Calabria paese dei balocchi. La Sacal, la Lega e il manager che guadagna(va) 829mila euro all’anno!

Il 15 luglio 2020 la ormai defunta Jole Santelli, che era stata delegata dal superclan dei calabresi a tutelare gli interessi della mafia e dei poteri forti alla Regione, aveva “piazzato” un altro grande manager esterno per la Calabria, dopo i dirigenti della Regione Maurizio Borgo e Francesco Bevere. La Regione, nel corso dell’assemblea dei soci, aveva infatti indicato Giulio De Metrio alla presidenza della Sacal, la società che gestisce gli aeroporti di Crotone, Lamezia Terme e Reggio Calabria.

Avvocato, laureato in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, manager esperto di trasporto aereo, De Metrio è stato anche Chief operating officer di Sea, la compagine che gestisce l’aeroporto internazionale di Malpensa. E proprio in quel periodo, sei anni fa, è stato al centro di furiose polemiche per via dell’incarico ricoperto per un maxi stipendio da oltre 800mila euro all’anno. Un biglietto da visita fenomenale, non c’è che dire. E che conferma, dopo i casi dei manager della sanità ma anche del regista Gabriele Muccino, che la Calabria è diventata una sorta di paese dei balocchi per soggetti come questi. 

La notizia fra i lavoratori Sea circolava da un po’ prima che esplodesse sui media diventando un “caso”. Ed era diventata paradossale, quasi tragicomica, con il posto di lavoro in pericolo per la multa europea da 452 milioni di euro che rischiava di far saltare il banco. Soprattutto dopo le polemiche suscitate all’epoca dalle dichiarazioni dell’ad delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, che aveva intimato al governo, guidato allora da Renzi, di non ridurre i suoi 870mila euro. Ma – si chiedevano i dipendenti della partecipata del Comune di Milano che gestisce gli scali di Linate e Malpensa- : come si può chiedere a un lavoratore di tagliarsi lo stipendio, se non addirittura di restare a casa, quando in azienda ci sono almeno tre manager che guadagnano cifre quasi milionarie? In particolare uno, che portava a casa 829mila euro lordi all’anno e rispondeva proprio al nome di Giulio De Metrio.

Il tema di quanto guadagnavano i manager di società a partecipazione pubblica era stato sollevato anche a Milano. I casi della discordia erano tre buste paga d’oro percepite dai vertici aziendali. La prima è quella del “Chief operating officer e deputy ceo” di Sea spa, Giulio De Metrio, appunto: il numero due della società, l’operativo che faceva girare i voli nei due scali milanesi e che seguiva anche la parte commerciale, guadagnava 829mila euro lordi all’anno.

Lo seguiva a ruota il “Chief corporate officer”, Luciano Carbone, con 611mila euro di remunerazione per gestire la parte legale, il real estate e il personale. Chiudeva il cerchio magico delle maxiretribuzioni un terzo manager, il direttore finanziario Michele Pallottini (uomo di F2i), che guadagna circa 400mila euro. Assieme valgono quasi due milioni di euro all’anno.

Era stato un piccolo sindacato autonomo, Adl, nato da una costola dell’Usb, a denunciare i due megastipendi nella società (controllata dal Comune al 54 per cento e dal fondo privato guidato da Vito Gamberale, F2i, al 44 per cento) che suscitavano così tante polemiche. Dopo che nel 2013, una volta diventato azionista, anche lo stesso Gamberale li aveva criticati. Sono una cinquantina i dirigenti in Sea. Con stipendi variabili. Da un minimo di 100mila euro ai massimi che sfiorano il milione lordo all’anno. «Ci si lamenta degli 800mila euro di Moretti che governa un’azienda con oltre 70mila dipendenti – denunciavano i sindacati – e nessuno dice nulla dei nostri che ne governano meno di 5mila».

De Metrio e Carbone vennero scelti dall’ex presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, uomo forte della Lega. E sono stati proprio i soggetti più impresentabili della Lega calabrese, capeggiati dal pessimo Furgiuele, a complimentarsi con Jole la capra per l’ennesima nomina suggerita dai leghisti. Viene da chiedersi quale sarà il megastipendio che questi irresponsabili hanno pattuito con il mercenario adesso ingaggiato alla Sacal e rabbrividiamo al solo pensiero. Ma De Metrio è tornato alla ribalta delle cronache calabresi per la privatizzazione della Sacal, che ha scandalizzato a scoppio ritardato l’attuale presidente della Regione. Siamo giunti addirittura al “fuoco amico”. Di male in peggio, povera Calabria!