Rifiuti tossici: a Lattarico si continua a indagare

Un paesino tranquillo, dove regna una calma apparente che, tuttavia, nasconde timore per i recenti fatti di cui è stato protagonista. Si tratta di Lattarico, da poco al centro di una bufera mediatica per alcune rivelazioni di un collaboratore di giustizia riguardo ad un presunto scarico, circa 20 anni fa, di rifiuti tossici nel sottosuolo della cittadina cratense. A portare i rifiuti tossici e interrarli precisamente nella zona di Regina, sarebbe stato – secondo quanto riferito dal pentito Mattia Pulicanò, legato alla cosca Lanzino-Rua – l’avvocato napoletano Cipriano Chianese, ritenuto organico al clan dei Casalesi.

La notizia ha scosso la popolazione, considerato anche l’aumento, negli ultimi tempi, di ammalati di tumori, pure giovani. Ma come in ogni luogo, purtroppo i casi crescono per svariati motivi, quindi non è riscontrabile un collegamento diretto. L’Asp, infatti, ha registrato che l’aumento dell’incidenza dei tumori a Lattarico rientra nella media nazionale.

Poco dopo, sempre ad agosto, i primi controlli per verificare eventuali situazioni d’inquinamento radioattivo e tossico, condotti dall’Arpacal, non hanno mostrato valori fuori norma. In particolare i tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, alla presenza del sindaco Antonella Blandi e del vicesindaco Gianfranco Barci (impegnati al massimo per tale gravità dei fatti), hanno compiuto con apposite apparecchiature dei rilievi radiometrici per il controllo nell’agro di Regina, nei pressi di una cava d’inerti dismessa, di alcuni siti in cui sono stati realizzati degli impianti fotovoltaici nonché nei luoghi dove sono ubicati dei capannoni industriali oggi in disuso.

Sono delle indagini superficiali i cui valori rilevati risultano nella norma. Ciò ci tranquillizza – spiegò allora il sindaco Blandi – ma non vuol dire che abbasseremo la guardia. L’Arpacal, in sinergia con il comune, continuerà nei prossimi giorni ad eseguire controlli specifici sui terreni e sulle acque nonché sulle colture ortofrutticole.

Le indagini, infatti, sono andate avanti nonostante il silenzio assordante da parte di tutti gli altri organi preposti; un silenzio imbarazzante, pare che la tutela della salute dei cittadini per loro non sia priorità assoluta. Mentre il primo cittadino Blandi insieme al vicesindaco Barci e l’amministrazione, continuano la battaglia per far emergere la verità e dare risposte ai loro concittadini.

“Abbiamo – ci ha spiegato il sindaco telefonicamente – contattato tutti gli organi, con pec, telefonate e altro, ma niente, sostanzialmente nessuno ha risposto. Dda, Prefetto, Regione…Il presidente Oliverio, ci aveva telefonato – (ricordiamo per chi l’avesse dimenticato che Oliverio nel corso della riunione di Giunta di agosto, ha contattato telefonicamente il sindaco di Lattarico per esprimere la solidarietà, anche a nome della Giunta alla comunità di Lattarico. Il Presidente Oliverio ha anche telefonato al Prefetto di Cosenza Tomao….la Giunta regionale auspica ogni opportuna iniziativa, da parte dell’Autorità giudiziaria, sulla veridicità delle dichiarazioni rese nel procedimento penale, oggetto di notizie. Il Presidente Oliverio ha assicurato la più ampia collaborazione degli organismi regionali…Regione Calabria.it) – ma poi niente. Abbiamo scritto anche una lettera alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento protezione civile, alla quale ci è stato risposto che non è di loro competenza, in quanto si occupano di calamità.”

Come se tale argomento, ci domandiamo, non è da considerarsi grave e preoccupante per la salute pubblica. Comunque l’amministrazione, da sola, ha continuato e continuerà ad andare avanti. Proprio avantieri, sono arrivati i risultati chimici sulle acque e sono risultati negativi.

La popolazione – ha continuato Antonella Blandi – è comunque agitata, noi non sappiamo più che fare, nei prossimi giorni inoltreremo altre richieste per cercare di capire in maniera sostanziale i punti dove andare a scavare.

Una certezza comunque c’è:non vi è – come spiegato dal vicesindaco Barci – un inquinamento generalizzato né radioattivo, né chimico per le falde idriche. Ci auguriamo di no, ma se dovesse essere, l’inquinamento sarebbe localizzato in un’area circostanziata. Le indagini andranno avanti, non siamo superficiali, ma consentiteci di essere ottimisti. Sicuramente gli inquirenti staranno indagando e la verità verrà a galla.”

Anche noi ci auguriamo che gli altri organi si mostrino partecipi, perché se le dichiarazioni del pentito risultino una “bufala”, vi è stato comunque un danno d’immagine per un paesino vergine, amministrato sempre con trasparenza, dove non sono presenti colate di cemento, ma lo spazio naturale l’ha sempre fatta da padrone (anche gli scorsi 10 anni amministrati da Barci, hanno sempre privilegiato la tutela del territorio).

Da ciò la speranza che la natura non nasconda altro e che le istituzioni si affianchino all’amministrazione di Lattarico per far luce definitivamente sull’evento.

Valentina Mollica