Coronavirus, Diamante: il delirio di Don Magorno. Quoziente… sottozero

Don Magorno spaventa i suoi concittadini e mette alla gogna un’infermiera colpita da coronavirus e la clinica Rosano di Belvedere

Non conosce sosta la campagna elettorale del sindaco di Diamante Don Magorno, che a tutti i costi vuole accreditarsi come paladino dei suoi concittadini contro il coornavirus. E lo fa spaventandoli attraverso il suo mezzo preferito che sono le dirette Facebook. Si crede irresistibile ma in realtà l’italiano che parla è decisamente improbabile e al di là di qualche “avvertimento” paramafioso non riesce proprio ad andare, per quanto è vigliacco, impresentabile e inaffidabile. Un bluff in tutti i sensi.

E’ così che passa il tempo: chiuso nel suo ufficio, tra una messa solo per lui in Chiesa, un giro in macchina con il suocero che gli fa da autista e una visita ai suoi cantieri della Conad in costruzione in una zona ad alto rischio idrogeologico. Le uniche uscite fuori dal suo paesello le fa a Roma, ma non per le riunioni parlamentari che non gli interessano proprio, ma per quelle della Commissione del Copasir (quella dei sevizi segreti per intenderci) alle quali partecipa per essere sempre certo che nessuno gli prepari qualche bel “pacco”. Poi torna in Calabria e organizza cene in un noto ristorante di Belvedere, dove riferisce tutto al suo amico Gratteri e a qualche giornalista “unto” dal potere.

L’ultima diretta Facebook del sindaco, ieri sera, è stata allucinante. In questa diretta ha messo alla gogna una povera infermiera che nell’ambito del suo lavoro massacrante nella clinica Tricarico oggi Tirrenia, è stata colpita dal coronavirus. Medici e infermieri passano da eroi a untori nel giro di qualche minuto. Ma non solo l’infermiera è stata messa alla gogna, ma anche la stessa clinica di Belvedere Marittimo, dove questa lavorava, lasciando intendere, e quindi creando procurato allarme, che si è proceduto con superficialità, che non si vogliono dire i nomi del personale medico ed infermieristico con il quale questa infermiera è stata a contatto , che la situazione non è sotto controllo, per cui era meglio tenersi lontano da Belvedere e dal personale della clinica.

Con il solito fare paramafioso, minacciando future azioni penali contro chi ha messo in circolazione medici e infermiere infettate, ha detto di aver telefonato alle autorità sanitarie regionali lamentandosi su queste leggerezze, che in effetti non ci sono mai state.

La verità è che questa infermiera, dopo 15 giorni di ferie è ritornata al lavoro, nella clinica Tricarico oggi Tirrenia, e sabato scorso ha avvertito i primi malori. E’ stata subito isolata dallo stesso personale  e messa in quarantena nel suo paese di origine che è Tortora. Tutto il personale che ha avuto contatti con lei è stato immediatamente isolato e sia il reparto di Medicina che quello di Radiologia è stato disinfettato.

La situazione insomma è sotto controllo e l’allarmismo di Don Magorno non ha nessun senso se non quello di creare confusione nel Tirreno cosentino, perché questo soggetto impresentabile e inaffidabile vorrebbe anche ergersi a unico interlocutore serio fra i sindaci che in silenzio senza dirette Facebook e allarmismo continuano a fare il proprio lavoro. Il suo allarmismo ha creato il vuoto attorno alla clinica e sconcerto fra i ricoverati che si sono dati alla fuga avendo paura di un’infezione di massa.

Don Magorno pretendeva anche di sapere i nominativi di tutti gli infermieri e medici di Diamante che lavorano alla clinica, paventando – con il suo solito modo di fare – di riuscire ad ottenerli anche per altre vie, mettendo quindi a rischio anche questi lavoratori, peraltro  messi pure in cassa integrazione, che nel suo paese tutti conoscono. Sia la clinica che i sindaci di Tortora e Belvedere, con comunicati stampa, hanno smentito le dichiarazioni allarmate di Don Magorno, dicendo che la situazione è sotto controllo e che le persone con le quali è stata in contatto l’infermiera sono già state messe in quarantena.

E’ chiaro che il sindaco di Diamante è mosso da complessi di colpa di stampo freudiano, essendo stato lui assieme a tutti gli altri politici calabresi la causa dello smantellamento della sanità pubblica, favorendo proprio la stessa clinica di Belvedere, che fino a quando non è finita sotto amministrazione controllata, è stata un suo serbatoio di voti, ricambiati con licenze edilizie concesse nel territorio diamantese all’ex direttore sanitario dottore Pasqualino Tricarico, suo degno compare. Ma questo a Diamante lo sanno tutti, anche le pietre…