Lettere a Iacchite’: “Cosenza, sono andata a fare la spesa da Scarpelli e ho litigato col titolare: vi spiego perché”

Domenica in mattinata mi sono recata insieme a mio marito a fare la spesa al Supermercato Scarpelli di Cosenza ed appena entrata nel reparto Salumeria/Gastronomia ho subito riscontrato la fila ed il non mantenimento della distanza di sicurezza ed alcune persone che avevano la mascherina abbassata.

Ho fatto presente ad un dipendente ciò che si verificava ed immediatamente lo stesso ha detto che la mascherina andava indossata correttamente in modo da coprire il naso. Ma le sue parole sono state vane. Allora in attesa che arrivasse il mio turno ho deciso di andare a parlare direttamente con il responsabile dell’esercizio commerciale.

Il titolare del punto vendita si è recato insieme a me nel reparto dicendomi che avrebbe bloccato l’ingresso, cosa che non è avvenuta e non si è nemmeno preso la briga di redarguire coloro che avevano la mascherina abbassata. Stessa situazione nel momento che ci siamo avvicendati alle casse.

Premesso che tale situazione scaturisce dal momento che ad oggi il supermercato in oggetto è l’unico che accetta i buoni relativi alla Misura di Solidarietà della Calabria (buoni spesa per semplificare)… Quando è arrivato il mio turno ed alla cassa si trovava lo stesso titolare, gli ho fatto presente che la prossima volta che entrerò nel Supermercato e mi troverò di fronte ad una situazione analoga, e cioè che anche una sola persona, sia esso dipendente o cliente non rispetta le normative vigenti relative a Covid-19, sarò costretta a chiamare le forze dell’ordine. Per tutta risposta il titolare mi diceva di farlo pure, in modo sarcastico.

Allora mentre stavo ribadendo che “se vi piace u duci…” (il mio intento era quello di dire che poiché è l’unico supermercato che accetta i buoni spesa, devono far rispettare le regole) senza farmi finire di terminare la frase, il titolare è andato in escandescenze, imprecando che era una fake news, che gli altri esercizi non avevano il Durc in regola ed in modo sgarbato mi ha detto di uscire dal negozio, mentre mi accingevo a sistemare la spesa. E’ intervenuto mio marito e lui continuava a sbraitare senza minimamente avere il buon senso di porre delle scuse, addirittura stava per prendermi per un braccio, ma si è guardato bene dal farlo. All’uscita ho immediatamente chiamato il 112, chiedendo di mandare a fare un controllo e raccontando quanto era accaduto. Lunedì mi sono recata in Questura a sporgere querela. Chiedere il rispetto delle regole non è reato, è semplicemente CIVILTA’ ed educazione.

P.S.: ho informato telefonicamente il sindaco di quanto accaduto, ma più che dispiacersi non poteva fare altrimenti….invece si può fare eccome: ordinanze più restrittive, controlli e multe.

Stefania De Salvo