Diamante, la parabola “mafiosa” di don Ernesto Magorno

Don Ernesto Magorno e la moglie ex vicesindaco di Diamante

Fa un certo effetto sentir parlare di “lobby” e di “sciacalli” don Ernesto Magorno, senatore di Italia Viva e sindaco di Diamante. Sì, perché tutti sanno che il signore in questione non è per niente estraneo alle lobby – per usare un eufemismo – e quanto agli sciacalli, lui – diciamoci la verità – è molto ma molto peggio. Del resto, il fatto che la sua sia a tutti gli effetti una “parabola mafiosa” non è certo un mistero e ve lo spieghiamo qui per filo e per segno. Che noi di don Magorno paura non ne abbiamo, neanche un po’… 

C’è una Mercedes grigia station wagon targata CW831KK in dotazione alla famiglia Magorno-Casella (il cognome della moglie), diciamo in pianta stabile dal matrimonio, celebrato, con rito civile, al ristorante con sala su palafitta sanata sulla scogliera di Cirella, il 18 ottobre 2016.

Il precedente proprietario pare sia Andrea Orsino. Ma c’è ancora un’altra macchina di cui parlare, trattasi di una BMW, che è tuttora intestata ad Andrea Orsino o a qualche suo tirapiedi e viene usata come auto di servizio…

A Diamante, lo sanno tutti che il senatore renziano, ora anche sindaco Ernesto Magorno è un affiliato al clan Muto. Non c’era bisogno che un media tempo fa facesse uscire la notizia di una imbarazzante intercettazione nella quale Magorno, proprio a bordo di una di quelle macchine, raccontava tutti i particolari per filo e per segno al suo riferimento nel clan. Certo, da allora la notizia non è stata più circoscritta alla sola Diamante ma Magorno, malgrado tutte le paranoie, è ancora al suo posto e se qualcuno lo attacca, lui dice candidamente che si canterà tutto. Pensate un po’ come siamo ridotti.

Un fermo immagine del video nel quale sono ripresi i Muto e Mandaliti (tratto da miocomune.it)
Un fermo immagine del video nel quale sono ripresi i Muto e Mandaliti (tratto da miocomune.it)

Del resto, senza l’aiuto del clan Muto, come avrebbe fatto quell’incapace di Magorno a scalare le vette della politica e a diventare “qualcuno”? E tutti sanno bene che i suoi ganci nel clan sono il dottore Tricarico, ex titolare della famosa clinica, recentemente anche arrestato, in dotazione al clan, che adesso ha cambiato padrone, Antonio Mandaliti e Andrea Orsino. Quest’ultimo era il patron della celeberrima azienda Eurofish, quella del pesce, che viene sequestrata e comunque affidata ad amministratori giudiziari che altro non possono fare che piegarsi al boss.

Ma torniamo a Magorno. Nel 2002 Ernesto, che non è ancora “don”, si candida a sindaco di Diamante contro tutte le “famiglie” e perde per 150 voti. Ad aprile del 2004 mette in atto il “ribaltone” al Comune e passa in maggioranza, lo stesso anno il 12 giugno si vota per le provinciali. Il paese è riunificato, anche grazie alla promessa che alle comunali del 2007 appoggerà Pino Pascale, poi consigliere di minoranza e ora vicesindaco di Magorno. Ma è un bluff, infatti Magorno si ricandiderà e vincerà unendosi al gruppo di Sollazzo (l’ultimo sindaco, che prima ha pilotato e poi sfiduciato), che porta in dote un grosso bacino di voti…

Dal 2004, dunque, parte l’ascesa di Magorno, ma il suo successo non è solo locale e la chiave non può che essere il suocero, al secolo Biagio Casella, nella cui disponibilità passa la Mercedes grigia station wagon di cui sopra..

mercedes-Biagio Casella è da sempre in odore di… malaffare, per usare un eufemismo. Noto palazzinaro, ha grandi interessi su Belvedere Marittimo, dove ha realizzato la Galleria San Daniele, grande centro commerciale e dove oggi gestisce (o meglio fa gestire al figlio Mariano Casella, già consigliere comunale a Diamante) il supermercato Conad. In attesa di realizzare l’altro supermercato della stessa catena a Diamante, la cui costruzione è particolarmente “laboriosa” perché qualcuno rompe le scatole ai “manovratori”.

Casella ha costruito anche a Diamante un fabbricato nel quale c’è almeno un piano in più e nell’attico vivono in due lussuosi appartamenti i due figli, Mariano e la first lady Anna Francesca, la moglie di don Ernesto, ex vicesindaco ed ex assessore al Bilancio al Comune di Diamante le cui deleghe erano state azzerate da Sollazzo dopo la rottura con Magorno, alla quale il papà, come da scontato copione, ha “regalato” la casa dove vive anche il “don” supponiamo (poi saranno anche fatti loro dove bivaccano o albergano di fatto…).

Appare chiaro, dunque, che non appena viene messa da parte la società civile e la legalità, eccetto qualche operazione di facciata, tipo la lotta all’ecomostro di largo Savonarola, la carriera di Magorno, fino al 2004 fatta solo di cocenti sconfitte, diventa improvvisamente piena di mirabolanti e schiaccianti vittorie… E non certo perché il Nostro è uno statista!