Corigliano-Rossano, sanità malata: “Siamo il capro espiatorio”. Annunciate proteste

L’ennesimo episodio a Corigliano-Rossano (il quarto in soli sei mesi) di decesso di un paziente colpito da infarto al cui capezzale è giunta ancora un volta l’ambulanza del 118 con l’equipe senza medico, ma solo con autista ed infermiere, ha prodotto duro risentimento e protesta che potrebbe sfociare in altre iniziative eclatanti, nella schiera di autisti ed infermieri che fanno parte delle varie equipe di emergenza dell’intero territorio della Sibaritide ed anche della provincia, ancora una volta coinvolti, loro malgrado, in una vicenda grave come la morte del paziente.

Nonostante la preparazione e la professionalità del personale infermieristico e l’abnegazione degli autisti che si prodigano nelle varie emergenze, il più delle volte essi non possono praticare tutto quello che occorre, come l’utilizzo di alcuni medicinali che può iniettare solo ed esclusivamente il medico. In molti casi sono costretti ad assistere impotenti al decesso del paziente in attesa che giunga sul posto il medico con altra ambulanza o con elisoccorso come accaduto l’altro ieri ad un paziente 47enne di nazionalità romena abitante allo Scalo di Rossano che ha potuto solo constatarne la morte. Essi sono stanchi di continuare ad essere capro espiatorio di tanti episodi gravi, spesso chiamati in causa ed additati come responsabili del grave fatto accaduto o indagati dalla magistratura per la verifica, se corrette o meno, delle manovre svolte adeguate per evitare l’accaduto.

E sicuramente autista ed infermiere, intervenuti pochi giorni fa nella contrada Zolfara di Rossano per soccorrere un paziente 37enne con infarto, per la cui gravità è stata fatta intervenire un’altra ambulanza, questa volta con medico, giunta dopo 40 minuti, che ha potuto constatare solo il decesso, saranno sentiti dal magistrato dopo la denuncia presentata dai familiari che ha prodotto il sequestro della salma per appurare le eventuali inadempienze. Una situazione che la dice lunga sullo stato in cui versa la sanità nel territorio e soprattutto il servizio di emergenza del 118.

Tra le incongruenze figura il fatto che i medici delle Asp calabresi continuano ad operare in regime di convenzione e privati del diritto alle ferie e all’indennità di malattia, generando un fuggi fuggi da questo servizio, come denunciato più volte dal segretario regionale dello Smi Sinibaldo Iembelli, responsabile della postazione del 118 di Rossano. Ora a quanto sembra, autisti e infermieri avrebbero intenzione di dire basta a tutto ciò. Fonte: Gazzetta del Sud