di Sergio Nucci, Presidente della Società Italiana di Ergonomia Dentale
Soprattutto per una categoria, quella dei dentisti italiani che ha deciso di rimboccarsi le maniche a proprie spese. Si perché proprio per noi dentisti riprendere sarà problematico. Dovremo fare i conti con l’approvvigionamento di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) adeguati e in gran quantità; dovremo predisporre protocolli di decontaminazione, sanificazione e igiene ancora più stringenti (a proposito, il 97% dei dentisti ha in studio autoclavi per la sterilizzazione dello strumentario), dovremo rimodulare tempi e modi degli interventi, dovremo gestire la nostra agenda in maniera tale da rispettare il distanziamento. Siamo abituati a farci carico di ogni adempimento (un numero incredibile negli ultimi anni) e non ci demoralizziamo per così poco.
Su una cosa però credo si debba essere tutti intransigenti: abbiamo necessità protocollo pre-ambulatoriale a salvaguardia dei pazienti e nostra, per questo motivo rivolgiamo un accorato appello: rendere obbligatorio per tutti i pazienti che necessitano di cure odontoiatriche un tampone diagnostico 24 ore prima della visita, e imporre, al contempo, al dentista e alla sua equipe, un analogo test settimanalmente. È dunque indispensabile che tutti i laboratori pubblici e privati convenzionati offrano, a clientela ed operatori, il test a prezzo di costo, consentendo così di erogare e/o sostenere le cure in piena sicurezza. Le ricadute saranno positive sotto ogni punto di vista. Potremmo contribuire a monitorare una fascia di popolazione non trascurabile e questo consentirebbe una ripresa più serena di un settore produttivo che fornisce lavoro a centinaia di migliaia di persone (tra operatori e comparto). Aiuterebbe insomma in concreto un mondo che ha voglia di ripartire ma che vuole farlo nel pieno rispetto dei diritti del cittadino-paziente. È un modo per stare dalla parte dell’Italia che vuole ripartire.