Il Pd calabrese? Una gang-bang di dinosauri politici attorno al potere (di Alessia Bausone)

“Il PD calabrese? Una gang-bang di dinosauri politici attorno al potere”

di Alessia Bausone

Sono sempre stata simpatizzante per i contenitori politici che perseguono spassionatamente scopi ideali e utili per la collettività. Ho avuto (mea culpa) la tessera del Partito Democratico un solo anno nella mia vita, scaduta nel dicembre 2017, poi i media mi hanno valorizzata per i contenuti che veicolavo e per le battaglie che conducevo, in direzione ostinata e contraria rispetto ad un Partito che percepiva e percepisce ancora oggi le lotte per la trasparenza, l’onestà, la legalità e il rinnovamento come un prurito simile a quello delle piattole sui genitali.

E poi, chi vorrebbe avere a che fare con le faide tra capibastone, i falsi tesserati, le anagrafi allegre degli iscritti, lo scendilettismo politico e la concezione delle donne come mero “materiale per fare volume” agli eventi del notabile di turno e i giovani come novelli servi della gleba da adibire solo a mansioni di manovalanza? La politica dovrebbe significare passione e lavoro sul territorio che si ama aiutando gli altri, non i magheggi, le giocolerie clientelari a cui il PD calabrese ci ha tristemente abituati.

Quel Partito non ha bisogno di una bonifica, ma di spargere il sale sulle sue ceneri, avendo fallito negli anni su tutta la linea, con una tragicomica escalation negli ultimi mesi.

Oggi il PD Calabria è una gang-bang di dinosauri politici attorno al potere, con al di fuori Stefano Graziano, che più che commissario di Partito con la sequela di supercazzole politiche che colleziona pare più il commissario Winchester dei Simpson e Nicola Oddati che, da commissario del commissario, credo non sia proprio mai venuto in Calabria, ma si limiti a riunioni carbonare al Nazareno, al pari di un “club privè” per pochi eletti selezionati dove a spogliarsi però è Zingaretti quando dimostra di non avere una strategia o una visione chiara per questa Regione, che dalla campagna per le primarie ad oggi ha evitato chirurgicamente.

Anche se, pare, che la soluzione del PD nazionale da propinare alla Calabria sia fuori Oliverio, dentro Loiero…immagino già la gioia dei calabresi.

Sono convinta che il PD “meriti” Oliverio. Lo scorso marzo Zingaretti gli ha dato in mano la gestione delle primarie nazionali, inserendo negli organismi di Partito (assemblea e direzione) un corposo plotone di oliveriani. Ricordo che la lista “Piazza Grande” era totalmente in mano a Mario Oliverio e Seby Romeo e per questo l’asse Censore-Guccione venne autorizzato last-minute a creare la lista “CalabriaXZingaretti” alle primarie.

Dopo anni di concezione e gestione padronale del Partito Democratico calabrese, del suo simbolo e delle sue risorse, quel partito si identifica in gran parte con Mario Oliverio. Non importa chi vincerà questo braccio di ferro interno, con loro a perdere sono i calabresi. 

Che Zingaretti, Loiero o, addirittura, Prodi, vogliano tirare fuori ricchi imprenditori che si annoiano e farli giocare al candidato di Regione (perdente) non è un tentativo serio di “bonifica” del PD.

Le strade seriamente percorribili ritengo siano due: o “ridare” il PD a Oliverio (ancora nessuno ha spiegato pubblicamente e ufficialmente i motivi di questa rude e imperativa defenestrazione di fatto, che non ha eguali in Italia rispetto agli altri Presidenti di Regione del PD), o rinnovarsi veramente, saltando un giro di giostra, non presentandosi e preparando il rinnovamento vero, senza raffazzonarne in fretta e furia uno artificioso.