Cosenza, piazza Scarpelli: il fornetto (a legna) dove lo metto? Continua la farsa di Occhiuto&Pastore

Questa del “fornetto (a legna…) dove lo metto”, sistemato in piena Piazza Scarpelli (ormai Riforma non ce la chiama più nessuno…) non gli andrà giù a Gianfranco Scarpelli, uomo potente della città di Cosenza, che ha offerto il proprio “appoggio” elettorale al cazzaro, alias Mario Occhiuto, nonostante fosse stato uno dei più fedeli sodali del suo nemico giurato: il Cinghiale, al secolo Tonino Gentile.

Non gli è andato giù che l’assessore alle Attività produttive, Francesca Loredana Pastore, detta “‘a cascetta”, dopo decine di segnalazioni e un nostro articolo (http://www.iacchite.blog/cosenza-la-sai-lultima-del-cazzaro-un-forno-a-legna-in-piazza-scarpelli/) che denunciava l’illecito penale (abuso edilizio su suolo pubblico), mandasse la Polizia Municipale a fare un “controllino”. Ebbene, dal “controllino” è emerso che a
“il manufatto è irregolare… Ad oggi, infatti, agli uffici competenti non è pervenuta alcuna richiesta e quindi nessuna autorizzazione poteva mai essere rilasciata dal Comune”. Questo si legge in un comunicato che la “cascetta”, nottetempo, ha fatto mandare alla stampa per “denunciare” l’abuso e dimostrare che lei, fedele al sindaco Occhiuto, è estranea alla vicenda ed è a capo di uffici efficienti! Alla faccia dell’efficienza amministrativa… Peccato però che il comunicato della Pastore non si sia fermato qui. L’assessore specialista in “assicurazioni” dichiara anche che “a stretto giro verificheremo con gli uffici l’esistenza di eventuali istanze e decideremo il da farsi”. Ma come? Gli Scarpelli hanno piazzato, su suolo pubblico, un forno a legna con tanto di canna fumaria privo di autorizzazioni, e dopo settimane di polemiche e una nostra regolare denuncia giornalistica, l’assessore si sveglia, fa fare i controlli e alla fine dice “verificheremo”?

Cosa significa? Se per caso esce fuori una istanza da un cassetto, si sana tutto e si mette a tacere? Sappiamo tutti che la Legge, quella sconosciuta al cazzaro, ai suoi lecchini, ai suoi “amici degli amici” e anche alle “cascette”, prescrive “il sequestro e la rimozione o demolizione del manufatto, con il ripristino dello stato dei luoghi e ammenda e spese a carico dei colpevoli”. Abbiamo subito capito che il potente Scarpelli non avrebbe ingoiato il groppone di un “controllino”, ma se qualcuno come la Pastore vuole “appappare” tutto, è chiaro come il sole che i cosentini non solo capiranno ma si faranno una precisa opinione di come funziona la cosa pubblica a Cosenza, anche quelli che ancora tirano le parti ad Occhiuto.
Intanto, al rientro dalla ferie, l’assessore Pastore pensi ad andare alla Commissione consiliare che da mesi l’ha convocata proprio per discutere delle autorizzazioni su suolo pubblico. Abbiamo capito che la presidente Apicella non dev’essere proprio una grande inquisitrice ma non si può certo pretendere che sia lei a pagare, chiudendo tutti e due gli occhi, le malefatte del solito cazzaro e dei suoi scagnozzi.