L’Italia non si spacca: quello che M5s e Pd non devono fare (di Battista Sangineto)

NO ALLA SECESSIONE DEL PATRIMONIO
CULTURALE E PAESAGGISTICO.
(Quello che il governo M5S-Pd non deve fare)

Il sentirsi italiani e il senso di cittadinanza e di appartenenza al nostro Paese sono strettamente collegati al patrimonio della cultura che si è depositato, per millenni, sul territorio italiano. Perché, come scriveva Ranuccio Bianchi Bandinelli nel 1974: «L’Italia è considerata giustamente il paese più ricco di monumenti artistici, segni visibili di una altissima civiltà, che un tempo fu di insegnamento e di modello all’Europa; il paese dove più fitte e più dense sono le stratificazioni storiche e queste stratificazioni storiche hanno lasciato ovunque una traccia così ricca, che non ha eguali in nessun altro paese. È questa stratificazione che conferisce all’Italia e agli italiani un particolare modo di essere, l’essenza stessa delle nostre personalità».
* * * * *
In preda ad un vero e proprio delirio secessionista, Salvini avrebbe voluto mettere le mani sulle Soprintendenze, in quella sua smania di controllo politico di organi dello Stato che dovrebbero essere terzi. Bisogna ricordare, però, che la “secessione dei ricchi” è stata favorita ed assecondata dalla modifica del Titolo V della Costituzione – voluta e approvata dal centrosinistra con un solo voto di scarto, nel 2001 – grazie alla quale la valorizzazione e, persino, la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio sono diventate oggetto di negoziazione fra Stato e regioni. La volontà del Pd di assecondare questa secessione si ricava non solo dalla bozza di preintesa firmata negli ultimi giorni del governo Gentiloni, ma, soprattutto dalla richiesta di autonomia differenziata avanzata, un po’ più morbidamente, dalla Regione Emilia Romagna, a guida Pd.
Come ha scritto Gianfranco Viesti: “La forte iniziativa politica delle tre Regioni fa partire la discussione dal punto sbagliato: la differenziazione delle competenze, per averne specifici vantaggi. Non da quello più corretto: e cioè il completamento dei meccanismi di finanziamento ordinario delle Regioni e una attenta discussione del riparto delle competenze fra Stato e autonomie, per far funzionare meglio l’Italia.Non sarà affatto semplice tenere insieme il «portare avanti il dossier delle tre Regioni» con la considerazione che è «un lavoro che riguarda tutte le Regioni», come si legge nella prima dichiarazione del neo-ministro. Soprattutto considerando le pressioni che eserciterà la giunta emiliana, anche in vista delle prossime elezioni regionali.”
* * * * *
Non si deve -come ha dichiarato il neo-ministro degli “Affari regionali”, Francesco Boccia- ripartire dalle richieste dell’Emilia Romagna, perché nessuna delle richieste avanzate deve essere accolta, compresa quella riguardante il Patrimonio della cultura.
Voglio proprio sperare, non solo il solo, che i Pd ed il M5S non facciano queste modifiche anticostituzionali e antiunitarie, perché, altrimenti, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, su cui si fonda il nostro comune sentire, non sarebbero più prerogative dello Stato, ma verrebbero sminuzzate regione per regione e non potrebbero più costituire un argine unitario al cemento e all’oblio definitivo del passato. Ne risulterebbe distrutto, per sempre, quello storico tessuto connettivo che tiene insieme il Paese, quel «particolare modo di essere che è l’essenza stessa della nostra personalità», del nostro essere italiani.