Bernardino Telesio e Cosenza Atene delle Calabrie

Cosenza vanta ancora oggi una grande tradizione culturale che affonda le sue radici sul fatto che non è stata mai infeudata e grazie alla nascita, nel 1511, dell’Accademia Cosentina, fondata da Aulo Giano Parrasio. E’ una delle primissime accademie fondate in Europa, la seconda del Regno di Napoli e avrà notevole influsso sulla cultura del Mezzogiorno quando conosce il suo periodo di massimo splendore con l’opera di Bernardino Telesio, il più grande dei cosentini illustri, definito da Francesco Bacone il primo degli uomini nuovi.

“… Figura di rilievo nel quadro del pensiero filosofico del suo tempo, Telesio elabora un naturalismo con il quale lancia una concezione della natura come un tutto animato respingendo l’apriorismo metafisico dell’aristotelismo e facendo della sensibilità lo strumento privilegiato della conoscenza. Sulla base di tali assunti sviluppò un’etica edonistica.

La sua opera principale, De rerum natura iuxta propria principia (1586), avrà larga influenza sul pensiero successivo. L’opera di Telesio rappresenta uno degli aspetti più significativi del naturalismo rinascimentale… Di qui il programma di costruire una fisica “iuxta propria principia”, secondo quei principi, cioè, che operano all’interno stesso della natura…”.

(Enciclopedia Treccani)

Il XVI secolo vede una impressionante fioritura umanistica e segna per Cosenza una rinascita intellettuale, tanto che è proprio in quell’epoca che viene definita “Atene delle Calabrie”, celeberrimo toponimo grande orgoglio per i cosentini.

In seguito viene conquistata dagli spagnoli e nonostante le ribellioni e contrasti di vario genere diviene uno dei centri più vivi della cultura meridionale. In questo periodo fioriscono ingegni di alto livello come Antonio Serra, il primo che si occupa di economia politica, Tommaso Cornelio, medico e scienziato, Pirro Schettini, poeta, Gian Vincenzo Gravina, il teorico che fonda a Roma l’Accademia dell’Arcadia.