“Violenza nelle scuole, un fenomeno che richiede interventi mirati”

Negli ultimi anni, l’istituzione Scuola sta  affrontando un fenomeno preoccupante: l’aumento della violenza nei confronti di insegnanti e dirigenti scolastici. Episodi di aggressioni, sia verbali che fisiche, sono diventati sempre più frequenti, trasformando luoghi di apprendimento in scenari di tensione e conflitto. Le cronache riportano regolarmente casi di docenti insultati, minacciati e in alcuni casi persino aggrediti fisicamente.

Questi episodi spesso derivano da incomprensioni, malcontento o pressioni esercitate da genitori insoddisfatti o da studenti stessi. Recentemente, in una scuola in provincia di Napoli, un dirigente scolastico è stato oggetto di un’aggressione verbale da parte di un gruppo di genitori. L’episodio, pur senza conseguenze fisiche, ha avuto un forte impatto emotivo: un docente presente ha accusato un malore ed è stato necessario l’intervento del personale sanitario. In un altro caso, a Locri, un insegnante è stato addirittura picchiato dal genitore di un’alunna, segno che la violenza può assumere forme estreme, rendendo sempre più difficile il compito degli educatori.

La scuola riflette le tensioni della società. Genitori che spesso scaricano le proprie frustrazioni sul personale scolastico, studenti che vedono nell’aggressività una soluzione ai propri problemi, e un sistema educativo che non riesce sempre a rispondere alle necessità crescenti di una comunità in trasformazione. L’assenza di rispetto verso le istituzioni scolastiche e il personale è un fenomeno culturale che richiede un intervento urgente. Un altro problema è quello dello staff dei dirigenti. Non è raro sentire di episodi in cui i coordinatori di classe non interpretano correttamente il loro ruolo, arrivando a teleguidare comportamenti collettivi che sfiorano il penale. Tra le situazioni più gravi, si segnalano: assenze di massa pilotate durante compiti in classe ritenuti “scomodi” o non graditi, alcuni coordinatori sembrano incoraggiare o non ostacolare i minori nel disertare le lezioni. Questo atteggiamento non solo alimenta un clima di disobbedienza, ma lede il diritto all’istruzione e la regolarità didattica. Interferenza nei metodi didattici: invece di svolgere un ruolo di coordinamento e supporto, alcuni coordinatori entrano nei metodi didattici dei colleghi, creando tensioni interne e confusione tra gli studenti. Questo comportamento mina l’autonomia professionale degli insegnanti e la coerenza educativa. Un fenomeno che richiede interventi mirati.

  • Chiarezza sui ruoli: È essenziale definire con precisione i compiti e i limiti dei coordinatori di classe, evitando derive comportamentali.
  • Formazione etica e professionale: Offrire percorsi formativi che sensibilizzino i docenti sull’importanza del rispetto delle regole e dell’autonomia didattica.
  • Monitoraggio e sanzioni: gli organi scolastici e le istituzioni devono vigilare su comportamenti inappropriati e intervenire con tempestività.
  • Tutela degli studenti: garantire che i minori siano protetti da qualsiasi forma di manipolazione o strumentalizzazione.

Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, dovrebbe  intervenire con misure concrete per affrontare questa crisi e garantire che in cattedra ci siano docenti qualificati, selezionati attraverso procedure trasparenti e meritocratiche. In cattedra vanno messi gli idonei coloro che hanno sostenuto prove scrupolose, incluse simulazioni di lezioni davanti a commissioni di esperti evitando il crescente malumore di genitori e alunni, se vogliamo essere onesti, giustificato davanti all’improvvisazione.

Salvatore Ciurleo