Il fascismo a Cosenza

Mussolini a Cosenza nel 1939

Agli albori del fascismo, Cosenza città si mantiene distante da questa ideologia. Il segnale chiaro arriva nelle elezioni politiche del 1924, quando il socialista Pietro Mancini, anche se appoggiato dagli ambienti massonici, ha addirittura la meglio sul fascista Michele Bianchi. Il governo della città era in mano fascista però, anche se moderato, rappresentato da Tommaso Arnoni. Durante la sua podestà ottiene molti fondi necessari per eseguire quelle opere divenute ormai improcrastinabili, basti pensare che la città nuova non era ancora dotata nè di strade, nè di fognature.

Nel ventennio fascista, durante il quale Cosenza sarà interessata da un ampio processo di riqualificazione ed espansione urbana, l’elite politica vedrà l’ingresso di nuovi personaggi provenienti da percorsi biografici, professionali e culturali differenti rispetto al passato: giornalisti, agitatori e sindacalisti come Michele Bianchi salgono infatti ai vertici del potere nazionale. Nello stesso tempo però la classe dirigente locale registra la salda resistenza di vecchie elites: si pensi a Tommaso Arnoni ma anche a membri di famiglie patrizie come i Bombini.

Tommaso Arnoni è podestà di Cosenza dal 1925 al 1934 e avvia un’intensa stagione di lavori pubblici che consente a Cosenza di diventare una delle città più moderne e attrezzate del Mezzogiorno d’Italia.

Verso il finire degli anni ’30 l’azione fascista si intensifica, proprio su di un territorio che si era mostrato ostile, con tutta la sua forza propagandistica e non solo, visto che si cerca di eliminare in ogni modo l’influenza conservatrice della famiglia e della Chiesa sulla gioventù. I giovani cosentini vengono educati alla cultura fascista e allontanati da una Chiesa oppositrice al regime. Questa nuova cultura, inculcata fin dai primi anni di vita, dà i suoi frutti prima dello scoppiare della II Guerra mondiale, quando anche i cosentini si lasciano abbagliare dalla grandeur del colonialismo fascista, invece di preoccuparsi delle ripercussioni negative che la politica autarchica del regime avrebbe avuto sulla già fragile economia della città. Nel 1939 Mussolini arriva a Cosenza, ma oltre alla pomposità della visita questa non lascia effetti vantaggiosi nella vita dei cosentini. Anzi, dà spunto all’opposizione di farsi sentire e di criticare l’alleanza con la Germania e disprezzare l’ormai più che certa entrata in guerra dell’Italia al loro fianco.