Amalia e le sue truffe. Ecco la determina che canta: 500.000 euro (in tre anni!) e soldi in tasca in… aspettativa

Soldi e visibilità sono le uniche richieste che Lady truffa ha fatto alla politica regionale, saltando secondo le convenienze da sinistra a destra e ritorno, per difendere il suo fortino ed il suo forziere di famiglia. Come sempre i suoi risultati sono pari a zero, quelli che diventano magicamente riscontri scientifici secondo la narrazione di Amalia Bruni e dei suoi complici, oppure grida strozzate dal dolore per la perdita del suo giocattolo, tanto da mobilitare le piazze di Lamezia a difesa di un attacco esterno al “suo” non meglio specificato centro di ricerca. Una storia che purtroppo non si incrocia positivamente con il racconto delle famiglie che vivono la demenza in Calabria, e nemmeno con i presunti “miracoli” prima disvelati ed esposti come la Sacra Sindone della nicastrina, ma subito dopo, quando si rischiava di rispondere a domande imbarazzanti, ripudiati e scacciati dal suo “centro” alla ricerca di potere. Un nome su tutti, il miracolato imbarazzante Antonio Candela, e anche di questo abbiamo parlato nel tempo. Basta cliccare qui (https://www.iacchite.blog/calabria-2021-il-castello-dargilla-di-amalia-e-letta-sta-crollando-si-salvi-chi-puo-la-storia-amara-di-antonio-candela/). 

Amalia Bruni ha il cuore di gomma, così come il muro che difende i suoi interessi di famiglia, ma come in tutti gli attacchi alle fortezze c’è sempre una crepa che lascia passare la luce della verità, quella che consuma le complicità dell’Asp di Catanzaro e una lettura, diciamo leggera, del rispetto delle norme di legge.

Il 29 ottobre 2021 quando i risultati elettorali in Calabria avevano decretato la vittoria di Roberto Occhiuto e la sconfitta di Lady truffa, al secolo la scienziata della nicastrina Amalia Bruni, appare sull’albo pretorio dell’Asp di Catanzaro una determina dirigenziale per il rimborso dei costi e spese personale a favore dell’Associazione per la Ricerca Neurogenetica onlus (ARN) per il periodo Giugno, Luglio e Agosto 2021 per una somma complessiva di euro 24.322,16.

Niente di nuovo ci verrebbe da dire, visto che è fatto risaputo e taciuto che ormai da decenni l’Associazione a delinquere di Lady truffa drena soldi pubblici giocando sulla barzelletta della ricerca e cura delle demenze in Calabria, mentre i risultati mancano così come mancano le rendicontazioni, ma al cuore ed alla tasca di Lady truffa non si comanda!

Non stupisce nemmeno scoprire che i rimborsi per le spese del personale, quello che l’ARN fornisce in convenzione per contratti di collaborazione e rapporti di lavoro di tipo subordinato a favore del Centro Regionale di Neurogenetica, siano a vantaggio dei “figli” prediletti degli amici degli amici, così si ritrova sempre la figlia dell’attuale presidente dell’ARN, Valentina Laganà in pole position nella classifica dei compensi liquidati.

Parliamo di quelle truppe fedeli che insieme alla “signora dei vetrini” avrebbero, il condizionale è d’obbligo, portato avanti lo studio e l’assistenza delle patologie ereditarie del sistema nervoso ed effettuato la ricerca di tali patologie, almeno secondo quanto stabilito della Legge Regionale 37/96 che istituiva in Calabria il Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme.

Siamo nel campo dei miracoli a valenza scientifica e medica, una specie di segreto di Fatima tutto calabrese svelato, disvelato ed ormai messo a nudo che sottoscrive, per chi ancora non l’abbia capito, il valore della truffa di Amalia Bruni e della sua loggia sanitario-massonica che ruba le speranze ed i soldi ai cittadini calabresi. Se la Madonna si è ben guardata da apparire alla “pastorella” lametina, altre visioni emergono leggendo le carte, e qui lo stupore non ha valore mistico.

Le truppe cammellate di Lady truffa sembrano essersi ormai ridotte all’osso guardando i prospetti di rimborso, ma questa volta la colpa non possiamo imputarla al Covid, se è vero che nel periodo pandemico le strutture sanitarie hanno lavorato con un ritmo superiore alla normalità. C’è da ipotizzare che la scatola sia vuota, che il Centro Regionale di Neurogenetica sia sostanzialmente fermo e che la motivazione del flop non sia del tutto imputabile alla mancanza di risorse, come proprio Amalia Bruni ha sempre urlato urbi et orbi. Quindi si consolida il valore nullo di questo centro privato rispetto ad una richiesta di cura, studio ed assistenza di una patologia, come le demenze, che non vanno generalmente in ferie e che neanche il Covid ha fermato.

Potrebbe essere che la scintilla della ricerca si sia spenta al Centro Regionale di Neurogenetica, ammesso che mai qualcuno l’abbia accesa, oppure che, come Lady truffa ha gridato al pari di un’aquila, il motivo sia la mancanza di fondi?

La verità delle cose mai nessuno l’ha indagata per come si conviene in uno stato di diritto, mai nessuno della Guardia di Finanza è andato a verificare l’esistente del Centro Regionale di Neurogenetica, i famosi laboratori della propaganda, né mai nessuno ha messo il naso nelle carte e nelle rendicontazioni mancanti, perché le protezioni sono forti e le fette della torta, pagata con i soldi dei calabresi, vengono distribuite a mani basse fra i complici dell’Asp di Catanzaro. Ecco perché le barzellette di Lady truffa hanno assunto il valore del vero, quello dei miracoli presunti e delle tante morti avvenute in silenzio nelle RSA lager, sempre secondo il metodo del profitto a vantaggio dei soliti avvoltoi della sanità regionale.

Ma la verità in qualche modo emerge sempre, basta avere la pazienza di seguire il flusso del denaro e di leggere le carte.

Ecco che scopriamo che la mancanza dei fondi per il funzionamento del Centro Regionale di Neurogenetica è una bufala grande, visto che proprio nella Delibera di cui stiamo parlando, nata come un fungo tossico al pari del valore presunto del grano duro di Calabria, di cui si pregia come caratteristica Lady truffa, scopriamo che per il triennio 2020-2022, come disposto dalla Legge Regionale n.44/2016 è stata stanziata a favore del “centro” privato di Amalia Bruni la modica cifra di 180 mila euro per ogni singolo anno. E, se andiamo ancora più a fondo scopriamo che la somma che viene liquidata pari a euro 24.322,16, lascia un saldo disponibile attivo per l’anno 2021 di euro 107.378,44, quasi a certificare che il Centro Regionale di Neurogenetica è una scatola vuota, che si riempie solo per pagare gli stipendi degli amici, ovviamente anche la figlia del presidente dell’ARN Antonio Laganà.

Però la candidata del Pd-P2, Amalia Bruni riscopertasi moralista negli ultimi tempi, continua a parlare di mancanza di fondi, dimenticando però che non è vero.

Non siamo noi a dirlo, sono sempre le carte a smentire il teorema di Lady truffa.

Scopriamo così, perché è scritto nero su bianco, che con il DCA n.96 del 02.07.2020 “Riparto del Fondo Sanitario Regionale a destinazione indistinta e vincolata anno 2019” oltre ai fondi già stanziati per le annualità 2020-2022, viene riconfermato il finanziamento complessivo in favore dell’Asp di Catanzaro di 500 mila euro, in favore del Centro Regionale di Neurogenetica per come disposto dalla Legge Regionale 9/2007.

In soldoni è evidente che Lady truffa continua a speculare sulla malattia delle demenze, allargando le tasche dei suoi complici dell’ARN onlus e continuando a recitare la commedia. I risultati ottenuti a vantaggio dei calabresi e le rendicontazioni mancanti sono i cadaveri della truffa messa in piedi ormai da decenni, dove l’autocelebrazione è l’unico punto di contatto rintracciabile, un fatto peraltro ormai plateale che forse imporrebbe a qualche Procura della Repubblica di fare chiarezza ed azzerare con la forza della legge il covo di Amalia Bruni.

Quello che ormai diciamo da tempo lo confermano i numeri, i saldi ancora attivi ed inutilizzati. Già, perché se allo stato i cosiddetti laboratori di ricerca sono stati trasferiti presso l’Università Magna Grecia di Catanzaro, non si capisce cosa continui a fare il Centro Regionale di Neurogenetica, salvo essere un normale ambulatorio aperto al territorio, uno dei tanti CDCD presenti in Calabria, che però a differenza degli altri gode di un trattamento finanziario sproporzionato in termini di risposta e di risultati.

Diamoci del tu” era lo slogan della candidata Lady truffa ed i calabresi le hanno dato del tu… in termini di risultato e di credibilità, tralasciando per galanteria gli improperi che si aggiungono alla sua storia di scienziata votata alla truffa ed al furto di speranza e di risorse.

Il suo è un atteggiamento talmente sfacciato, falso ed incrostato dal peggiore esercizio che, senza che se ne accorga Lady truffa, Amalia Bruni si infrange, certamente per presunzione, contro le norme di legge, quelle che vengono fuori ormai ogni qualvolta puntiamo la nostra attenzione sulle sue vicende professionali e private della sua loggia massonico-sanitaria.

Diventa utile chiarire un altro aspetto.

Amalia Bruni, meglio conosciuta ormai anche come Amalia Bruno Bossio (dal cognome della sua madrina della malapolitica) è stata la candidata a presidente della regione Calabria nello schieramento Pd-P2 grazie alla sponsorizzazione inquinata di Capu i Liuni e Madame Fifì e secondo il “codice etico” del pagliaccio ormai pentito e trombato Carlo Tansi.

La candidatura a consigliere regionale risponde alle norme previste dalla legge 23 aprile 1981, n.154 (Norme in materia di ineleggibilità e incompatibilità alle cariche di consigliere regionale, provinciale, comunale e circoscrizionale e in materia di incompatibilità degli addetti al Servizio sanitario nazionale) che all’art.2. co. 1, n.5 e 8 ai sensi del quale non sono eleggibili a consigliere regionale, provinciale, comunale e circoscrizionale “i titolari di organi individuali ed i componenti di organi collegiali che esercitano poteri di controllo istituzionale sull’amministrazione della regione, della provincia o del comune nonché i dipendenti che dirigono o coordinano i rispettivi uffici”. Le cause di ineleggibilità non hanno effetto se l’interessato cessa dalle funzioni per dimissioni, trasferimento, revoca dell’incarico o del comando, collocamento in aspettativa, non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature.

Sempre la legge 23 aprile 1981, n. 154 stabilisce all’art. 6 che la perdita delle condizioni di eleggibilità importa la decadenza dalla carica di consigliere regionale, provinciale, comunale o circoscrizionale e le cause di incompatibilità, sia che esistano al momento della elezione sia che sopravvengano ad essa, importano la decadenza dalle cariche.

Semplificando, Amalia Bruni nella sua qualità di candidata essendo dirigente del Servizio sanitario nazionale, rispondendo al dettato della legge citata avrebbe dovuto rimuovere le cause ostative, chiedendo di essere posta in aspettativa senza retribuzione non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature, previsto per i giorni 3 e 4 settembre 2021.

Giorno 02 settembre 2021 con deliberazione n.993 della commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro si attiva la procedura richiesta dalla legge, ma qualcosa non torna se il limite stabilito per la rimozione delle cause ostative è il giorno 3 e 4 settembre, data della presentazione delle candidature.

Svista, distrazione, arroganza o peggio ancora ignoranza rischiano di fare scorrere i “titoli di coda” sull’esperienza politica regionale di Lady truffa. Infatti nella richiesta inoltrata la candidata Amalia Bruni ha chiesto l’aspettativa, concessa con delibera della commissione straordinaria, dal 06/09/2021 al 10/10/2021, quindi evidentemente in fuori gioco rispetto alle norme previste dalla legge.

Si aprono le danze e quasi certamente chi ne ha legittimità (in questo caso il primo dei non eletti della lista del Pd Graziano Di Natale) proporrà il ricorso avverso l’elezione di Amalia Bruni, quella che troppo impegnata a mettere la punteggiatura sul codice etico dello “zombie” Carlo Tansi o troppo occupata a fottere i soldi dei calabresi è scivolata battendo forte il culo per terra.

Chi pensa che tutto finisca qui, si sbaglia.

La truffa continua e si arricchisce di ulteriori spunti, o meglio sputi, sulla normale decenza e sul rispetto delle leggi, quelle che non rientrano nel perimetro blindato di Amalia Bruni e della sua truffa organica alla sanità calabrese e da oggi alla dignità ed immagine del consiglio regionale, inteso come espressione alta della democrazia popolare.

Abbiamo visto che Lady truffa è andata in aspettativa, sbagliando, dal 06/09/2021 al 10/10/2021, così giorno 12 ottobre 2021 con deliberazione del direttore generale f.f. dell’Asp di Catanzaro, sempre su richiesta del dirigente medico Amalia Bruni, viene concessa una ulteriore proroga dell’aspettativa dal 11/10/2021 al 31/10/2021 come prosecuzione di quella già concessa.

Appare utile ricordare che alla data del 12 ottobre le urne hanno già decretato la sua sconfitta ed il suo tradimento annunciando per un “vincolo” civico (!) di collocarsi nel gruppo misto, come capogruppo e godendo così di ulteriori postazioni da spartire e ulteriori dotazioni finanziarie. E’ il profumo del dollaro che guida il naso di Amalia Bruni, giusto per non smentire il suo dna a forma di pallottoliere, e così si consumano le prime vendette che lasciano spedalato il buffone Carlo Tansi rimasto con una mano davanti (ammesso che ce ne sia bisogno…) e l’altra dietro. C’è chi giura vendetta eterna alla “megera della nicastrina” come – addirittura – anche i coniugi mafiosi di Cosenza, Capu i Liuni e Madame Fifì, quest’ultima spodestata dal podio della stregoneria da chi non ha nemmeno la levatura tipica di un corazziere! Questa è Amalia Bruni, la Lady truffa della sanità calabrese.

Pensate che la puntata sia conclusa? Sbagliato per la seconda volta.

Il denaro è la chiave di lettura di tutto, quello che deve sempre ritornare nelle casse dell’ARN onlus perché la “famiglia” ha bisogno e così si usa sempre il paravento del Centro Regionale di Neurogenetica, la scatola vuota del mistero di Amalia.

Così ritorniamo al punto di partenza, la determina dirigenziale del 5359 del 29 ottobre 2021 che abbiamo citato all’inizio di questa narrazione e che rimborsa i costi del personale all’ARN onlus per i mesi di Giugno, Luglio e Agosto 2021 per una somma di euro 24.322,16.

Se può interessare nella richiamata determina c’è anche la firma di Amalia Cecilia Bruni ad attestare la legittimità formale come Direttore dell’U.O. del Centro Regionale di Neurogenetica…

Allora c’è una domanda che dobbiamo fare in modo pubblico, perché arrivi anche sulle scrivanie della Procura di Nicola Gratteri: ma Amalia Bruni non era in aspettativa fino al 31/10/2021? Come ha fatto a firmare un atto pubblicato sull’albo pretorio il 29/10/2021? Come si chiama questo, falso in atto pubblico? A Nicola Gratteri la risposta. Che arriverà presto, perché il M5s ha presentato ricorso e vuole giustamente lo scranno della scienziata, esperta numero uno in… truffe.