Ciao Roberto, Campione di Cosenza

In questo drammatico mese di ottobre continuiamo purtroppo a registrare tristi notizie relative a decessi di cosentini molto conosciuti non solo nella Città dei Bruzi. Oltre alla presidente della Regione Jole Santelli e alla storica dirigente di Palazzo dei Bruzi Maria Rosaria Mossuto, in questi giorni è venuto a mancare anche Roberto Cardamone, 56 anni, ex calciatore, la cui scomparsa – dovuta ad un infarto improvviso – ha destato sincera commozione negli ambienti della Cosenza sportiva.

Roberto ha raggiunto in cielo suo fratello Enrico esattamente tre anni dopo la sua scomparsa e i due sono sempre stati legati a doppio filo, soprattutto nel calcio.

Enrico Cardamone era stato uno dei ragazzi della “De Martino” (l’equivalente della “Primavera” di oggi) del Cosenza Calcio nel 1963-64 quando aveva 18 anni e poi ha militato anche nel Carolei, nell’Acri e nel Rende. Successivamente ha anche intrapreso la carriera di allenatore ed è stato per molti anni il tecnico di una squadra di quartiere cosentina molto popolare come la Victoria. Erano gli anni nei quali si rivelavano alla ribalta talenti come il portiere Orazio Lioi, il terzino Biagio Amato, il mediano Dario Cozza e i centrocampisti Nicola Fortino e Maurizio Basta.

Ma l’orgoglio di Enrico, comunque, è sempre stato il fratello Roberto, classe 1964, che esplode proprio nella Victoria da lui allenata e si impone giovanissimo e in breve tempo all’attenzione nazionale dopo aver proiettato la sua squadra nell’elite del calcio giovanile regionale. In effetti, il suo talento puro e cristallino non poteva passare inosservato. “Gli ho trasmesso la mia passione – raccontava emozionato – e lui ha sempre recepito alla grande i miei insegnamenti. Roberto è stato un regista di grande tecnica individuale, ne ho visto ben pochi giocare con la testa alta come lui. Alla fine l’ha preso il Napoli, grazie anche ai buoni uffici di Gianni Di Marzio, che all’epoca allenava la prima squadra. E’ arrivato a Soccavo ancora ragazzino, 14 anni, ha giocato una finale nazionale Allievi ed è stato punto fermo della Primavera azzurra ma poi volevano darlo al Cagliari e allora abbiamo deciso di farlo ricominciare dal Rende. Ma non è stata una buona idea…”.

Di Roberto Cardamone resterà dunque il ricordo di una mezzala di regia, come si diceva una volta, di grandissime qualità tecniche, forse tra i calciatori maggiormente dotati di tecnica individuale che abbiano mai calcato i campi di Cosenza. Testa alta, lancio lungo o imbucata filtrante, Cardamone junior riusciva sempre a trovare la soluzione giusta e Gianni Di Marzio, che lo aveva visto giocare, non esitò un attimo a portarlo al Napoli, nel periodo in cui allenava la squadra partenopea, alla fine degli anni Settanta. Lo aveva affidato alle cure di due maestri del nostro calcio come Mariolino Corso e Angelo Benedicto Sormani, che allenavano invece le squadre giovanili e stravedevano per il nostro Cardamone. Al punto che era considerato uno dei maggiori talenti emergenti delle formazioni Allievi e Primavera nel giro di un paio d’anni. Purtroppo il destino non ha voluto che Roberto Cardamone sfondasse come avrebbe meritato. Il ritorno al Rende invece di un prestito al Cagliari restando comunque sempre nell’ambito del Napoli, come diceva anche suo fratello, non era stata una buona idea, la sua carriera si interruppe dopo pochi anni, con una appendice anche a Praia a Mare, e fu un vero peccato.

Il figlio di Roberto, Mirko, classe 2001, continua però la tradizione di famiglia e dopo aver giocato anche con le giovanili del Cosenza, adesso è uno dei centrocampisti in organico alla Morrone nel campionato di Eccellenza. A lui e a tutti i familiari di Roberto Cardamone, giungano le più sentite condoglianze di Iacchite’.