Lettere a Iacchite’: “San Giovanni in Fiore, gli affari dell’assessore-ambientalista (a nonna…) insabbiati da Cozzolino”

Chi è veramente Antonello Martino, il lupo della Sila

Antonello Martino si presenta al mondo come un amante della natura. Il difensore dei boschi della Sila. Un esperto montanaro. L’uomo che fa conoscere la Sila grazie alle sue attività. Mai immagine si rivela cosi falsa. Antonello Martino fonda la sua associazione nel 2012 dopo una serie di manifestazioni con Legambiente Sila.

Cammina Sila, a detta del suo Presidente, è una costola di Legambiente Sila alla quale è legata a doppio filo da sempre. Un sodalizio molto proficuo per il nostro Martino che, grazie all’appoggio della sezione di San Giovanni in Fiore, avrà le porte spalancate presso enti e agevolazioni di ogni genere. Ma andiamo con ordine.

Nel sito dell’associazione si legge: “Camminasila è un’associazione che ha lo scopo di promuovere il territorio Silano attraverso le attività outdoor come il trekking, la mountain Bike, le ciaspole, lo sci di fondo, la canoa e tutte quelle attività eco-sostenibili che consentono di far conoscere il nostro bellissimo territorio in ogni stagione”.
Nobile intento quello di promuovere il territorio, se non fosse che dai social l’unica cosa che viene promossa è l’immagine ridondate del suo presidente. Promuovere il territorio è far conoscere i luoghi e le sue peculiarità, ma di tutti ciò non vi è traccia alcuna nei social e nel sito dell’associazione.

Di spiegazioni, approfondimenti, rubriche o altra attività che rimandi alla promozione territoriale neanche a vederle con il cannocchiale. Solo immagini di carovane di persone che partecipano ignare a questo business. Che bel giochino.

Altro intento nobile quello della eco-sosteniblità. Salvo omettere l’attività fortemente impattante per gli ecosistemi legati al fiume del water trekking. Anche qui, si vedono immagini di carovane di persone, ignare del danno ambientale che stavano arrecando, passeggiare per diversi chilometri sul gretto del fiume, devastando habitat come se niente fosse. Non a caso L’Ente Parco, oltre a inviare diverse lettere di richiamo, ha inviato di CC forestali per impedire lo svolgimento di tale attività nei confini del parco. Ma lui, imperterrito ha continuato, indisturbato, la sua attività di distruzione poco fuori i confini del parco. Prima la pila e poi la tutela dell’ambiente. Per non parlare delle carovane che accompagna sui sentieri, sempre gli stessi tre, di numeri impressionanti vietati dal codice deontologico delle Guide. Gruppi di 40 o 60 persone che hanno un disturbo sulla fauna locale e un impatto sugli ecosistemi. Fate voi i conti chiedendo 25 euro a persona, ovviamente in nero, il giro di affari.

L’aspetto più assurdo, appunto, è il business illegale operato con un’associazione senza scopo di lucro. Sono migliaia le persone che ogni anno vengono accompagnate dal Cammina Sila, basta visitare i social, ma nessuno ha mai mosso un dito. Perché? Dov’è la Finanza? Non pervenuta ma non solo per colpa sua, dal momento che la responsabilità maggiore ovviamente è della magistratura. E qui entra in gioco la procura di Cosenza, che se voi la chiamate porto delle nebbie un motivo ci sarà. Così come ci sarà un motivo se il magistrato che segue questo filone si chiama Pino Cozzolino. E non aggiungo altro. 

E qui però viene il bello della vicenda. Il nostro illustre Lupo della Sila ha diverse coperture politiche in quel di San Giovanni. Ex autista di un noto presidente della Provincia di Cosenza, iscritto al protettorato di un ex Presidente della Regione di San Giovanni in Fiore, tra le altre cose compaesano di Martino, intimo amico della sindachessa che di recente lo ha nominato Assessore alla Cultura e Turismo, e per finire cognato del noto responsabile Nazionale di Legambiente per le aree protette Antonio Nicoletti. Quest’ultimo pare si sia speso molto per lui nelle stanze dei bottoni a vari livelli.

Dagli Enti, alle associazioni di categoria, ma soprattutto pare che gli abbia aperto una corsia preferenziale presso l’Ente Parco Nazionale. Lo stesso pagherebbe, sotto forma di contributi sempre ben nascosti, il silenzio di Nicoletti-Martino che altrimenti attaccherebbero il Parco utilizzando la sezione di Legambiente Sila da loro blindata e inaccessibile. Come facilmente verificabile tramite una ricerca online da inutili articoli di giornali usciti a più riprese. Per non parlare dell’attrezzatura che l’associazione Cammina Sila possiede. Sembrerebbe un regalino del cognatino. Attrezzatura che l’associazione noleggia e che genera una chiara ed inequivocabile distorsione del mercato a danno delle aziende legali che sul territorio vivono di turismo. Si, perché il nostro Martino non vive di turismo, ma possiede una delle più grandi pompe di benzina di Sa Giovanni in Fiore. Avete capito bene, pompa di benzina.
La tutela della Natura può aspettare, prima viene la pila.

Lettera firmata