Calabria senza speranza. Il nuovo commissario alla sanità è indagato per concorsi truccati a La Sapienza

C’è poco da fare. Ogni volta che il sistema di potere trova un soggetto per un incarico delicato e di responsabilità, si scoprono gli altarini o meglio viene a galla che chi deve insediarsi è come minimo qualcuno che ha lasciato dietro di se tracce tutt’altro che lusinghiere. E così non è servito neanche molto tempo a far emergere che Eugenio Gaudio, 64 anni, cosentino, ex rettore dell’Università La Sapienza di Roma, designato a raccogliere il testimone di commissario alla sanità calabrese da due impresentabili come Cotticelli e Zuccatelli, è a sua volta un altro impresentabile. Con un curriculum perfetto (si fa per dire…) per rappresentare il sistema di potere e il Pd in particolare.

E non bisogna neanche andare troppo indietro nel tempo perché soltanto il 29 giugno del 2019 Gaudio è finito in una “rete” tutt’altro che edificante.

La notizia era passata un po’ sotto traccia. Si era parlato molto da dove questa inchiesta era partita, dall’Università di Catania. Ma sulle diramazioni poco si era detto. La fotografia che emergeva del funzionamento delle università era però simile in tutto il paese. Concorsi pilotati per controllare borse, fondi, posti di ricerca e di insegnamento. Controllare le università era ed è un potere dal quale i baroni non hanno alcuna intenzione di separarsi. Ed era ed è la realtà che vivono tutti i giorni migliaia di studenti e di aspiranti borsisti, ricercatori e docenti.

Il 29 giugno del 2019 usciva appunto la notizia che tra i 60 indagati della Procura di Catania c’erano, oltre a tutte le cariche di prestigio dell’università di Catania, anche i rettori de La Sapienza, Eugenio Gaudio e il rettore dell’Humanitas University di Rozzano.

I pm catanesi contestano al rettore della Sapienza la turbativa d’asta per aver pilotato le nomine e in particolare quella della figlia di un magistrato, Velia D’Agata, professoressa a Catania e figlia dell’ex procuratore etneo Vincenzo (anche lui indagato). Non è l’unico caso: Gaudio, secondo l’accusa, fa più o meno la stessa cosa anche per la nomina di docente di prima fascia. L’influente rettore della prima università di Roma, si capisce dalle carte, è una specie di eminenza grigia anche in Sicilia. Viene contattato a più riprese dal gruppetto catanese che gli chiede consigli e approvazione e lo chiama in codice “il nostro amico romano”. 

L’ormai ex Magnifico de La Sapienza è tra gli indagati con un prof d’Informatica, due medici del Gemelli e un geologo di Roma Tre. E il nome assegnato dalla Procura di Catania all’inchiesta è più chiaro di ogni altro commento: “Università Bandita”… Al momento Gaudio è stato inserito nel secondo filone dell’inchiesta insieme ad altri 53 indagati. L’avviso di chiusura delle indagini gli è stato notificato il 5 agosto scorso e si è in attesa dell’udienza preliminare. Per il primo filone di inchiesta è stato chiesto il rinvio a giudizio per 12 indagati.

Eugenio Gaudio, nato a Cosenza, il 15 settembre 1956, può vantare una lunga carriera professionale. Oltre ad una laurea in Medicina che lo ha portato a lavorare prima all’Università de L’Aquila e poi alla Sapienza, può vantare persino un diploma al Conservatorio. Si è goduto la vittoria ascoltando la Polacca Eorica in La bemolle di Chopin, il suo pezzo preferito… E’ rettore de La Sapienza di Roma dall’ottobre del 2014 ed è stato eletto con il 60% dei voti. Il suo mandato è terminato proprio qualche settimana fa ma il sistema si è già adoperato per non lasciarlo poltrire. Ma è chiaro che adesso usciranno fuori tutte le magagne. E questo è solo l’inizio…

1 – (continua)