Oggi alle 15 al Duomo di Padova tutto il mondo del calcio italiano (e non solo) saluterà per l’ultima volta Gianni Di Marzio. Forse non tutti lo sanno, ma Gianni era anche un giornalista e il presidente dell’Ussi, Gianfranco Coppola, rappresentante plastico della “vecchia guardia”, gli ha dedicato un paio di ricordi intensi e struggenti, così come avevano già fatto Antonio Corbo, sempre per la vecchia guardia (antonio corbo per repubblica) e Furio Zara (furio zara per gazzetta dello sport) per la nuova generazione di giornalisti, coetanei di suo figlio Gianluca, naturalmente giornalista.
Orgoglioso della sua appartenenza all’Ordine dei giornalisti e delle tessere di cronista sportivo, era felice – scrive Coppola su Giornalistitalia -. Gli consentivano di entrare anche alle gare all’estero meno note alla ricerca di talenti da segnalare. Ussi (Unione Stamoa Sportiva Italiana) piange Gianni di Marzio allenatore, quindi dirigente e talent scout, poi opinionista. Papà d’arte (Gianluca ha talento pari alla modestia ambedue in dosi massicce), ha accompagnato generazioni di cronisti con garbo, simpatia, diniego mai volgare ma sempre e soprattutto competenza.
A lui debbo una delle prime grandi emozioni di carriera: aveva già segnalato Maradona a Ferlaino, ma prima del 1980 le frontiere erano chiuse, e nell’82 portò il Catania in serie A dopo tre soffertissimi spareggi. Non so come Antonio Corbo, all’epoca già strepitoso inviato del Corriere dello Sport, riuscì a far volare sull’aereo per l’aeroporto di Fontanarossa anche il giovane inviato di Tutto B/C, magazine di calcio diretto da Alfio Tofanelli. Non avevo biglietto, mah, e forse neppure Corbo.
A bordo due file davanti a noi c’era Pippo Baudo emozionantissimo che fece il giro del velivolo come accompagnasse la sposa: Gianni Di Marzio…
Addio, amico. (giornalistitalia.it)
Ma il ricordo più bello di Gianfranco Coppola è stato trasmesso come “copertina” da Raisport al 90° minuto di sabato 22 gennaio. Eccone il testo integrale, nel quale sono comprese anche alcune frasi del ricorso su Giornalistitalia e – per chi vuole vedere le immagini – il link (https://www.raisport.rai.it/video/2022/01/90-Minuto-del-Sabato-5b50d476-47d6-49ca-a27b-d77624076720.html)
di Gianfranco Coppola, presidente Ussi – Unione Stampa Sportiva Italiana –
Unanime e avvolgente, pesante e coinvolgente il dolore per la morte di Gianmi Di Maezio. Giusto piangerlo: allenatore, quindi dirigente, quindi dirigente e talent scout, poi opinionista, Amava Napoli e la città ma non per partito preso rintuzzando all’occorrenza la difesa d’ufficio populista. Ha accompagnato generazioni di calciatori, arbitri, operatori di mercato, dirigenti e anche noi cronisti con garbo, simpatia, diniego mai volgare ma sempre e soprattutto competenza.
Segnalò Maradona a Ferlaino ma prima del 1980 le frontiere erano chiuse e successivamente ha visto prima degli altri Cristiano Ronaldo, Pato e altri diventati campioni. Ha vinto molto, firmando imprese e trionfi – Catanzaro e Catania in Serie A – partendo dall’Internapoli fino all’amatissimo Napoli.
Gianni Di Marzio, la chiacchiera, una sorta di labbro di Louisville (così in molti definivano il leggendario Muhammad Alì, ndr) alla partenopea. Negli ultimi anni ha convissuto col ruolo di opinionista nei talk show all’ultimo hurrà col suo stile. Aveva rispetto per tutti e cuore, davvero ci mancherà con quel suo coinvolgente modo di riprendere negli ultimi tempi colloqui radi ma come se fossero stati interrotti qualche ora prima. Un altro calcio ma lui in questo moderno non era una figurina di complemento ma ancora un grande protagonista.