Export d’armi in attesa dell’affare dello Stretto

Export d’armi in attesa dell’affare dello Stretto

di Antonio Mazzeo

La Società Stretto di Messina, concessionaria pubblica per la realizzazione del Ponte, in liquidazione dal 2013, ha avuto nel proprio consiglio d’amministrazione alcuni dei personaggi più significativi della storia recente del complesso militare industriale italiano.

Giuseppe Zamberletti (deceduto nel 2019, ndr), Presidente della Stretto di Messina, è stato uno dei politici particolarmente attivi nella campagna orchestrata dalle grandi imprese belliche per la modifica della legge 185 del 1990 che regola l’export di armi, a favore della piena “liberalizzazione” in materia. “Siamo contro le norme, introdotte dall’area parlamentare più utopistica e massimalista, realmente assurde, come quelle relative ai paesi in via di sviluppo”, ha dichiarato lo stesso Zamberletti in occasione di un seminario organizzato nella primavera del 1999 dall’Istituto ricerche e informazioni difesa (Istrid), insieme alle maggiori aziende belliche nazionali.

Emmanuele Emanuele, sino all’aprile 2005 nel consiglio d’amministrazione della società concessionaria per il Ponte, è consigliere dell’Agusta S.p.A., una delle maggiori aziende del mercato mondiale degli elicotteri da guerra (un fatturato di oltre 2,5 miliardi di euro ed un portafoglio ordini per oltre 7,6 miliardi). L’Agusta opera in joint venture con la britannica Westland ed è controllata da Finmeccanica, la holding in buona parte a capitale pubblico che ha assorbito le principali industrie italiane operanti nel settore militare, aerospaziale e dell’energia nucleare. Oltre ad Agusta, Finmeccanica controlla Alenia Aeronautica, Selenia Communications, Ama, Aermacchi, Galileo Avionica, AnsaldoBreda ed Ansaldo Energia.

Ex consigliere d’amministrazione di Finmeccanica è stato pure il dott. Pietro Ciucci, poi amministratore delegato della Società Stretto di Messina, ma soprattutto presidente di ANAS, l’ente che è l’azionista di riferimento della concessionaria pubblica. Del Cda di Finmeccanica è stato pure membro il professor Ernesto Monti, presidente del Gruppo Astaldi, grande sconfitto nella gara per il general contractor del Ponte.

Anche il presidente del consiglio d’amministrazione di Impregilo, Massimo Ponzellini, è stato consigliere d’amministrazione di Finmeccanica. Ponzellini sbarcò alla holding militare dopo aver ricoperto l’incarico di direttore generale del Centro Studi Nomisma e dirigente superiore dell’IRI negli anni della presidenza di Romano Prodi. Successivamente Massimo Ponzellini fu nominato vicepresidente della Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Nel 2001 il manager intervenne direttamente per esprimere la disponibilità della banca di cui era rappresentante a “sostenere, fino al 50%, il finanziamento del Ponte sullo Stretto”.

Amministratore delegato della holding di controllo del complesso militare industriale italiano è stato Alberto Lina, amministratore delegato di Impregilo sino al 2007. Gli anni di Lina alla guida di Finmeccanica sono stati segnati dalla firma di importanti accordi internazionali. Dopo la fusione di Agusta con Westland, nel luglio 1998 il manager promuovette la partnership tra Alenia Difesa e la britannica General Electric Company, dando vita alla joint venture “Alenia Marconi Systems N.V.” per lo sviluppo di radar terrestri e navali e sistemi di comando e controllo missilistico. La sede della nuova società fu fissata nei Paesi Bassi mentre furono aperti due uffici amministrativi a Chelmsford e Roma.

La propensione della società di costruzioni con sede a Sesto San Giovanni per i manager con larga esperienza nel settore militare potrebbe apparire, in prima battuta, come semplice frutto del caso; se si guarda però alla composizione e agli investimenti di alcuni dei suoi maggiori soci, è forte il sospetto che essa sia invece effetto della compenetrazione finanziaria “armi-cemento”. Dopo il turbinio di acquisizioni e cessioni di pacchetti azionari che hanno caratterizzato gli ultimi anni d’Impregilo, sono principalmente le banche e i fondi d’investimento privati stranieri ad esercitare oggi il controllo sulla società di costruzioni. Dal 14 luglio 2008, ad esempio, Deutsche Bank detiene il 5,45% del capitale azionario di Impregilo. L’istituto tedesco è, in patria come in Italia, tra i finanziatori della produzione bellica ed importante erogatrice del credito a favore dell’export militare.

Deutsche Bank non si limita però solo alle attività creditizie. Il gruppo bancario detiene infatti direttamente una quota di circa 45,8 milioni di dollari di EADS – European Aeronautic Defence and Space Company, holding aerospaziale con sede in Olanda. EADS fu creata nel 2000 da tre importanti società del complesso militare-industriale europeo: Aerospatiale Matra (Francia), Daimler-Chrysler Aerospace (DASA, Germania) e Construcciones Aeronáuticas (CASA, Spagna). Per fatturato, la holding è oggi il secondo maggiore gruppo aerospaziale al mondo (dopo Boeing) e il secondo produttore di sistemi d’armi in Europa dopo BAE Systems. Alla inarrestabile crescita di EADS ha fortemente contribuito Deutsche Bank, la quale, oltre ad acquisirne una quota, ha assicurato dal 2003 importanti finanziamenti per la realizzazione del “Programma Industriale a Medio Termine” di EADS e, due anni dopo, erogando un credito per tre miliardi di euro per lo sviluppo di alcune delle sue più importanti linee di produzione.

Tra i sistemi d’arma che hanno contribuito all’affermazione economica del gigante europeo, si annoverano le differenti versioni degli elicotteri “Eurocopter”, l’elicottero multiuso NH-90, ma soprattutto i velivoli cargo prodotti dal Consorzio Airbus, controllato per l’80% da EADS. Con sede principale a Tolosa (Francia) ed oltre 55.000 dipendenti, Airbus produce sia numerosi modelli utilizzati per il trasporto civile, sia i velivoli militari multiruolo A310 e A330 MRTT ed il quadrimotore da trasporto tattico A400M, quest’ultimo acquistato da diversi paesi dell’Unione europea, Stati Uniti, Turchia, Malesia e Sud Africa. Il 29 febbraio 2008, a seguito del megacontratto per 35 miliardi di dollari sottoscritto dall’US Air Force con la società statunitense Northrop Grumman e relativo alla costruzione di 179 aerei cisterna KC-45, EADS è stata scelta come principale subcontraente. Di fatto il KC-35 sarà una versione modificata dell’esistente Airbus 330 e sarà utilizzato per il rifornimento in volo dei cacciabombardieri. Quello con Northrop Grumman – EADS è il contratto economicamente più rilevante mai firmato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America.

EADS e Northrop Grumman, accanto a General Dynamics Canada, alla francese Thales, alla spagnola Indra Sistemas e all’italiana Galileo Avionica (Finmeccanica), compaiono nel consorzio “Transatlantic Industrial Partnership for Surveillance – TIPS”, costiuito in vista della realizzazione dell’AGS – Alliance Ground Surveillance, il programma della NATO di sorveglianza globale terrestre, il cui comando potrebbe essere insediato nella base siciliana di Sigonella. Anche in questo caso si tratta di una grossa commessa, 532 milioni di euro, la più grande nella storia dell’Alleanza Atlantica. Il nucleo vitale del sistema AGS sarà costituito dall’uso di aerei radar con e senza pilota, satelliti e sofisticati sistemi di telecomunicazione. Fonti NATO hanno confermato che saranno utilizzati gli aerei europei Airbus 321 (EADS) e i velivoli senza pilota Global Hawk (Northrop Grumman).

Nel portafoglio clienti di EADS ci sono poi altri paesi che fronteggiano conflitti o che sono all’indice per la persecuzione di minoranze o violazione dei diritti umani. Sono stati prodotti da EADS gli elicotteri da guerra utilizzati dall’India per alcuni attacchi in Nepal. Il consorzio europeo vanta inoltre un’importante presenza azionaria in AviChina, società che ha venduto componenti aeree militari a Cina, Sudan e Birmania. Forti le critiche a livello internazionale anche per la produzione delle munizioni “PR Cargo” da parte della joint venture TDA S.A., costituita da EADS e dalla francese Thales. Esse sarebbero assimilabili alle “clusterbomb”, le famigerate bombe a grappolo che al momento dell’esplosione generano altre centinaia di bombe più piccole che possono non esplodere, occultandosi nei campi in attesa di colpire alla stregua delle mine anti-uomo. A causa della produzione di bombe “PR Cargo”, il Fondo Pensioni Statale della Norvegia aveva preannunciato nel 2005 l’esclusione del finanziamento a favore della joint venture TDA S.A., provvedimento rientrato dopo la presentazione di un rapporto di EADS che negava la violazione del Trattato di Ottawa che bandisce la produzione di mine terrestri.

I Fondi norvegesi, tuttavia, si sono rifiutati di finanziare EADS a causa della sua compartecipazione nel Consorzio MBDA, produttore di sofisticati sistemi missilistici, nonché direttamente interessato allo sviluppo di armi nucleari. Il Consorzio MBDA è stato creato nel 2001 da EADS, BAE Systems ed Alenia Marconi, la società di Finmeccanica costituita negli anni della gestione di Alberto Lina, poi amministratore delegato Impregilo.