Cosenza: Occhiuto, i dirigenti e le ditte amiche. Nove rinviati a giudizio

Finalmente la dottoressa Manzini è riuscita a portare a termine un primo filone di indagini sulla corruzione a Palazzo dei Bruzi: ha chiesto ed ottenuto per tutti e nove gli indagati il rinvio a giudizio per la famosa inchiesta sulle ditte amiche di Occhiuto, i famigerati “appalti spezzatino”. È stato il Gip del Tribunale di Cosenza, la dottoressa Letizia Benigno, a convocare davanti la Corte, per giorno 9 luglio, dirigenti e imprenditori, accusati dalla procura dei reati di corruzione e abuso di ufficio.

Si tratta di: Arturo Bartucci, Francesco Amendola, Antonio Amato, Carlo Pecoraro, Francesco Rubino, Francesca Filice, Michele Fernandez, Pasquale Perri, Giuseppe Sasso.

Dopo quasi tre anni di articoli e denunce nei nostri confronti, finalmente un po’ di verità inizia a venire fuori. I nove dovranno spiegare alla Corte molte cose, tra le quali i celeberrimi appalti per le luminarie, concessi alla Med Labor di Antonio Scarpelli dall’ingegnere Carlo Pecoraro. E non solo. Dovranno inoltre spiegare il funzionamento del sistema truffaldino degli affidamenti diretti, e dire chi c’è veramente dietro. Perché se da un lato la procura di Cosenza per la prima volta in vita sua fa il proprio dovere, dall’altro non si può non sottolineare che all’appello degli imputati mancano ancora i pezzi grossi: Occhiuto e Potestio. Restiamo fiduciosi perché sappiamo con certezza che a breve Occhiuto sarà rinviato a giudizio per il caso Cirò, e da Roma, dicono i bene informati, sta per arrivare un altro bel regalo per il sindaco da parte del dottor Pignatone. Purtroppo per Occhiuto non sono tutti buoni con lui come Gratteri e Spagnuolo. Aspettiamo, perché oggi più che mai il tempo è galantuomo.