Corruzione a Cleto, perquisizioni e sequestri tra Lazio e Calabria: indagati ex sindaco Longo e progettista Arturo Veltri

PAOLA – Intercettavano finanziamenti stanziati dal ministero dell’Interno destinati a fronteggiare il dissesto idrogeologico grazie alla complicità di funzionari ministeriali compiacenti. Soldi che sarebbero finiti in mano a progettisti “amici” già preventivamente individuati. È quanto emerso dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Paola che ha portato al sequestro di documenti, telefonini, tablet e a perquisizioni domiciliari a carico di dieci persone tra cui l’ex sindaco di Cleto Giuseppe Longo e il progettista cosentino Arturo Veltri, elemento di spicco di una delle famiglie più importanti della borghesia della Città dei Bruzi. Il giovane Veltri è indicato come componente di un gruppo di progettisti individuato da Marcello Mazza e in affari illeciti con il Comune di Cleto. Tutti indagati, a vario titolo, per corruzione e turbata libertà degli incanti.
Le fiamme gialle della Tenenza di Amantea, delegate all’indagine, hanno inoltre avviato sequestri di atti presenti nel Comune di Cleto.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni e dai sostituti Maria Francesca Cerchiara e Teresa Valeria Grieco, è partita dalle attività svolte dalle fiamme gialle e che avrebbero disvelato un sistema corruttivo in atto lungo il Tirreno cosentino con una sponda nel ministero dell’Interno a Roma. Grazie infatti all’acquisizione di «notizie riservate fornite verosimilmente da funzionari ministeriali» il Comune di Cleto sarebbe stato «agevolato nell’ottenimento di finanziamenti dal ministero dell’Interno per tramite dei “mediatori”».
Sarebbe stato lo stesso ex sindaco, all’epoca dei fatti, primo cittadino di Cleto ad avvalersi di alcuni soggetti che definisce «i punti giusti» per garantirsi un flusso di soldi tale che si «stancheranno di contarli» da destinare a progettisti amici. Si tratta di un gruppo di professionisti che farebbero capo a Marcello Mazza che risulterebbe «il principale referente» di progettisti a cui il Comune di Cleto avrebbe affidato incarichi in violazione della normativa sugli appalti.

A finire nel mirino della procura di Paola ci sono dieci persone a cui vengono contestati appunto, a vario titolo, corruzione e turbata libertà degli incanti. Si tratta in particolare di:

Sandro Bonacci (Latina), Cosimo Bianchi (Fori, Latina), Domenico Presta (Buonvicino), Marcello Mazza (Piane Crati), Giuseppe Longo (Cleto), Pantaleone Francesco La Valle (Soverato), Felice Stefano Marascio (Montepaone), Arturo Veltri (Cosenza), Paolo Stilla (Grimaldi), Carmela Di Cianni (San Sosti).

Tra i progetti finiti nel mirino della procura di Paola c’è un finanziamento relativo alle opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio per un milione di euro; l’intervento di consolidamento e messa in sicurezza della scarpata a ridosso della strada comunale “Cleto-Albergata-Maria di Savuto” per 550mila euro; il consolidamento e messa in sicurezza della scarpata a ridosso della strada comunale “Serra Cavallo-Campo sportivo e Cava Cecilia” per 450mila euro; spese di progettazione per gli interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico per un ammontare totale di 387mila euro.