Morra ha capito, dopo l’annuncio di espulsione dal Movimento 5 Stelle, che se vuole continuare a fare politica deve “armare qualche zimeca”. Ha bisogno di mettersi in mostra agli occhi delle gente oramai assuefatta dalle chiacchiere che per ben 8 anni ha portato avanti senza mai concretizzare nulla. Già, perché da quando è senatore per la nostra città ha fatto ben poco, o meglio nulla: aveva promesso una battaglia senza quartiere contro i corrotti di mestiere per ripristinare la “legalità perduta” tanto attesa dai calabresi onesti che per ben due volte gli hanno dato fiducia; aveva promesso di rivoltare la città come un calzino e di denunciare tutto il malaffare che a Cosenza è sotto gli occhi di tutti; aveva promesso una guerra aperta contro massomafiosi e servitori dello stato infedeli che da decenni soffocano l’economia locale, e invece tutto è finito come sempre, con la sua palese complicità, a tarallucci e vino.
Morra ha bisogno di uno “scudo” per proteggersi dalle aggressioni che provengono dal suo partito, ed è per questo che ha deciso di recuperare la sua immagine strumentalizzando la gravi crisi sanitaria che stiamo vivendo, sciacallando sulla salute delle gente così come fanno i politici corrotti che lui dice di combattere. Dopo anni di infame silenzio oggi si accorge che la sanità cosentina è in mano ad una vera e propria associazione a delinquere di stampo mafioso, come se lo sbando totale della sanità pubblica a Cosenza fosse cosa “nata ieri” e non un “continuum” che si trascina da sempre. Ha avuto ben 8 anni di tempo per denunciare le malefatte che ogni giorno si consumano nella sanità cittadina, usata come un bancomat da politici e malandrini di ogni ordine e grado (cosa risaputa da tutti in città, bambini compresi), ma ha preferito il “quieto vivere” alla denuncia. E tutto questo solo per tenere nascosti i suoi scheletri nell’armadio che i marpioni politici più volte hanno annunciato di rendere pubblici. Come a dire: se tu sputtani me, io sputtano te.
La verità è che Morra ha pensato di sfruttare l’emergenza vaccini con la speranza di far breccia nelle ansie dei cittadini, col solo scopo di recuperare popolarità e visibilità. Ha pensato di porsi come il novello spadaccino pronto a battersi contro i cattivi per difendere i diritti dei cittadini. Un modo, secondo lui, per attirare a se il consenso e la “simpatia” dei cittadini, per poter dire ai vertici del suo partito: ecco, la gente sta con me, ed io lotto per la gente. Il solito cazzaro di sempre.
Morra se davvero vuole fare qualcosa per la nostra città dovrebbe spiegare ai cittadini, ad esempio, che fine hanno fatto tutti i suoi esposti in procura, depositati presso l’ufficio della sua cara amichetta Manzini, sulle malefatte amministrative del sindaco e dei suoi compari; dovrebbe spiegare ai cittadini il perché ha impedito, come ha sostenuto il deputato Melicchio, l’ispezione al tribunale di Cosenza; dovrebbe spiegare il perché da presidente della commissione antimafia non ha mai parlato della massomafia cosentina. Ecco, prima di fare lo “spadaccino a nonna”, e di speculare sulla salute delle gente, spieghi tutto questo ai cosentini, e forse qualcuno, dopo, inizierà a prenderlo sul serio. Ma fino ad allora le sue restano solo “le sparate di un cazzaro politico in cerca di facili consensi”. Nè più, nè meno dei tanti politici responsabili del disastro in cui versa la sanità in Calabria.