Coronavirus, quando la politica fa danni. San Lucido non ci sta (di Andrea Calomino)

QUANDO LA POLITICA FA DANNI.
SAN LUCIDO NON CI STA…

di Andrea Calomino

Che la situazione non sarebbe stata facile da affrontare ne avevamo già la percezione… ma che si potesse fare demagogia su questa grave crisi sanitaria non ce lo saremmo mai potuti aspettare!

A differenza di altre Regioni, la Calabria non ha mai controllato, dal primo momento, sanitariamente chi ritornava dal Nord, nessuno ha pensato bene di vigilare sui treni né alla partenza né all’arrivo, nessuno ha pensato bene di vigilare sui pullman da 55 posti né alla partenza né all’arrivo; come era prevedibile vi siete lasciati cogliere impreparati come sempre (ovviamente Tu per prima Presidente).

Il passaggio successivo e consequenziale è di chiudere l’Italia tutta perché ormai zona rossa è l’intera penisola. Ora ci chiediamo: in cosa differisce il DLPC del 04/03 con quello disposto da Te cara Presidente? Non saremmo dovuti uscire di casa e dal paese prima e non dobbiamo oggi… ma i servizi per arginare il contagio dove sono? Bene la disinfestazione, bene l’inizio della “tamponatura” ma perché non vi é la presenza di un’aliquota della Protezione Civile? Perché non si distribuiscono guanti e mascherine in regime di “Decreto di chiusura? Perché non ci sono i presidi dell’esercito? (i carabinieri da soli non possono controllare un intero territorio… a San Lucido ci sono ben sei ingressi). È stato predisposto l’approvvigionamento di denaro nei bancomat? Hai provveduto a tutto ciò Presidente?

Chi esce per ovvi motivi familiari (spesa ecc.) sta percependo solo panico e disservizi costanti in una cittadina già gravata da altri problemi: non vi è una banca con conseguente disagio per gli esercenti per andare a versare (se non si versa non si possono fare i bonifici on line), i negozi di beni essenziali scarseggiano già di forniture, l’unico bancomat è spesso non funzionante, l’ufficio postale è aperto ma secondo il decreto dovrebbe stare chiuso per evitare contagi.

Come dovremmo fare? Perché al dispositivo non sono seguiti dei numeri? Perché non ci informi della reale situazione? Quanti tamponi sono stati fatti? Quante persone sono in quarantena? Bene, anzi male perché questo Decreto non è altro che un atto inadeguato senza un seguito di reale sostegno alla cittadinanza in una situazione di “emergenza sanitaria”, perché cara Presidente e contigui, quando si “decreta” la chiusura di una comunità per motivi sanitari, in automatico se ne attivano degli altri; ma questo evidentemente non è nelle vostre conoscenze tecniche. Ve lo diamo noi un numero, l’unico dato certo… 1 contagiato per 1000 abitanti, ci auguriamo che quando sarà il momento di distribuire anche aiuti e sostegni, si manterrà la stessa proporzione matematica con cui si è disposto di mettere in quarantena, peraltro non dichiarata nel Decreto di chiusura, il nostro paese senza farci ricevere il sostegno adeguato!