Da quando è nato Iacchite’, altro non ha fatto che mettere nero su bianco tutto quello che ogni cosentino sa, ma che nessuno dice. Imbrogli, intrallazzi, inciuci, ruberie, corruzione, commistioni, ed ogni altro genere di malefatta. Ogni cosentino che si rispetti può raccontare almeno una decina di fatti di corruzione, o di ruberie avvenute nella pubblica amministrazione.
Parliamo delle malafatte dei politici. Non esiste uno, e dico uno, che a Cosenza non ha subito un abuso da parte delle istituzioni. Diritti negati, servizi fantasma, soprusi, e pedi i gaddri vari. Non esiste da noi, che so, il rispetto delle graduatorie, delle prenotazioni, “degli aventi diritto” di questo o quella prestazione.
Tutto scorre in base alle conoscenze. Conoscenze che si alimentano con voti e bustarelle. E in cambio la tua pratica o la tua posizione in graduatoria, in questa o quella lista, salta che è una bellezza. Funziona così da sempre. Una “abitudine amministrativa” fuori da ogni norma e regola che è diventata una prassi di fatto legalizzata. Non si scandalizza più nessuno.
Abbiamo pubblicato elenchi lunghi chilometri di raccomandati e clienti che percepiscono stipendi senza averne diritto, e soprattutto senza lavorare, nonostante ciò la reazione popolare non si è sentita. Né quella della politica sana che come dico spesso da noi non esiste.
Sarà forse perché pensiamo e speriamo che il prossimo ad entrare nelle grazie di qualche marpione potrebbe essere qualcuno di noi? Magari potrebbe capitare anche a noi un colpo di fortuna o l’opportunità di fare qualche leccata alla persona giusta e la nostra vita, come quella dei raccomandati di cui sopra, potrebbe cambiare. Fare ciroma non sempre serve.
Alcune volte, visto l’andazzo, è meglio non fare strusciu, altrimenti tutte le porte si chiudono e addio sogni di gloria. E’ così che spesso ragioniamo. E qualora qualcuno volesse dar sfogo alla propria sete di giustizia recandosi davanti ad un giudice, sa benissimo che a Cosenza non serve a niente. La procura è l’ultimo posto dove recarsi se vuoi denunciare qualcuno.
Perché oltre a non aver reso giustizia a nessuno, da noi c’è anche il rischio che a denunciare brogli e intrallazzi, finisci per essere indagato o arrestato, al posto del malfattore denunciato. Ma c’è chi invece nella giustizia ci crede, e continua ad affidarsi ad essa. Anche se di risultati non se ne vedono da decenni.
Ed è proprio questo l’argomento del giorno. La procura di Cosenza ha ricevuto, cito solo l’ultimo anno, almeno 5 esposti con ipotesi di reato sull’attività amministrativa della giunta Occhiuto. Esposti molto dettagliati sugli “abusi di ufficio” dell’amministrazione Occhiuto, presentati da consiglieri, deputati, senatori, e qualche cittadino. Tutti depositati in cancelleria e alcuni consegnati ari manu ai PM.

Nonostante questo, nessuna risposta è giunta dalla procura, anche solo per dire: non abbiamo ravvisato nessun reato, grazie della segnalazione e arrivederci. Niente. Come sempre la regola è il silenzio, o l’omertà se preferite.
Tutto quello che riguarda Occhiuto deve finire cestinato, questa è la “circolare” emessa dal procuratore Granieri. E nessuno si azzarda a dare seguito agli esposti. I PM come noi cittadini pensano, forse, anche loro questo: chi me la fa fare a mettermi contro il mio capo, che poi non faccio più carriera? Prima la sistemazione personale e poi, se ce ne rimane, qualcosina per la giustizia, ma sempre verso i morti di fame e i nemici del suo capo.
Sono mesi che chiediamo alla procura di verificare alcune cose che non tornano in merito a quello che denunciamo da tempo: affidamenti diretti a ditte amiche. Oggi rinfreschiamo la memoria alla dottoressa Manzini, sperando che si svegli o che si ricordi di fare il proprio dovere. Ovviamente citiamo alcune di queste ditte, ma i dubbi e le domande valgono anche per tutte le altre.
Partiamo con la società Alvir s.r.l. con sede legale inizialmente alla via Guido D’Orso e poi successivamente a via dei Mille n. 74.
Questa società, dal 2011, anno in cui Mario Occhiuto divenne sindaco della città di Cosenza ha aumentato notevolmente il suo fatturato come si evince dai bilanci. Ed ancora, tra i nomi più ricorrenti risultano esservi altre società quali la F.lli Amato s.r.l., la EdilPerri s.r.l , la EdilPerri s.n.c. e infine la società Effabi s.r.l.
Quest’ultima società, la Effabi s.r.l. in realtà fu la prima a beneficiare degli affidamenti diretti di questa Amministrazione Comunale.
Socio della Effabi s.r.l. è Rubino Francesco, fratello dei soci della Alvir s.r.l. Rubino Maurizio, Rubino Vincenzo e Rubino Alessandro.
Proprio tale circostanza ha richiamato la nostra attenzione: due ditte, con soci appartenenti al medesimo nucleo familiare ricevono gran parte dei cottimi fiduciari, quasi che in città non ci fossero altre ditte disponibili ad eseguire lavori per l’amministrazione comunale di Cosenza. La cosa è quantomeno strana.
Inoltre, tramite le visure camerali abbiamo provato a cercare la sede legale e operativa della suddetta società Alvir S.r.l: trattandosi di azienda con oggetto sociale abbastanza ampio, sarebbe logico aspettarsi che chiunque voglia usufruire dei servizi offerti da tale azienda, sia esso privato cittadino o ente pubblico, abbia modo e possibilità di contattare la stessa, ma quest’ultima circostanza, a quanto pare, è di difficile attuazione.
Infatti, nel luogo in cui dovrebbe essere ubicata la sede legale, non risulta esservi alcuna indicazione relativa a detta società, mentre sul citofono condominiale si possono leggere i nomi di Rubino F. e Cucunato: ipotizziamo che questa privata abitazione possa essere riconducibile alla sede legale della Alvir srl.
Ulteriore circostanza da prendere in considerazione è come il comune di Cosenza possa contattare con tale semplicità le aziende su citate, in quanto tutti i numeri presenti su visure camerali e reperibili su internet, risultano inattivi. Forse comunicano con i segnali di fumo.
E ancora, dai bilanci risulta che la società Alvir s.r.l. possieda dei macchinari utili allo svolgimento delle proprie attività sociali ma, nonostante gli sforzi, non siamo riusciti a reperire indirizzi dove questi mezzi dovrebbero essere ubicati.
Parrebbe che i mezzi operativi della Alvir, siano rimessi presso la sede operativa della ditta Fratelli Amato sita in C/da Ciavolo (Cs).
Inoltre, sembrerebbe che Gabriele Cucunato, fratello di Domenico Cucunato, ex dirigente del settore 10 – Infrastrutture del Comune di Cosenza (firmatario della maggior parte delle determine dirigenziali riguardanti gli affidamenti diretti) ha o ha avuto rapporti di collaborazione lavorativa prima con la Effabi srl e successivamente con la Alvir srl. Altra circostanza sospetta che fa pensare ad un “cartello”.
Passando a trattare delle ditte EdilPerri srl e EdilPerri snc: l’attenta lettura delle visure camerali ha fatto rilevare la presenza dei medesimi soci in entrambe le aziende, mentre dall’analisi delle determine dirigenziali emanate da vari settori della macchina amministrativa del comune di Cosenza, si può evincere che la prima, si è aggiudicata tutta una serie di appalti con ribassi d’asta irrisori, la seconda è solita essere contattata per gli affidamenti diretti.
In ultimo la ditta F.lli Amato s.r.l., dopo il 2011, anno di entrata in carica dell’amministrazione Occhiuto, ha aumentato in maniera esponenziale i ricavi, come si evince dai bilanci.
Inoltre, a guardare l’organico di queste ditte, ci si chiede come sia possibile che delle società impegnate in quasi tutti i lavori della città di Cosenza abbiano solo 2 operai assunti regolarmente. Vale sempre la pena evidenziare che tutte i servizi e le forniture, “offerte” da queste ditte rientrano sempre nei 40.000 euro, ciò permettendo il frequente ricorso agli affidamenti diretti. Abbiamo più volte chiesta alla procura di verificare se i responsabili dei vari uffici del comune di Cosenza che si sono occupati di affidare i lavori di che trattasi, hanno effettivamente svolto un’attività di indagine di mercato e abbiano rispettato il principio della rotazione così come stabilito dal codice degli appalti.
È singolare come ricorrano solo cinque ditte in tutta la provincia di Cosenza quali beneficiarie degli affidamenti.
Abbiamo provato a verificare anche se le ditte in questione siano in possesso della certificazione antimafia o se ne abbiano fatto richiesta e siano in attesa di ottenimento, così come previsto dalla normativa vigente in materia. Ma il silenzio la fa da padrona. Un aspetto di non poco conto su cui facciamo una precisazione agli avvocatoni di Occhiuto: se è pur vero che il codice delle leggi antimafia prevede la comunicazione antimafia per servizi e forniture pubbliche tra i 150.000 € e 207.000,00 € e lavori pubblici tra i 150.000 € e 5.186.000€, la Legge n.114/2014, di contro, prevede le cosiddette “White Lists” necessarie per lo svolgimento di attività maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa ed a prescindere dalle soglie stabilite dal Codice Antimafia; tali attività sono definite all’art.1 comma 53 della Legge n. 190/12.
Ebbene, dall’oggetto sociale delle società di cui vi stiamo parlando si può notare che nelle attività da esse svolte vi siano proprio quelle indicate dall’art.1 comma 53 della legge 190/2012.
Sarebbe impensabile che un’Amministrazione Comunale affidi dei lavori utilizzando soldi pubblici a delle società che non siano in regola con la certificazione antimafia così come previsto dalla legge 190 /2012 per come modificata dalla legge 114/2014”.
Queste sono le cose che chiediamo di chiarire alla procura. Un cartello di ditte amiche che ha intascato quasi 8 milioni di euro, per lavori di cui non si capisce né l’esecuzione, né l’utilità. Lo chiediamo alla procura, visto che l’ex sindaco non ritiene opportuno fornire spiegazioni su questo sperpero ai cittadini.
GdD