In un secondo si ribalta tutto. L’ultimo capitolo del Giro d’Italia, a due tappe dal termine, è ancora da scrivere.
L’olandese Steven Kruijswijk, cadendo contro un blocco di neve nella discesa del Colle d’Agnello, conferma un vecchio detto del ciclismo: che tutto può sempre succedere. L’olandese non solo perde la maglia rosa, ma vive una giornata da incubo cercando di non andare completamente alla deriva.
Resiste, cambia di nuovo la bici, ma alla fine arriva con quasi cinque minuti di ritardo da Nibali lasciando la maglia rosa al colombiano Esteban Chaves. Già, Nibali. Eccolo qua il piccolo grande eroe della giornata. Mentre l’olandese va a picco, Nibali resuscita.
Rivitalizzato dalla crisi della maglia rosa, a cinque chilometri dal traguardo, il siciliano prende il volo lasciando indietro i compagni di fuga, Chavez, Nieve e Diego Ulissi. Vincenzo va via in scioltezza e allunga il suo distacco mentre a poco a poco rivede come in un film questo suo tribolato Giro d’Italia. Ma questa volta le gambe non lo tradiscono, non vanno ostinatamente all’incontrario.
No, questa volta lo Squalo torna a mordere lasciando alle spalle rospi e amarezze di queste due settimane. Quando taglia al traguardo di Risoul, con 50 secondi di vantaggio sul Chavez, Nibali alza le mani al cielo e, piangendo, dedica la vittoria a a Rosario Costa, il ragazzino che correva nella squadra giovanile di Vincenzo, morto a Messina in un incidente stradale.
Ma dopo questo terremoto, proviamo a fare un po’ di ordine. Vincenzo Nibali non solo vince la tappa davanti a Chavez e Nieve. Ma risale la classifica. Dal quarto posto va al secondo con solo 44 secondi di ritardo dal colombiano. Terzo l’olandese con più di un minuto di handicap. Insomma, come direbbe Bartali è tutto da rifare. A questo punto fare previsioni è veramente difficile. Domani si balla ancora la rumba. E tutto è ancora possibile. Da Guillestre si va a Sant’Anna di Vinadio, 134 km da paura con 4100 metri di dislivello.
Può farcela Nibali? Probabilmente sì. Questa volta, oltre al morale, Vincenzo ritrova anche le gambe. Nell’ultima salita, verso il traguardo di Risoul, ha dimostrato di avere recuperato anche quel cambio di passo necessario quando si affrontano questi strappi.
Il Sole 24 Ore