Bambina costretta a subire abusi sessuali dal “nonno orco” nel Vibonese

“Ti taglio la testa, ti picchio”. Una minaccia che era solo l’aspetto meno traumatizzante di tutta la vicenda. C’erano infatti anche pugni, capelli tirati e, soprattutto, atti sessuali che era costretta a compiere e subire. Una storia che farebbe rabbrividire in qualunque caso ma che lascia senza parole quando si legge che la vittima era una bambina del Vibonese di 11 anni non ancora compiuti.

La denuncia di un’insegnante
L’uomo, di quasi 70 anni residente in provincia di Vibo, è stato arrestato qualche giorno fa dalla Polizia di Stato di Vibo Valentia. L’indagine, coordinata dalla Procura di Vibo guidata da Camillo Falvo e nelle mani del sostituto procuratore Maria Cecilia Rebecchi, è nata dalla formale denuncia presentata da un’insegnante della piccola che – con il pieno appoggio della dirigenza scolastica e dell’intero corpo insegnante – a inizio aprile ha informato la Polizia di essere venuta a conoscenza del fatto che una delle sue alunne era vittima di abusi da parte del nonno. Alla docente lo aveva raccontato la stessa bambina – che l’insegnante aveva notato essere particolarmente triste e con tendenze a isolarsi e ad estraniarsi dal contesto – di cui era riuscita a ottenere la fiducia.

Gli abusi in casa, in macchina o in luoghi isolati
Secondo la ricostruzione degli inquirenti in più occasioni l’uomo avrebbe caricato in auto la piccola, anche dopo essere andato a prenderla a scuola, e l’avrebbe portata in luoghi isolati dove ci sarebbero stati gli atti sessuali che in alcuni casi avrebbero portato anche alla perdita di sangue. Ma gli abusi sarebbero avvenuti anche in una casa costruita dall’uomo, in auto, in un’auto abbandonata. A volte davanti alle due sorelline che la bambina, tirando fuori un coraggio che nessuno dovrebbe chiedere a qualcuno della sua età, cercava di proteggere. Un comportamento disumano che sarebbe andato avanti per diversi anni, a partire dal 2019 (quando la piccola aveva solo 8 anni). In cambio del silenzio, e se avesse fatto tutto quello che chiedeva, il nonno le avrebbe promesso delle patatine o un gelato.

Il video girato dalla madre
Possibile che nessuno, in famiglia, si sia accorto di nulla? La piccola racconta di non essere stata creduta da alcuni familiari. Inoltre esisterebbero anche alcuni video, uno dei quali sarebbe stato girato dalla madre. La stessa, interrogata, ha detto di aver affrontato il suocero che però aveva sempre negato gli abusi giustificando il fatto di aver tirato fuori l’organo genitale, davanti alle piccole, per l’impellenza di dover urinare. Il video in questione, dunque, sarebbe stato effettuato per avere una prova degli abusi. Dopo essere stata convocata dalla Polizia, precisiamo, anche la madre ha sporto denuncia verso l’uomo.

I gravi indizi di colpevolezza
Si tratta di un provvedimento ancora nella fase delle indagini preliminari, e quindi la colpevolezza dell’uomo è ben lontana dall’essere confermata, ma gli indizi appaiono piuttosto gravi. Scrive infatti il gip del Tribunale di Vibo Valentia Francesca Del Vecchio, applicando la misura cautelare della custodia in carcere, che “la piccola è stata ascoltata da una psicologa specializzata della Polizia di Stato, che ne ha valutato l’attendibilità e la piena capacità di riferire i fatti accaduti”. Non solo: “Le dichiarazioni della persona offesa, di per sè già coerenti e prive di elementi idonei a metterne in dubbio la veridicità, trovano conferma nelle dichiarazioni delle persone ascoltate dalla Polizia, dai video allegati e dalla documentazione medica acquisita“. Per queste ragioni, non apparendo idonei gli arresti domiciliari, il giudice ha disposto che l’uomo venisse portato in carcere in via cautelare. Il provvedimento è stato firmato il 15 aprile, Venerdì santo. Fonte: Zoom24