VILLA SORRISO, L’ULTIMO PACCO DEI MORRONE
Com’è noto a tutti, le vicende giudiziarie, politiche e imprenditoriali che interessano la famiglia dei “mammasantissima”, al secolo Morrone, vanno avanti da decenni e spesso si concludono con un nulla di fatto, tanto che a pagare sono sempre cittadini, contribuenti e lavoratori, soprattutto nel caso delle cliniche private gestite da uno dei rampolli di papà Ennio Morrone, suo figlio Marco, gemello di Luca, fratello di Manuela, la giudicessa – che fa più chic – e cognato di Stefano, il poliziotto incaricato a suo tempo di fare arrestare Padre Fedele.
Gli ultimi misfatti che hanno posto i riflettori sulla sanità privata cosentina riguardano proprio i Morrone; prima la vendita a quei furbacchioni de iGreco delle cliniche “San Bartolo- Misasi” con il relativo licenziamento di 51 dipendenti, poi i maxi licenziamenti in Villa Sorriso tra giugno e luglio del 2022.
Proprio Villa Sorriso rappresenta uno dei motivi per i quali la famiglia Morrone continua a cadere in piedi anche nel settore della sanità privata.
Per fantomatici esuberi, poi rimpiazzati con contrattualizzazioni più convenienti e cercando di togliere di mezzo sigle sindacali scomode ai “mammasantissima”, tra febbraio e luglio del 2022 gran parte dei dipendenti di Villa Sorriso viene licenziata e la stessa società si avvale di uno strategico tempismo presentando richiesta di concordato preventivo. Con il solito savoir faire e il radicato supporto politico e giudiziario, i Morrone, mentre sono in corso licenziamenti individuali e collettivi, pensano bene di accumulare stipendi arretrati nei confronti di tutti -o quasi- i lavoratori di Villa Sorriso (come se nello storico imprenditoriale della famiglia Morrone gran parte dei debiti non abbiano sempre riguardato retribuzioni e contributi previdenziali). Ne consegue che le persone licenziate e/o dimessesi dopo anni di duro lavoro, e considerando cosa vuol dire in questa provincia lavorare per la sanità privata, vengono letteralmente derubate dai Morrone.
Di fatto, come prassi vuole, senza pagare nessuno e nessuna, già nel luglio 2022 i Morrone, per Villa Sorriso, presentano proposta di concordato preventivo e da quel momento in poi la risposta per tutti i creditori, soprattutto se lavoratori (che avanzano diverse mensilità più il trattamento di fine rapporto o liquidazione se preferite), è sempre che non si può parlare degli arretrati perché c’è un concordato in corso. La verità è ovviamente un’altra ed è tutt’altro che casuale, per rispetto di chi è abituato a vivere onestamente dobbiamo raccontarla tutta.
E’ risaputo che attualmente (e non da ora) la sorella di Marco Morrone – Manuela, figlia e giudicessa – che fa sempre più chic – prediletta di papà Ennio, è assegnata ad una delle sezioni civili del Tribunale di Cosenza e la stessa, non solo ha sguazzato per anni nell’incompatibilità più totale al ruolo di giudi…cessa presso il Tribunale di Cosenza, essendo moglie dell’ex capo della Squadra Mobile di Cosenza Stefano Dodaro (sempre quello che fece arrestare Padre Fedele) ed assegnata -al tempo- al penale, per molto tempo si è occupata proprio della sezione fallimentare, nello specifico…
A pensar male si fa peccato, ma le evidenze dei loschi intrallazzi cosentini sono ormai alla luce del sole e sappiamo di non dover tirare ad indovinare. Di fatto, la protezione del clan Morrone perdura anche in Regione; dopo il passo indietro obbligato di Luca Morrone (indagato da Gratteri, sc!), l’altro rampollo di casa per anni eletto al Consiglio regionale, alle ultime elezioni regionali è subentrata sua moglie, Luciana De Francesco, con buona pace della proprietà transitiva.
In questo clima di totale immunità, solo nel mese di gennaio 2023 la proposta di concordato preventivo per Villa Sorriso arriva in tribunale, a firma del curatore esperto avvocato Raffaele Scionti, e da allora, con tutti i benefici che ne conseguono, in Tribunale nessuno si è preoccupato di esprimersi. Del resto, si sa, se dici Morrone, in certi luoghi, alberga il silenzio. In questo scenario di totale immobilismo e possiamo dire connivenza, Villa Sorriso continua a svolgere una più che mai florida attività, con tutti i posti occupati in clinica e i mai discontinui accreditamenti da parte dell’Asp di Cosenza. Purtroppo, mentre i Morrone incassano, ovviamente grazie ad una proposta di concordato preventivo lasciata nel limbo senza che qualcuno si pronunci, non spendono nulla per quanto accumulato prima del Luglio 2022.
Approfittando delle apprezzatissime condizioni legali, i Morrone, anzi, ristrutturano l’esterno e l’interno di Villa Sorriso, si mettono in pari con il canone di locazione dopo i provvedimenti di sfratto depositati dallo stesso sindaco di Montalto, luogo in cui si trova la Rsa, e con una delle cooperative ammortizzano i costi del servizio mensa.
L’altra faccia della medaglia è che molti dipendenti si ritrovano non solo ad esser stati derubati con una truffa legalizzata, ma anche ostaggi di una burocrazia serva dei padroni e di una regia, dai tribunali alla regione, che fa cartello affinché i mammasantissima non sborsino un euro. Ecco la verità e l’ultimo pacco dei Morrone, autorizzati alle frodi, ai ricatti e alle pressioni politiche.
Intanto, con le tempistiche di prescrizione che scorrono e dopo aver lavorato per anni, cosa resterà a questi padri e a queste madri di famiglia se non possono veder rispettati i propri diritti e sono stati sbattuti fuori con arretrati e senza liquidazione?
Se i Morrone vogliono continuare ad uscire dai guai mettendo la polvere sotto al tappeto, anche stavolta, qualcosa fa presagire che non avranno per sempre la strada spianata. O no?