Omicidio Bergamini, Facciolla prima della chiusura indagini nel 2019: “Se non è suicidio, sarà qualcos’altro…”

Era toccato a Paolo Fattori di “Chi l’ha visto?” intervistare il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla nel 2019 per fare il punto sull’attesissima conclusione delle indagini per l’omicidio di Denis Bergamini. Il magistrato, com’era comprensibile, non aveva anticipato nulla sulle indagini, affermando comunque che si era giunti ormai alla fase finale. Tuttavia, aveva fatto estrema chiarezza sul tassello che riteneva più importante in quel momento storico e che andava al di là di ogni possibile movente. Poi la storia la conosciamo tutti: Facciolla incappò nella “guerra” giudiziaria con la Dda di Catanzaro per le questioni legate alle indagini sul Pd renziano e in particolare sul gruppo iGreco e sulle vicende del cosiddetto server unico e venne estromesso dalla procura di Castrovillari con procedimenti che ancora oggi gridano vendetta e non hanno trovato soluzione. E la chiusura delle indagini slittò di quasi due anni, arrivando in extremis a marzo del 2021, firmata dal pm Luca Primicerio, proprio quando gli assassini si ritenevano ormai sicuri di avere scampato il “pericolo”.

Ma torniamo indietro nel tempo e citiamo testualmente le parole di Facciolla, così come sono andate in onda il 17 luglio del 2019 nello Speciale Estate di “Chi l’ha visto?”. “Quando facciamo un’autopsia, il morto ci parla e ci trasmette tante cose. Quando abbiamo riesumato la salma di Bergamini, è accaduto qualcosa di molto particolare e oggi possiamo dire di avere dei margini di certezza scientifica assoluti per affermare che Denis Bergamini non si è suicidato… E se non si è suicidato, sarà qualcos’altro…”.

Più chiaro di così, Facciolla non poteva essere e di conseguenza non c’era dubbio che la chiusura delle indagini proseguisse spedita su questa falsariga abbandonando così per sempre l’assurda versione del suicidio, che ormai da 30 anni è (ancora!) quella che sostiene l’unica testimone oculare ovvero Isabella Internò, l’ex fidanzata del calciatore del Cosenza.

Quanto al movente, Paolo Fattori aveva ripercorso le ragioni di chi – come noi – è convinto che sia passionale e quindi dovuto alla relazione tra Denis e Isabella e quelle di chi sostiene che ci sia dell’altro, forse totonero, forse droga. Ma, in maniera molto evidente, con meno convinzione rispetto al movente passionale. Perché è davvero difficile immaginare che il Cosenza Calcio potesse essere finito in un “giro” di totonero proprio nella stagione nella quale sfiorò la promozione in Serie A. Ed è altrettanto difficile pensare che Bergamini potesse essere finito in un “giro” di droga con una macchina acquistata solo tre mesi prima di morire.

In ogni caso, davanti alla certificazione scientifica dell’omicidio di Denis Bergamini, non c’era dubbio che la chiave di tutto sarebbe stata l’atteggiamento di Isabella Internò e dei suoi “protettori”. Ebbene, continuano ancora a sostenere la tesi del suicidio e non hanno cambiato versione. Il marito poliziotto, con la sua tragicomica testimonianza, ha fugato ogni possibile dubbio.

Chiudiamo citando nuovamente Facciolla, che ad un certo punto aveva spiegato a Paolo Fattori qual è il paradosso della morte del nostro Campione: “Tutti dicono di cercare la verità ma in realtà sono ben pochi quelli che la vogliono davvero…”. E la sfida di Facciolla, anche adesso che è stato eliminato, anzi forse ancora a maggior ragione, sarà proprio quella di farla emergere. Contro tutto e contro tutti.