Rende, la trappola “elettorale” di Sabato&Manna a Sandro Principe grida ancora vendetta

”Il potere è opaco; e l’opacità del potere è la negazione della democrazia”

Fonte: Libera Rende

Il potere, specie quello invisibile, per sua natura tende a celarsi nelle zone grigie della democrazia, ponendo il suo essere determinate in quello che è l’obiettivo di ogni attore politico: la conquista del consenso. Ma i poteri che agiscono mascherati e lontani da sguardi indiscreti anteponendo l’interesse privato a quello collettivo, non trasformano semplicemente i meccanismi della democrazia, ma ne pervertono la sostanza, uccidendo lentamente  i suoi organi vitali, manipolando cosi la percezione individuale della società che appare drammaticamente banale e scontata.

Tuttavia ciò che appare scontato alla fine non lo è per nulla, anzi. Rammentate la tornata elettorale della città di Rende? Al ballottaggio si sfidavano l’uscente e attuale Sindaco Marcello Manna e Sandro Principe; questo episodio elettorale è divenuto ormai celebre soprattutto per la famosa e poco delicata frase pronunciata da Principe durante quel fatale e ultimo confronto televisivo avvenuto nella sede di TEN e moderato dal giornalista Attilio Sabato. Quel che cercheremo di raccontarvi è per alcuni una storia scontata e per certi versi risaputa, ma è nella cose ovvie che risiede e si sostanzia la verità.

Il giornalista e la “trappola”

Per vincere le elezioni gestire e manipolare l’informazione è un aspetto cruciale. I due personaggi incorniciati in foto lo sanno benissimo (la foto è di circa un anno prima, 2018), considerando che preventivamente stanno lavorando per collocare  al posto giusto tutti i “tasselli” per costruire, almeno  prospetticamente, quella che sarà la scontatissima vittoria di Marcello Manna e osservando le “forze” a sostegno dell’avvocato non ci dovrebbero essere intoppi. Il problema è che costoro non si aspettavano un Sandro Principe cosi vicino nei numeri durante il primo turno, in più con i sondaggi e l’umore cittadino che lo davano in netta risalita: la vittoria scontata così rischiava di scivolare via dalle mani; inoltre troppo testardo e competente era Principe per piegarsi a questi novelli detentori del potere, in qualche modo andava fermato.

L’assist fondamentale è fornito dal fedelissimo Attilio Sabato, che conosce bene il caratteraccio di Principe (voi direte chi non lo conosce) ma nulla è dato per scontato,  ed è li che scatta l’opaco disegno, la trappola.

Pochi sanno che il giorno del confronto televisivo  ad “accogliere amorevolmente” Sandro Principe fuori dagli studi di TEN, c’erano tutte le truppe di Manna schierate che a detto di molti  hanno iniziato ad insultarlo e provocarlo insistentemente; anche durante la registrazione l’atteggiamento di Sabato era palesemente confusionale, quasi spaesato, come se aspettasse il momento in cui Principe pronunciasse qualcosa di irrimediabile. E cosi fu; la caduta di stile e la poca lucidità di Principe nel gestire la pressione furono fatali per la conclusione della sua campagna elettorale, il danno ormai era fatto, la trappola funzionò perfettamente.

In molti si chiederanno perché ci prendiamo la libertà di chiamarla trappola, altri si domanderanno perché non ci limitiamo ad annuire alla palese rappresentazione della realtà. Semplicemente perché abbiamo seri e ragionevoli dubbi sulla condotta di Attilio Sabato e sulla sua etica giornalistica. Innanzitutto pochi sanno che il confronto televisivo tra Principe e il neofita “lazzu” Manna, non era affatto in diretta, bensì una registrazione avvenuta alle 11.00 della mattina e trasmessa successivamente alle 15.00; dunque alcuni ragionevoli dubbi sorgono spontanei per gli attenti osservatori.

Constatato che era una registrazione e non una diretta, perché quella parte volgare non è stata tagliata, specie in considerazione del fatto che è stata trasmessa alle 15,00 e quindi in un orario ipersensibile dato che molti minorenni sono sugli schermi?

Inoltre come mai il moderatore e “buon” giornalista  Sabato durante lo sproloquio di Principe non ha mai intimato l’interlocutore avvisandolo della registrazione in atto? (fateci caso)…

E infine perché l’avvocato Manna, esempio di correttezza,  ha cosi caparbiamente insistito affinché l’amico e fedele Sabato non apportasse le dovute modifiche alla registrazione permettendo cosi ai cittadini di compiere un’autentica e attenta valutazione dei contenuti e delle proposte espresse dai due candidati? È proprio vero che la politica si fa seduti ad un tavolo.