In una terra di ‘ndrangheta, massomafia, abusi di potere di ogni genere, corruzione a qualsiasi livello istituzionale, la questura di Cosenza ieri sera ha scelto di dispiegare una quantità di forze dell’ordine esorbitante per fermare la libertà di espressione, chiudendo del tutto il corso pedonale e spintonando i manifestanti per impedire il corteo.
Nonostante le forti limitazioni all’agibilità democratica, la piazza di ieri sera è stata partecipata, rumorosa e determinata nel pretendere diritti e tutele. Dai lavoratori a rischio licenziamento, alle famiglie sotto minaccia di sfratto, dai giovani calabresi che si oppongono all’emigrazione forzata, ai cittadini di Cariati che si battono per la riapertura degli ospedali e per una sanità pubblica di qualità, tutte e tutti hanno rimarcato la necessità di continuare uniti a protestare.
Lunedì 6 Dicembre, infatti, presso la sede di Confindustria verrà discusso il destino dei 50 lavoratori a rischio di licenziamento delle cliniche San Bartolo e Misasi. Noi saremo lì per opporci con forza a questa ennesima negazione del diritto al lavoro e a una vita dignitosa.
In settimana, poi, sarà la volta delle famiglie a rischio sfratto a causa della mancata erogazione dei fondi per l’emergenza abitativa da parte del Comune di Cosenza.
Questo è il momento in cui bisogna decidere da che parte stare, è tempo di reagire!
Grazie a tutte e a tutti per esserci stati/e, non finisce qui.
USB Cosenza – COBAS Cosenza – FGC Cosenza