Zumpano, la minoranza contesta il Regolamento per l’uso delle strutture comunali

Un antico adagio diceva : “ LA PROPRIETA’ E’ UN FURTO”!

Tutto ciò valeva agli inizi del ‘900, quando, all’alba dell’industrializzazione, nasceva una nuova figura sociale, il “proletario”.

Quel soggetto, cioè, destinato a fare crescere l’economia privata attraverso la pratica dello sfruttamento a basso costo della manodopera, ad opera di avidi e spregiudicati imprenditori.

Questa teoria del furto della proprietà, rimbombata nelle orecchie di milioni di lavoratori, ha dato luogo nel nostro Paese alle lotte sociali con il risultato che alcune di queste proprietà venissero “socializzate”, passando cioè  al controllo dello Stato.

Una premessa che è solo la succinta rievocazione della storia e non una reminiscenza “ideologica” di qualche “nostalgico” pensiero, ma il solo tentativo di riportare all’attenzione della PUBBLICA OPINIONE alcuni elementari prìncipi, che hanno costituito i punti fermi del riscatto popolare e cardini fondamentali su cui sono stati costruiti il DIRITTO e la DEMOCRAZIA.

Oggi, purtroppo, forse seguendo l’andazzo di una latente restaurazione, si vuole ritornare a quel remoto passato, operando la soppressione sistematica di ogni forma di partecipazione democratica, in perfetto stile “impero”.

Protagonista in loco di tale nostalgico pensiero sono i rappresentanti di quella maggioranza che siede a Palazzo San Giorgio, per capirci gli attuali amministratori demandati al governo del bene pubblico di Zumpano; quegli stessi che, approvando il “Regolamento sull’utilizzo temporaneo ed occasionale dei locali e delle strutture comunali”, hanno reintrodotto il principio privato nell’utilizzo della proprietà pubblica.

Basta dare uno sguardo veloce al contenuto di quei sei fogli che contengono i nove articoli del Regolamento, per rendersi immediatamente conto di come venga, con forza, ribadito il principio del “O con me, o ti calpesto”!

Nell’articolato, infatti, non è contenuto alcun automatismo nemmeno per le associazioni più rappresentative e riconosciute a livello nazionale, la concessione degli usi delle strutture in parola è demandata alla discrezione dei rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, che possono concedere, negare e revocare, in ogni istante senza dare alcun conto della decisione, salvo poi (Art. 9, comma 2 ) creare corsie preferenziali alle Associazioni, Gruppi, Congreghe, ecc… “Che collaborano con l’Amministrazione”.

E’ chiaro come gli attuali amministratori, dopo aver decretato, con la loro politica della disgregazione sociale, il fallimento di ogni attività associativa all’interno del territorio, anche di quelle istituzionalmente riconosciute, creano una corsia preferenziale per quei pseudo gruppi che “collaborano con l’Amministrazione”. Ma a quali Associazioni si fa riferimento ?  Che collaborano su e per che cosa ?

Non comprendiamo come, nel deserto sociale creato dall’arida politica di questi Amministratori, si possa richiamare la Legge 241/90 sulla “trasparenza degli Atti”, mistificandone e trasformandone il contenuto ad uso e consumo del proprio consenso.

Invitiamo, pertanto, il sindaco e gli amministratori ad assumere la conseguenziale delibera di revoca del Regolamento e, nel contempo, avviare un confronto con tutte le forze politiche, sociali e culturali, presenti nel territorio (sia amiche che critiche all’Amministrazione) finalizzato a riscriverne il testo, ma anche per attivare una politica di rilancio di quei momenti associativi sportivi, ricreativi, culturali, sociali, che sono state e continuano a rappresentare il sale della nostra democrazia.

Circolo PD Zumpano