Rovito, stasera “In solitario” al Teatro Comunale

Il mare, la vela, l’avventura ma anche la capacità di ripensare la propria scala di valori riscoprendo nell’immensità dell’oceano l’empatia per gli altri, anche per quelli più lontani.

Questo è il tema di fondo di “In solitario” (En Solitaire – Francia 2013 v.o.s.i.), film d’esordio di Christophe Offenstein, accolto con simpatia al Festival di Roma 2014 dove era stato presentato in una rassegna periferica, poi uscito fugacemente nelle nostre sale ma ripescato da Ugo G. Caruso e riproposto nel cartellone del Cineforum ” Falso Movimento” per il quarantaseiesimo Cineappuntamento di Flashback in programma stasera, martedì 2 febbraio, alle ore 20.45 al Teatro Comunale di Rovito.
La proiezione del film sarà preceduta da una breve conversazione tra Caruso e il velista francese Pierre Pommois.

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Il film racconta di Yann Kermadec (Francois Cluzet), vedovo cinquantasettenne, che si trova insperatamente di fronte all’occasione della vita. Infatti il suo amico Franck (Guillame Canet), cui ha fatto a lungo da secondo, è stato messo fuori causa da un incidente motociclistico.

Toccherà dunque a lui, non più giovanissimo, partecipare alla Vendée Globe, la più importante competizione in ambito velico. Si  tratta di una regata per barche a vela che consiste nella circumnavigazione completa dell’Antartico, con partenza e arrivo a Les Sables d’Olonne, in Francia.

Quel che rende particolarmente impegnativa questa gara è che deve essere condotta in solitario, senza alcun punto d’attracco nè assistenza esterna. Un giro del mondo attraverso gli oceani, una prova estenuante che si svolge tra novembre e febbraio per consentire ai partecipanti di affrontare i Mari Antartici durante l’estate australe. Per scelta di Offenstein ci troviamo subito scaraventati in piena gara, con Kermadec imprevedibilmente in testa e deciso a tutto per giocarsi la sua chance. Egli non è un novellino e tuttavia non ha mai affrontato una prova simile.

Ciò che lo attende potrebbe essere definita una tardiva e matura linea d’ombra. Dalla barca ipertecnologica mantiene i contatti con la giovane compagna Marie e con la figlia Léa che si sente spaesata e stordita dalla pressione mediatica intorno a lei. E ovviamente  con Franck, prodigo di conigli ed incoraggiamenti ma anche di critiche per la sua conduzione della gara alquanto spericolata.

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Non è preparato però all’incontro con alcune presenze inattese che si avvicendano a bordo della barca e per le quali rischia, a norma di regolamento, una squalifica inappellabile che trasformerebbe la grande occasione in una débâcle non solo sportiva ma esistenziale. Gli imprevisti trasformano così la gara “in solitario” in un confronto tra Yann e quel mondo che forse la sua passione per la vela non gli ha fin lì consentito di vedere. La regata diventa allora una metafora  di come la vita non possa essere affrontata da soli e di come ci si debba confrontare con gli altri, persino in mare aperto.

Girato all’altezza del pontile, con la mdp spesso a pelo d’acqua, in un ambiente monocromo come il mare, “In solitario” è uno spettacolare film d’azione e anche d’avventura, che sposta però il pathos degli eventi esterni ai cambiamenti interiori del protagonista, il quale, per portare a termine la perigliosa e massacrante circumnavigazione, dovrà ricorrere a tutte le sue energie, non solo fisiche ma anche spirituali, andando oltre i propri limiti. Qui viene fuori la grandezza dell’interprete che sa disegnare con il suo rabbioso agonismo contro la natura e gli altri accidenti non la semplice figura di un vecchio lupo di mare ma quella di un uomo tormentato e sospeso tra due mondi.

Francois Cluzet si conferma tra i migliori attori francesi degli ultimi trent’anni ed aggiunge un titolo di pregio alla sua rimarchevole filmografia. E’ curioso vedere nel ruolo di Franck l’attore e regista Guillame Canet senza pensare alla solidarietà che lega i due, nei rispettivi ruoli in altri film come “Ne le dis a personne” o “Piccole bugie tra amici”. Per finire, “In solitario” si iscrive a pieno titolo nella lunga tradizione cinematografica dei rapporti tra l’uomo e il mare.