Carabinieri Piacenza, ‘ndrangheta e droghe leggere. “Legalizzare” si deve e si può: basta sceriffi e Gomorra

Non è “solo” una faccenda di carabinieri infedeli, piccoli spacciatori e torture commesse da uomini in divisa. C’è anche la ’ndrangheta che bussa a una caserma. «Ci sono i calabresi. I pezzi grossi», per citare le parole dell’appuntato Giuseppe Montella. Un filone dell’inchiesta sui carabinieri della caserma Levante di Piacenza è finito alla Direzione distrettuale antimafia di Milano.

L”attacco del pezzo a quattro mai di Giuliano Foschini e Fabio Tonacci di Repubblica non lascia spazio ad equivoci ed è supportato anche dalle carte, altrimenti gli atti non sarebbero arrivati alla Dda di Milano. Agli atti c’è un’informativa della Guardia di Finanza che ricostruisce i traffici tra Giuseppe Montella e un fornitore di droga. E il deposito di Gaggiano nell’hinterland milanese dove il carabiniere, secondo l’accusa, andava a ritirare personalmente la droga. Sempre su Repubblica solo poche ore prima Roberto Saviano aveva “anticipato” il filone. Ma magari ne parliamo dopo perché prima bisogna parlare della “replica” della Dda di Milano.

Nel gergo dei giornalisti si usa dire che una notizia smentita è una notizia data due volte ma la Dda ha preferito il “bis” e così in un comunicato scrive: “… Nessun legame con la ‘ndrangheta da parte dei carabinieri e i pusher arrestati nell’inchiesta della Procura di Piacenza… Dai primi accertamenti della Dda di Milano, alla quale sono stati trasmessi per competenza gli atti che riguardano il capitolo sui rifornimenti di hashish e marijuana nel milanese, non risulta ci sia alcun contatto con le ‘ndrine della Locride. Anche il deposito di Gaggiano, centro alle porte del capoluogo lombardo, dove avvenivano gli approvvigionamenti delle droghe leggere, dagli accertamenti svolti non risulta gestito dalla criminalità organizzata calabrese…”.

Ma la “smentita” della Dda oltre a far dare la notizia a tutti i media è così debole che  più debole non si può... Le carte spiegano che secondo gli investigatori proprio quel deposito sarebbe gestito da persone molto vicine alle ’ndrine della Locride, in particolare a un calabrese di Platì…

Il 23 febbraio scorso — si legge nelle carte dell’inchiesta — Montella è in auto con Daniele Giardino. I due hanno comprato 35 mila euro di droga dai calabresi e non hanno pagato il saldo. E non possono nemmeno farlo, perché non hanno il denaro. Giardino è preoccupato e Montella prova a tranquillizzarlo. «Abbiamo preso roba e non l’abbiamo mica pagata… ai calabresi, coi pezzi grossi…», insiste però l’amico che conosceva i soggetti meglio dell’appuntato.

Quando scoprono la microspia nella macchina di Giardino, i due capiscono due cose: la prima che c’è un’indagine, circostanza della quale Montella non si preoccupa troppo. La seconda che  Giardino è bruciato, non può più andare dai calabresi. «Bisogna trovare un altro sistema — diceva — con il Covid non ti puoi muovere… la pagheremo di più. Serve un altro che viene da Milano e ce la porta fino a qua, capito?», lo si sente dire al telefono. «Montella — scrivono i pm — aveva proposto a Giardino di ingaggiare un corriere di sua conoscenza per inviarlo a ritirare la droga dai calabresi». Ipotesi sfumata perché con “i calabresi” era ammesso soltanto Giardino.

Ma torniamo a Saviano, che per quanto possa essere discutibile ha toccato le corde giuste. “… Ciò su cui non si è posta abbastanza attenzione – scrive Saviano nel pezzo che sputtana tutti – è che è difficile credere che si possa costruire un’organizzazione come hanno fatto questi carabinieri infedeli senza l’alleanza e l’accordo con le ‘ndrine. Loro stessi cercano (arrestano e pestano a sangue) uno spacciatore che mette sul mercato erba a minor prezzo rischiando di distruggergli la piazza, cosa che farebbero anche le cosche con loro. C’è stato certamente un accordo ma per ora non sono accusati di associazione mafiosa. Piacenza è terra con forte presenza di ‘ndrangheta: ricorderete nel giugno 2019 l’arresto per ‘ndrangheta di Giuseppe Caruso, il presidente del Consiglio comunale di Piacenza (in quota Fratelli d’Italia) è pensabile che li abbiano lasciati fare i clan? I carabinieri della “Levante” hanno un legame strettissimo con gli spacciatori Daniele Giardino e i suoi fratelli (Simone e Alex): è lì la pista che ci porta dritti alle organizzazioni criminali calabresi e alla mediazione con loro. Il patto tra crimine organizzato e carabinieri infedeli è la parte più oscura e che merita approfondimento di questa incredibile storia…”.

“… Ma la vicenda dei carabinieri di Piacenza – aggiunge Saviano – apre delle riflessioni: la prima, la legalizzazione delle droghe leggere. Legalizzare è l’unica strada per fermare un traffico infinito su cui si fonda il segmento iniziale di ogni – e ripeto, ogni – gruppo criminale. Fermare il traffico delle droghe leggere è facile, basta legalizzare. Legalizzare significa bloccare sul nascere molti gruppi criminali che non riuscirebbero a fare il salto di qualità verso il traffico di cocaina e altri tipi di attività illecite senza partire dallo spaccio di hashish e marijuana…”.

Il messaggio arriva chiaro e diretto a tutti quei magistrati, capeggiati idealmente da Gratteri, che ne è l’espressione più truce, che continuano a dire che ‘ste cazze di droghe leggere sono il male assoluto. Ma non soltanto non lo sono sotto il profilo medico – che ormai lo sanno tutti – quanto rappresentano veicolo sfrenato di arricchimento per gentaglia squallida come i carabinieri di Piacenza. Non serve uno scienziato per capirlo, forse ci arrivano persino i fasci con un po’ di allenamento…

A Cosenza per esempio c’è uno pseudo magistrato che fa il terzo grado a ragazzini minorenni e dà la caccia a quattro migranti sventurati che mettono in circolo fumo ed erba. Ma è possibile che si consenta a questi magistrati senzacoglioni di fare il bello e il cattivo tempo o i forti con i deboli, peggio ancora – in proporzione – rispetto agli snaturati carabinieri di Piacenza? E per quanto tempo ancora dobbiamo reggere il sacco a questi soggetti e alla ‘ndrangheta che ci va a nozze solo perché non vogliamo deciderci a legalizzare le droghe leggere? Sarebbe davvero importante aprire un dibattito serio, assolutamente vietato però a capre e somari. Intelligenti pauca…