Calabria 2021, la Commissione Antimafia di Morra&Peppe ‘ndrina e gli impresentabili: una farsa senza pudore

Potrebbe arrivare nella giornata di oggi il verdetto della Commissione parlamentare Antimafia sull’esame preventivo delle liste in lizza per le elezioni regionali. Praticamente solo il centrodestra (ovvero centromafia…) ha aderito all’iniziativa (facoltativa) pensata per evitare l’ingresso di “impresentabili” nelle coalizioni che il 3 e 4 ottobre prossimi saranno sottoposte al giudizio degli elettori calabresi. In totale sono 11 le liste (459 nominativi) inviate nei giorni scorsi a Roma, delle quali 9 del centromafia...

La commissione bicamerale renderà noti i risultati – ma non i nominativi (altra clamorosa presa per il culo!) – dello screening dopo la ricezione dei dati da parte della Direzione nazionale antimafia, che ha passato al setaccio gli elenchi ricevuti. La commissione conta così chiudere la partita nel giro di poco tempo, in modo da consentire la sostituzione di candidati eventualmente ritenuti “impresentabili”.

Da quanto filtra, ci sarebbe qualche bocciatura in vista per gli aspiranti consiglieri del centrodestra. Il candidato a governatore, Roberto Occhiuto, ha già fatto sapere di voler seguire le indicazioni in arrivo da Palazzo San Macuto, eccezion fatta per chi è accusato del reato di abuso d’ufficio.

In realtà, la procedura messa in campo per evitare infiltrazioni nelle liste presenta alcune falle: nulla infatti vieta ai partiti di inserire altri nomi a “rischio”, tenuti finora al riparo, rispetto a quelli già sottoposti all’attenzione dell’Antimafia. Ed è per questo che tutta questa “tarantella” indecorosa assume l’amaro sapore della farsa e della beffa per i calabresi. Perché a nessuno sfugge, tranne ai media di regime che continuano a raccontarci balle e menzogne, che dentro la Commissione Antimafia ci sono soggetti come Giuseppe Mangialavori, alias Peppe ‘ndrina e Wanda Ferro che sono stati eletti direttamente dai clan, per come emerge dalle stesse inchieste della Dda di Catanzaro, e che stanno regolarmente al loro posto a “giudicare” gli altri candidati. Roba da repubblica delle banane, quale è l’Italia.