Buongiorno a tutti. Ieri sera Report, la popolare trasmissione di inchiesta di Raitre, è tornata a mettere il dito nella piaga dell’emergenza sanitaria in Calabria. In un paese normale questa mattina dovrebbero arrivare le dimissioni dell’ingegnere Domenico Maria Pallaria, il dirigente illegittimo più potente e più intoccabile d’Italia, protetto dalla massoneria e dalla Finanza, capo indiscusso di tutto quello che c’è da “capeggiare” nella burocrazia calabrese. Anche Gratteri, con decenza parlando, gli fa un “baffo” così come il rinvio a giudizio per avere destinato 800 mila euro di fondi per le case popolari e l’edilizia sociale a una sede Aterp dei”fratelli” Daffinà e Pino Gentile. Ordinaria amministrazione, verrebbe da dire.
E infatti lui è talmente tranquillo che se… la ride. Sì, lui, l’uomo che guida la task force per fronteggiare l’emergenza virus in Calabria, ai microfoni di Report, ha dichiarato – sfoggiando un rassicurante sorriso che somigliava per la verità molto di più ad un ghigno beffardo ed elencando tutti i suoi numerosi incarichi, dai rifiuti alle infrastrutture – di non sapere cosa diavolo siano questi benedetti “ventilatori”.
Ma non arriveranno le dimissioni di Pallaria e nessuno le chiederà. In Calabria siamo fatti così. Del resto il Governatore lo ha ben “belato” a mo’ di capra ignorante quale è: “E chi dovevo nominare?”. Anche lei con un altro sorriso smagliante disegnato in faccia, che stavolta – più che somigliare ad un ghigno – rivelava tutta l’idiozia del soggetto e purtroppo di tutti quelli che hanno fatto sì che questa oca giuliva ricopra quel posto…
Praticamente lei, la capra o l’oca fate voi, ne ha scelto uno a caso per governare l’emergenza e non poteva che essere Pallaria, visto che già dirige tutto il possibile nella terra di Gratteri…
Qualcuno, magari il Codacons, proverà a chiederle le dimissioni di Pallaria, il dirigente illegittimo dai mille tentacoli più illegittimo e più potente d’Italia, ma non succederà nulla.
Dimissioni è un termine desueto che, non a caso, inizia con la lettera D, proprio come il termine che dovrebbe deterninarle: Dignità.
Un legame forte quello tra questi due vocaboli.
Dove manca la dignità, infatti, le dimissioni stentano sempre ad arrivare.
Ed allora prepariamoci: ci aspetta una lunga battaglia dove il virus è il nemico meno pericoloso.