Il giornalista Emiliano Morrone ha reso noto il testo di una lettera inviata al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e al commissario alla sanità Guido Longo sul problema dell’attendibilità dei dati sull’andamento del contagio a Cosenza e provincia.
“In provincia di Cosenza – scrive Morrone – i dati relativi al Covid non sono chiari né puntuali. Ai cittadini non è dato sapere quanti siano i casi ancora attivi nei rispettivi Comuni. Infatti l’Azienda sanitaria provinciale pubblica i dati complessivi quando può e quando vuole; talvolta in maniera del tutto parziale e incompleta. Da diversi giorni, poi, l’Asp carica sul proprio sito Internet, e a fasi alterne, soltanto quelli relativi ai nuovi positivi registrati nella stessa giornata in ogni singolo Comune, perfino non di rado disattivando il link alle specifiche tabelle. Ciò è evidente, innegabile e sotto gli occhi di tutti”.
Secondo Emiliano Morrone “ad oggi, però, non si conoscono le ragioni di tale comportamento, che di certo non contribuisce a creare tranquillità e fiducia nelle comunità locali, preoccupate dall’elevato numero dei decessi, dalla rapida diffusione del virus, dai conseguenti effetti economici e dalla presenza di numerosi anziani e soggetti più fragili, che nel bisogno non possono contare su un’assistenza ospedaliera e territoriale adeguata, alla luce delle carenze croniche del Servizio sanitario calabrese e del generale, mancato potenziamento, dal marzo scorso, degli organici, della capacità di processazione dei tamponi, dei posti letto e dei vari strumenti di tutela della salute nell’intero territorio regionale”.
Morrone aggiunge: “Oltretutto, come noto, le differenti misure di contenimento della pandemia dipendono dalla trasmissione e dalla successiva valutazione dei dati, sulla cui trasparenza, doverosa intanto sul piano dell’etica pubblica, domina da settimane una confusione costante. All’ansia del momento, provocata da una malattia ancora ignota quanto spietata, si accompagna il timore, sempre più diffuso, che il monitoraggio non sia lineare, che la scarsa conoscibilità dei dati – questo si legge in lungo e in largo sui social (e non solo) – sia da ricondurre non soltanto a problemi di disorganizzazione ma anche a imprecisati e incomprensibili orientamenti politici”.
“Simili ipotesi – sottolinea Morrone – non trovano per ora oggettivo riscontro, sicché vanno interpretate come effetto della paura collettiva per la recrudescenza del virus, che nell’ultima primavera credevamo avesse risparmiato la Calabria”.
A giudizio del giornalista “c’è però un elemento certo, indubitabile e in una democrazia moderna alquanto grave: le comunità territoriali non sono messe nelle condizioni di conoscere i dati dei nuovi casi e dei guariti nei singoli Comuni, molti dei quali risultano «zona arancione» e sono quindi soggetti a minori limitazioni, comunque giustamente rigide. Nel contesto riassunto, appare crescere ogni giorno il dubbio che esistano anomalie nella ricostruzione statistica del preciso andamento del contagio”.
“Pertanto, nel merito da giornalista – e in primo luogo da cittadino calabrese – conclude Morrone – avverto il dovere di chiedervi pubblicamente, nell’ambito delle vostre competenze, di accertare i fatti, in modo che sia possibile tutelare appieno i residenti nei singoli Comuni. Ciò, anzitutto, perché nella lotta al Covid è indispensabile la collaborazione di tutti, che i cittadini danno con coscienza, impegno e sacrificio, attendendo dalle istituzioni sanitarie la massima trasparenza sui dati, che purtroppo tarda ad arrivare, per come sopra riferito. Confido nella vostra sensibilità e nel vostro celere intervento, ringraziandovi per l’attenzione e per le iniziative che vorrete assumere”.