Sanità buco nero della Calabria, la genesi. Il caso Crea. Centrodestra e centrosinistra, nessuna differenza

Oggi apprendiamo che la Calabria si appresta ad entrare nel suo 14° anno di commissariamento della sanità. Senza memoria non può esistere futuro. E allora, se vogliamo davvero capire quali sono i mali della sanità in Calabria è più che mai opportuno fare un salto nel passato, alla genesi del commissariamento, per farci un’idea della situazione e per arrivare alla fin troppo facile conclusione che, nella sostanza, ben poco è cambiato. Nonostante nel ruolo di commissari si siano alternati generali dei carabinieri, burocrati e boiardi di stato. 

Quella che vi proporremo in una serie di pubblicazioni è la parte dedicata a “Sanità e corruzione” della relazione della #Commissione #Parlamentare #Antimafia del 2008, quando era presidente Francesco Forgione. L’ultimo vero presidente della Commissione Antimafia, che poi è stata affidata a soggetti del tutto inaffidabili come Rosy Bindi (arrassusia) e Nicola Morra (Diocenescansi). 

SANITA’ E CORRUZIONE

La sanità è il buco nero della Calabria, è il segno più evidente del degrado, è la metafora dello scambio politico-mafioso, del disprezzo assoluto delle persone e del valore della vita. Il mondo della sanità è importante, innanzitutto, per “l’occupazione che assicura e l’indotto che ne deriva (…). Di qui gli investimenti della criminalità organizzata, non solo di tipo economico (con la realizzazione di attività imprenditoriali nello specifico settore), ma anche, e soprattutto, su soggetti politici ad essa legati.
Soldi e uomini. Questa è la miscela che fa andare avanti le cose, i capitali veri, animati ed inanimati, di cui dispone la ‘ndrangheta…”.

Le parole del giudice reggino sono contenute in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha riguardato, tra gli altri, Domenico Crea, consigliere regionale, esponente principe del moderno trasformismo calabrese ed italiano, uomo dalle molteplici frequentazioni politiche: nel giro di tre anni è passato dal centrodestra con l’UDC, al centrosinistra con la Margherita per ritornare al centrodestra con la nuova DC dell’on. Rotondi. E’ stato assessore all’urbanistica e all’ambiente, all’agricoltura e al turismo. E’ passato da un assessorato ad un altro, da un partito all’altro. Un funambolo.

Sul suo funambolismo è bene leggere quanto scrive il GIP di Reggio Calabria: “La storia politica recente del Crea Domenico, infatti, è costituita da cambi repentini di “casacca”, come quello del transito dallo schieramento di centro destra a quello opposto (e viceversa), a dimostrazione dell’assoluta mancanza di idee politiche, che accompagna soltanto logiche di interesse; di sconfitte elettorali, come quella patita nelle elezioni amministrative regionali del maggio 2005; da brusche modifiche in tutti i rapporti interpersonali, come quelli rilevati nel momento dell’avvenuto provvedimento di surroga del novembre 2005, scaturito a seguito dell’omicidio dell’onorevole Fortugno. Su tutto emerge in maniera preponderante l’ultima campagna elettorale per le elezioni Provinciali, temporalmente successiva al noto fatto di sangue”.

Come emerge dall’ordinanza del GIP, le doti trasformistiche di Crea si esaltano e si realizzano proprio alle elezioni provinciali, allorquando Crea riesce a penetrare e candidare i suoi uomini in una delle due liste promosse dalla Margherita nella quale è confluita l’area dei popolari di cui è riferimento la stessa Maria Grazia Laganà Fortugno, impegnata, già in quel periodo, nella battaglia pubblica per avere la verità sull’omicidio di suo marito.
E’ la sanità il centro dell’ordinanza; in questo caso la sanità privata dove le incursioni della ‘ndrangheta, i suoi condizionamenti e le sue infiltrazioni appaiono in tutta la loro devastante profondità al punto che il GIP ha disposto “il sequestro preventivo della società srl Villa Anya, delle sue quote sociali, dell’intero compendio aziendale e del complesso immobiliare in cui è collocata”.

Ma neanche la sanità pubblica è stata esente da infiltrazioni della ‘ndrangheta. E’ storia di oggi, ma è anche storia di ieri, cominciata tanti anni fa e mai interrotta. A conferma, se mai se ne fosse avvertita la necessità, di una cattiva amministrazione, di irregolarità, di piccole e grandi illegalità, di diffuse pratiche clientelari, di rapporti mafiosi che durano nel tempo.