quello della consigliera uscente Zena Fusino che viaggiava con il cognato Matteo Gradia, lei prende 225 e lui si ferma a quota 168. Lei deve sperare nella vittoria di Cosentino altrimenti ciao consiglio comunale. In pratica Mangialavori ha respinto per adesso l’assalto del duo Daffina/Occhiuto al suo posto in Parlamento. Se Cosentino vincerà il ballottaggio dammi tempo ca ti perciu e per Mangialavori si mette male. Se invece vince Romeo sono cazzi acidi per tutti.
Passiamo al fronte Romeo. Nel Pd si registra l’exploit di Antonio Iannello con 331 voti, primo degli eletti, volto dell’ evoluzione della cosiddetta sinistra dal PCI al PDS, ai Ds al PD. Assessore nell’ultima giunta di centrosinistra della città, quella del 2005 di Franco Sammarco, dove aveva una delega pesante quella dei lavori pubblici e sedeva al fianco dello stesso Tonino Daffinà in quota UDC e di Vito Pitaro all’epoca rifondarolo comunista. Antonio Iannello ha messo in strada un abile tandem con Anna Colloca che si piazza così al secondo posto. Entrami di Triparni, è il caso di dire moglie e buoi dei paesi tuoi. Entrambi superano il capolista Stefano Soriano che si piazza terzo. Peggio va al segretario del circolo Pd Francesco Colelli che prende solo 214 voti e si piazza sesto, penultima posizione valida in caso di vittoria di Romeo. Di certo i suoi metodi sbrigativi e spiccioli hanno seminato piu’ avversioni che amicizie. Ma è proprio vero che in politica non c’è gratitudine, se non fosse stato per la sua testardaggine Romeo la candidatura se la poteva scordare. Dicevamo del capolista Stefano Soriano che si piazza terzo, un affronto per papà Michele Soriano, vecchio socialista approdato al Pd, che ai suoi tempi non si faceva certamente fregare in questo modo.
Anche il nominativo di Michele Soriano, mai indagato nè rinviato a processo, finisce più volte nei verbali di Rinascita Scott e nelle confidenze di alcuni pentiti tra cui Andrea Mantella nel descrivere la disponibilità di alcuni medici verso le richieste di ricovero di alcuni personaggi della ‘ndrina locale. La vicecapolista Laura Pugliese si piazza al quarto posto e si potrà salvare solo con la vittoria di Romeo. Consigliera comunale uscente, candidata al consiglio regionale nel 2010 e poi assessora al bilancio con Elio Costa, è stata sostenuta dall’imprenditore Enzo Mirabello, la cui figlia Chiara è portaborsa del consigliere regionale Ernesto Alecci.
Il caso più singolare è quello del M5S dove il consigliere comunale uscente Domenico Santoro raccoglie solo 16 voti. Non si capisce che abbia fatto per cinque anni sugli scranni del Consiglio di Vibo. Invece il nuovo consigliere comunale eletto è tale Marco Miceli consigliere uscente che viene eletto con 167 preferenze. Ah dimenticavamo, consigliere comunale uscente sì ma del Partito Democratico, che a questo giro trova posto nel M5S ed in pratica esercita una piovra sul movimento stesso. Infatti se dovesse vincere Nicola Cosentino sarebbe l’unico consigliere comunale del M5S, se vincesse Romeo allora la seconda consigliera comunale sarebbe una ragazza, Jessica Comito che ha fatto tandem con lui. Marco Miceli è figlio d’autore. Il padre Michelangelo Miceli, oggi in pensione, già dirigente dell’Asp di Vibo Valentia, è figura storica anche lui del PCi PDS DS. Anche il suo nome appare nell’indagine Carthago-Maestrale a proposito di alcuni ruoli dirigenziali e avvisi pubblici che l’allora deputato del Pd Brunello Censore voleva condizionare. Nessuno dei due è stato mai indagato nè rinviato a processo.
Il terzo consigliere comunale sarebbe l’uscente Silvio Pisani che si è fermato a 101 preferenze e che non ha visto arrivare la nuova Jessica. In ogni caso rimarrebbe fuori la compagna di tandem del Pisani, Angela Cutrullà che si piazza al quarto posto.
Finiamo con la lista dei progressisti per Vibo… o meglio per Antonello Lo Schiavo, consigliere regionale. Eletto con la lista De Magistris alla parola d’ordine mai con il Pd, è attualmente capogruppo del gruppo misto dove è approdato da un annetto insieme all’avvocato Talerico di Catanzaro che da qualche settimana è rientrato in Forza Italia. Grazie a questo ruolo riesce a riempire la lista di portaborsr, segretari, portavoci. Una lista nata su misura per la rielezione nel consiglio di Loredana Pileggi che viene eletta con 231 preferenze. Brava e battagliera consigliera comunale di opposizone e anche, su indicazione di Lo Schiavo, componente della commissione regionale pari opportunità. In caso di vittoria di Romeo entrerebbe anche Sergio Barbuto con 99 preferenze, già portaborse di Lo Schiavo alla regione. Nella lista erano presenti pure Antonio Scuticchio attuale portaborsa sempre di Lo Schiavo, ex assessore alll’ambiente della giunta Costa, che prende 67 voti, Antonio Minniti, già sindaco di Fabrizia, attuale autista di Lo Schiavo in Regione che prende 1 voto, Pasquale Andrizzi, ex vicesindaco di Joppolo che prende 28 voti.
E per concludere Romina Greco con 56 preferenze che lavora nello studio notarile di Lo Schiavo. A completamento della lista vi erano un paio di candidati di Sinistra Italiana come Silvio Primerano che però è di Pizzo e prende 5 voti e Alessandro Evoli, genero dell’ ex sindaco Franco Sammarco, che prende 19 preferenze.
Ultimo fattore che vogliamo evidenziale, quello dei candidati da ZERU PREFERENZE. Oltre ai campioni singoli o in tandem che abbiamo esaminati fin qui, ce ne sono tanti altri che non abbiamo citato per non annoiarvi, ci sono quelli di zero preferenze. Oltre 40 candidati prendono zero voti. Capofila Riufondazione comunista con 8 candidati a zeru tituli, ma anche il Pd non scherza con ben 6 candidati a zero, M5S con 3, Fratelli d’Italia con 6 (3 a zero, 3 con 1 voto), Forza Italia e Forza Vibo con 7. Il dato singolare è che di questi candidati a zero voti ben due lavorino alla Salus Mangialavori.
Del cosiddetto terzo polo non diciamo nulla anche perché ufficialmente nessuno dei due candidati arrivati al ballottaggio ha proposta l’apparentamento. Cosentino e Romeo dicono che vogliono parlare solo al suo elettorato. Dammi tempu ca ti perciu, dice il detto, la mattina dopo l’esito del voto sapremo se saranno stati coerenti o chi dei due è stato un po’ Pinocchio. In ogni caso non ci crediamo neanche se lo vediamo che Vito Pitaro non stia trattando con i suoi ex alleati e compagni di partito. Eh sì, perché lui gli schieramenti li ha attraversati proprio tutti, partendo da Rifondazione comunista, attraversando il Pd e arrivando al centrodestra. Come dice il grande Cetto Qualunque, un signore di stampo antico della politica calabrese: Cchiu’ pilu ‘ppe tutti.