Calabria, il concorso truccato per l’uomo di Mancuso: fioccano gli accessi agli atti tra le bugie di Macrì

CONCORSO TRUCCATO. Fioccano gli accessi agli atti tra le bugie di Macri!

La tempesta pare non essersi placata dentro Palazzo Campanella. Infatti nonostante l’urgenza di avviare un bando di mobilità su misura per la copertura di un posto di dirigente amministrativo, che poi (ovviamente) ha vinto il capo di gabinetto del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso (già laureato in… Veterinaria e ora anche laureato in tempi record all’UniPegaso in Scienze economiche), il dottore Domenico Macrí non solo oggi non intende mollare la postazione che occupa ma scopriamo anche, leggendo il bando, che questi risulta essere incompatibile con la postazione dirigenziale appena “conquistata”!

Ma ricordiamo i fatti. Il dottore Domenico Macri con l’avallo del presidente del Consiglio Regionale, il leghista Filippo Mancuso (suo braccio destro e ideatore della procedura-truffa) e con l’aiuto della segretaria più pagata d’Italia Stefania Lauria ha creato un bando su misura che gli avrebbe consentito, così com’è avvenuto, di trasferirsi attraverso una mobilità pilotata dall’inizio alla fine da dirigente della Cittadella (dove era in servizio prima di diventare capo di gabinetto di Palazzo Campanella) a dirigente del Consiglio regionale.

Il fine – possiamo immaginarlo – è da ricercare nei lauti stipendi dell’assemblea legislativa e nello stesso tempo ricrearsi una verginità lavorativa visti i scarsi risultati ottenuti in Giunta oltre che poter diventare in un sol colpo il dirigente più anziano del palazzo ed ambire a ruoli più importanti vedi direttore generale o segretario generale.

In Cittadella, inutile dirlo, non avrebbe mai potuto solo pensare di ricoprire tali incarichi, vista la scarsa considerazione di cui gode il burocrate.

In un primo momento il sindacato dei dirigenti aveva bloccato il primo bando palesemente fuori legge per la mancanza di requisiti minimi di legalità.

Il bando allora viene riproposto nel pieno dell’estate proprio durante la presentazione delle liste per le Politiche, nel totale silenzio va avanti il suo iter che come abbiamo ampiamente scritto ha visto il costituirsi di una commissione esterna pagata con soldi pubblici guarda caso composta da due docenti della UniPegaso e della stessa facoltà che aveva laureato Macrí a marzo 2022 (solo pochi mesi prima del bando!!!) in Scienze economiche, visto e considerato che con la laurea in veterinaria era impossibile parteciparvi.

Macrì ovviamente vince il bando classificandosi primo e con un enorme distacco da candidati molto più autorevoli di lui e con curriculum vitae palesemente più strutturati del suo che svolgono in maniera egregia da anni ruoli anche apicali in Cittadella.

Leggendo comunque il bando ci si accorge che nn c’è nessuna possibilità di scorrimento e questo è ben evidenziato dagli artt. 7 e 8 dello stesso bando.

Questo lo specifichiamo perché ci risulta che il Macrí per calmare le acque stia promettendo scorrimenti di graduatoria a valanga. Ma da come si evince è una bugia bella e buona!

E c’è di più… Addirittura leggendo l’articolo 8 del bando si scopre che essendo l’incarico di capo di gabinetto pregresso al bando stesso Macrí dovrebbe rinunciare subito alla carica di capo gabinetto per fare il dirigente amministrativo, visto che è lui il vincitore della mobilità ed il Consiglio ha necessità di un nuovo dirigente.

Solo se rinuncerà al ruolo di dirigente (che si era cucito addosso) la graduatoria potrà scorrere fino al secondo classificato (Felice Iracà).

Quindi, sempre secondo l’art. 8, appena riceverà il nulla-osta e il trasferimento del contratto dalla Giunta regionale al Consiglio si dovrà dimettere da capo di gabinetto oppure rinunciare alla mobilità.

Certamente non potrà giustificare l’eventuale scelta di attendere la fine dell’incarico istituzionale e poi farsi accordare il nulla-osta.

Se ciò dovesse accadere verrebbe meno la stessa esigenza di avviare una procedura di mobilità ed il presidente Mancuso dovrebbe giustificare ai calabresi questo ulteriore abuso.

In più sappiamo che fioccano continue richieste di accesso agli atti (i nomi per correttezza non li inseriamo).

Insomma Mancuso e Macrí questa volta l’hanno fatta veramente grossa e si aspetta una risposta seria da parte di Occhiuto (che prova disperatamente e col suo sorriso ebete a fare finta di niente…) ma anche delle opposizioni che stanno studiano il caso. Sappiamo bene che l’opposizione non fa neanche il minimo sindacale ma in questo caso sarebbe come non vedere un elefante in un negozio di porcellane…

Intanto, le procure dei Tribunali penali e contabili sono già al lavoro per capire se ci sono azioni da compiere nell’immediatezza. E in questo caso stanno “lavorando” meglio rispetto a consiglieri notoriamente “venduti” come, per esempio, Amalia “Lady Truffa” Bruni, Mimmo “Chiù Chiù! Bevacqua o Antonio Lo Schiavo o Davide Tavernise, tanto per citare i primi “bidoni” che ci vengono in mente. Chissà che leggendo i loro poco riveriti nomi non si sveglino dal torpore degli inciuci e delle pastette. Povera Calabria nostra!