La malapolitica e la ‘ndrangheta condizionavano e condizionano ancora a Crotone ma più in generale nell’intero territorio calabrese tutto il sistema della pubblica amministrazione e naturalmente anche la sanità.
Gli inquirenti della Dda annotano tra le altre vicende finite nel mirino dell’operazione Glicine di oggi “… la penetrazione nell’Asp di Crotone, mediante la precisa concertazione tra Mario Oliverio, Giancarlo Devona, Vincenzo Sculco, Nicola Adamo, in ordine al controllo del predetto ente, attraverso la rimozione dell’allora direttore generale Sergio Arena – persona sgradita a Sculco – e la preposizione di una figura di vertice che assicurasse un segnale di discontinuità con il passato, nella specie Antonello Graziano, soggetto gradito a Sculco, così come a Oliverio, Devona e Adamo… Il Graziano avrebbe contribuito poi a nominare i dirigenti medici Francesco Masciari e Pietro Brisinda, anche loro legati a Sculco medesimo…”.
Lo scopo? Sempre “chiedere il voto in favore di Flora Sculco per le successive elezioni regionali 2020, nella lista di centrosinistra con la quale Mario Oliverio aveva in animo di candidarsi, prima della designazione di altro candidato a Presidente della Regione, da parte del Pd (Pippo Callipo, ndr), e la rinuncia di quest’ultimo alla competizione”.
Antonello Graziano oggi è il direttore generale dell’Asp di Cosenza nominato dall’attuale presidente della Regione Roberto Occhiuto, il quale – con la solita faccia di bronzo – commentando il blitz di Gratteri si è addirittura compiaciuto della “bontà” delle sue nomine nella sanità. Ecco, evidentemente Robertino non ha letto l’ordinanza e non ha letto le considerazioni della Dda di Catanzaro altrimenti non avrebbe aperto la bocca per dire cazzate anche se lo fa tutti i santi giorni. Ma questo “scivolone” è realmente da Guinness dei primati… In perfetto stile Occhiuto, del resto. Il presidente della Regione ha fatto la stessa, identica cosa del suo illustre predecessore: ovvero nominare un “pupillo” di Palla Palla, Nicola Adamo ed Enzo Sculco. Eh sì, perché la Santelli l’aveva cacciato ma Robertino, da bravo servo del potere, gli ha ridato un posto al sole. Alla faccia del cambiamento…