Poi qualcuno mi ha spiegato che mentre la “Freccia” segue orari nazionali, il treno per Cosenza risponde ad esigenze locali. Ho fatto notare che cinque minuti in più per il treno locale non avrebbero comportato gravi ritardi ai pendolari (come mi si rispondeva dai bene informati a titolo giustificativo) mentre i viaggiatori della “Freccia” annullano i vantaggi della velocità costretti ad aspettare a Paola senza spesso potersi neanche sedere … possibile che non ci sia nulla da fare? Naturalmente il disagio non riguarda chi trova la macchina ad aspettarlo…
Ma ora ne approfitto per denunciare ciò che mi è capitato. E’ vero che più di una volta la Frecciarossa del pomeriggio fa ritardo ma a dicembre addirittura invece di arrivare intorno alle 18 siamo arrivati a Paola intorno alle 23 e naturalmente l’ultimo treno era partito da pochi minuti, vuoto, per Cosenza perché non si era ritenuto opportuno ritardarlo né prevedere soluzioni alternative per i poveri viaggiatori che siamo rimasti sul marciapiede senza potere raggiungere Cosenza, tranne il solito onorevole atteso dall’autista. Abbiamo dovuto attendere l’arrivo di taxi da Cosenza perché i tassisti di Paola non rispondevano. Al vento e al freddo, essendo scesi accaldati dall’eccessivo riscaldamento del treno.
Conseguenza? Ho preso una bella bronchite che mi è durata un mese.
Speriamo che qualcuno si preoccupi di usare la logica perché la situazione attuale è fuori da ogni logica e soprattutto senza rispetto per i comuni mortali…
Davanti all’inquietante quadro della gestione delle liste d’attesa, descritto dall’inchiesta della Procura di Catanzaro sul reparto di Oculistica del policlinico, si muovono i vertici dell’Azienda...