Vibo, arsenale scoperto nei fondali del Tirreno

Un autentico arsenale quello che i carabinieri subacquei di Messina hanno scovato nei fondali del Tirreno, nello specifico nel tratto di mare in località Bivona del Comune di Vibo Valentia. I militari, intervenuti su richiesta dell’Arma di Vibo presumibilmente per chiarire alcuni aspetti di un’indagine recente, hanno infatti trovato, riporta “MessinaToday”, munizionamento per pistole di vario calibro e per fucili calibro 12 a pallettoni e a palla unica di cui non si conosce ancora la provenienza. Il sospetto è che le ‘ndrine si siano disfatte del munizionamento perché ormai braccate.

Il team operatori subacquei di Messina, composto da sette “Operatori Subacquei” più un infermiere specializzato in “Fisiopatologia Subacquea”, ha competenza territoriale che comprende la regione Sicilia, la Calabria e tutte le isole minori. Preparati all’utilizzo di sofisticate procedure per il repertamento dei corpi di reato sommersi tramite apparecchiature di nuova generazione, sono riusciti a recuperare tutto il materiale in mare. Le operazioni portate a termine dagli operatori subacquei dell’Arma hanno permesso l’ndividuazione, il repertamento ed il recupero di armi e munizionamento di vario calibro di cui si sconosce la provenienza. Al vaglio degli inquirenti gli esami balistici propri del caso. Importantissima e delicata la fase del repertamento effettuato da parte dei militari che hanno utilizzato materiali e tecniche investigative avanzate volte alla individuazione di matricole ed impronte delle armi.

Nei giorni scorsi un altro imponente ritrovamento di armi è avvenuto a Platì. Secondo fonti investigative, i nuovi ritrovamenti potrebbero essere legati all’inchiesta “Rinascita-Scott”, la mega operazione dei carabinieri che ha portato a 334 arresti e che il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri ha definito per importanza seconda solo al Maxiprocesso di Palermo, azzerando il clan di Luigi Mancuso “Il Supremo”, a capo della ‘ndrangheta di Vibo Valentia. L’indagine della Dda di Catanzaro ha aperto scenari in tutta Italia sulle complicità e le connivenze all’ombra della ‘ndrangheta e della massoneria deviata e non, con riferimenti anche alla città dello Stretto.