Chi è Isabel Russinova

Vi stiamo raccontando un intreccio nel quale è racchiusa la storia politica e giudiziaria di Cosenza in questi ultimi anni. Tra i tanti personaggi dei quali ci siamo occupati, crediamo sia giusto sottolineare, a questo punto, lo spessore di una donna che non è una qualunque, Isabel Russinova, all’epoca direttrice artistica del Teatro Rendano, che organizza una rassegna molto gradita al colonnello Ferace, comandante dei carabinieri di Cosenza.

Isabel Russinova, al secolo Maria Isabella Cociani, classe 1958, bulgara di madre, istriana di padre, cresciuta a Trieste, Capricorno con ascendente Acquario, è stata un sogno erotico di noi ragazzi agli inizi degli anni Ottanta.

Isabel

“Scoperta” come cantante (ma non era un granchè) da Enzo Tortora, dopo un inizio da modella, sfonda in un trio di ragazze costruito quasi in laboratorio alla fine degli anni Settanta.

Lavorava insieme a Emanuela Falcetti e Anna Pettinelli. Se la Falcetti era l’intellettuale e la Pettinelli rappresentava l’ironia e il sarcasmo, la Russinova invece incarnava alla perfezione il ruolo della bella bionda, apparentemente svampita ma con il cervello al posto giusto. Alta, slanciata, sensuale. Aveva tutto per sfondare e ci è riuscita.

E’ arrivata finanche a condurre il Festival di Sanremo (1983), Discoring e altre trasmissioni similari. Un successo dilagante, con l’avvio alla carriera di attrice nella parte decadente dei film da commedia all’italiana. Che esaltavano inevitabilmente le sue curve.

sanremoNel 1984 la vita di Isabel Russinova cambia completamente.

Sul set di “Iris”, film di Giuseppe Ferrara, incontra Igor Zalesky e si innamora perdutamente fino a sposarlo. “Lui è un carnivoro, un atleta, uno sportivo. E’ alto un metro e 85, ha un fisico da peso massimo del pugilato. Tra noi non c’è solo l’amore. C’è una perfetta intesa in tutti i sensi” aveva dichiarato al giornalista Lamberto Antonelli.

Chi è Igor Zalesky? Detto così non dice niente. All’epoca, esattamente come Isabel, era anche lui un attore-ragazzo che voleva sfondare nel mondo dello spettacolo ed era un sex symbol di quei film che accendevano la fantasia.

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“… Hanno vissuto assieme per nove anni, fino al 1993 e con la loro presenza sui rotocalchi nazional popolari, hanno animato le cronache rosa-sentimental-pruriginose…
“Il sirenetto sulla riva mi ha fatto proprio girar la testa” era il titolo di un servizio pubblicato nell’agosto del 1992 su “Novella Duemila”. Nella didascalia di una delle foto della coppia ripresa senza nulla addosso, tranne un sombrero, si legge: “e adesso amore mio, è arrivato il momento dei baci”. Il fotografo ha fermato sulla pellicola quel momento appassionato.
Ma la storia tra i due era già alla stretta finale.
Nel 1993 arriva la separazione, innescata dai debiti del marito. Isabel e Igor prendono strade diverse. Lei rimane sotto la luce dei riflettori perché è una vera attrice e si lancia nel teatro: Igor cambia ruolo, si immedesima in un altro personaggio e si immerge negli affari. Diventa il “conte” Igor Marini, il faccendiere arrestato e poi anche condannato a Torino, che con le sue dichiarazioni sull’affare Telekom Serbia ha aperto uno scontro istituzionale di inaudita violenza accusando i leader del centrosinistra…”.
Claudio Ernè – Il Piccolo di Trieste

Isabel Russinova lavora in teatro ma inizia a studiare da produttrice, visto che l’età intanto avanza.

vecchia

Nel 1994 provvidenziale l’incontro con  Rodolfo Martinelli, regista teatrale, convinto aderente dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, il compagno di vita. Nel 1998 é nata Ars Millennia,  la società di produzione che gestiscono insieme. Così come “Bravò”, la casa della Drammaturgia Contemporanea Internazionale, dal 2004.

Ecco, infine, come ha descritto la sua esperienza, decisamente “diversa” per un’attrice, della direzione al Rendano di Cosenza.

“… Ho diretto dal 2011 al 2013 – prima come responsabile alla prosa e poi come direttore artistico il Teatro Rendano di Cosenza, uno dei più belli e importanti teatri di tradizione del nostro paese, un’esperienza intensa, interessante…”.