Cosenza, porto delle nebbie. La verità di Lupacchini: “Fu Lombardi a dire che era stato Pittelli a fare insabbiare la mia inchiesta sulla procura”

Sono passati 17 anni ma finalmente la verità è venuta fuori e non poteva essere altrimenti. Parliamo dell’attività dell’ex procuratore Otello Lupacchini in Calabria, e precisamente tra Catanzaro e Cosenza, tra il 2005 e il 2006. Parliamo di atti che sono stati fondamentali, soprattutto a Cosenza, per capire quanto gravi fossero le “deviazioni” della magistratura. Quegli atti sono stati pubblicati nella loro interezza soltanto da Iacchite’ 10 anni dopo e fino a poco tempo fa tutti eravamo convinti che si trattasse di un’ispezione del Ministero della Giustizia. La pubblicazione di quegli atti ha smascherato urbi et orbi il Gattopardo coi baffi ovvero il magistrato Mario Spagnuolo, che nonostante fosse stato dipinto per quello che è – un corrotto che ha usato il processo Chiappetta come grimaldello per neutralizzare a suon di “falsi pentiti” il processo Garden – non solo non è stato perseguito ma ha continuato a fare carriera fino a diventare – incredibile ma purtroppo vero – addirittura il procuratore capo di Cosenza.

Mario Spagnuolo, il Gattopardo coi baffi, sapeva e sa perfettamente che quella di Lupacchini non era una “semplice” ispezione, eppure ha giocato sull’equivoco fino all’ultimo e finanche quando è stato ascoltato come “accusatore” di Iacchite’ nel processo in corso davanti al Tribunale di Salerno aveva lasciato intendere che quegli atti, essendo frutto di una ispezione, dovevano essere “secretati” e quindi nessuno avrebbe potuto divulgarli. Il suo obiettivo era chiarissimo: impedire che il magistrato Otello Lupacchini potesse testimoniare contro di lui e a favore di Iacchite’ a Salerno. Giovedì scorso, dopo lunghi anni di attesa, Lupacchini ha finalmente testimoniato davanti ai giudici di Salerno e ha detto la verità, tutta la verità e niente altro che la verità (https://www.iacchite.blog/salerno-lupacchini-rivela-ai-giudici-il-vero-volto-di-mario-spagnuolo-detto-il-gattopardo/).

Ma già un martedì sera dello scorso mese di novembre 2023 (in fondo appena due mesi fa), nel corso di un’intervista di Saverio Di Giorno, il magistrato Lupacchini aveva rivelato la verità con una serie di affermazioni che hanno completamente annichilito il porto delle nebbie di Cosenza. Perché quella tra il 2005 e il 2006 non era un’ispezione ma un’inchiesta vera e propria e anche se è stata abilmente insabbiata, non è “segreta” proprio per niente. E presto il Gattopardo se ne accorgerà, a meno che non riesca a insabbiare anche un processo intentato da… lui stesso.

Citiamo testualmente le parole di Lupacchini: “Sono stato in Calabria non per un’ispezione, ma per un’inchiesta, che è cosa diversa – ha affermato -. L’inchiesta è diversa rispetto all’ispezione perché muove da accuse formulate nei confronti di qualcuno di possibile rilievo disciplinare e quindi implica poteri da parte dell’ispettorato del Ministero della Giustizia molto più penetranti, in una situazione nella quale un personaggio, faccio un nome a caso, tal onorevole avvocato Giancarlo Pittelli era veramente un personaggio potente, con cui una persona non stupida ma furba avrebbe evitato in ogni caso di andare allo scontro o dal fargli le pulci… Non il Pittelli del 2019 che di quel vecchio Pittelli aveva soltanto ormai la fama ma in termini di potere era cosa altra..

Io ricordo che in relazione alla mia inchiesta, quando partì l’inchiesta “Why Not” di De Magistris – che tra l’altro era in mente domini nel momento in cui insieme alla collega Capotorto portavamo avanti l’inchiesta amministrativa sulla procura di Catanzaro e sulla procura di Cosenza, che di fatto veniva a coniugarsi con quella – quando De Magistris iniziò “Why Not” e di fatto si arrivò al coinvolgimento all’epoca di Pittelli, il procuratore della Repubblica di Catanzaro dell’epoca, il defunto Mariano Lombardi, addirittura lanciò un ammonimento a mezzo intervista dicendo: “attenzione, perché rispetto all’inchiesta Lupacchini se questa non ha avuto esiti dobbiamo ringraziare Pittelli, quindi cerchiamo di non aggredirlo giudiziariamente…”… perché questo era il senso dell’intervista che venne rilasciata al Quotidiano della Calabria…”. E a distanza di tempo, tutti quei personaggi coinvolti in quella inchiesta hanno fatto carriera, il Gattopardo coi baffi in primis.