La Calabria ha pianto nel 2023 che ci ha appena lasciato la scomparsa di Otello Profazio, leggendario cantautore e cantastorie, che ha abbracciato con la sua monumentale opera tante generazioni di calabresi. Negli ultimi anni della sua vita, Otello aveva stretto una bella amicizia con un altro cantautore calabrese, Peppe Voltarelli, cui da tempo Profazio aveva consegnato la sua eredità.
Peppe Voltarelli, cantante, autore, attore, definito dalla critica “tra i migliori crooner di casa nostra, appassionato e tellurico bluesman della Sibaritide (è nato a Mirto Crosia), dalla voce potentemente espressiva“ ha vinto la “Targa Tenco” 2016 con l’album dedicato proprio a Otello Profazio “Voltarelli canta Profazio” ”edito da Squilibri Editore. Nello stesso anno nel quale a Profazio era stato assegnata la “Targa Tenco” alla carriera.
Un’opera che rappresentava un simbolico passaggio di consegne tra uno dei più emblematici esponenti della cultura e della canzone d’autore e l’antesignano del folk revival in Italia.
Otello Profazio ha rappresentato una grossa fetta della cultura popolare nostrana e Peppe Voltarelli è riuscito a metterlo sotto una nuova luce in questo tributo in cui si ricrea l’atmosfera dei vecchi racconti in musica dei cantastorie, restituita alla visione e all’ascolto secondo modalità e forme espressive al passo con i tempi. Sull’esile tappeto musicale di quei racconti si è così innestata una ricca fioritura di suoni, ritmi e melodie per animare una straordinaria macchina musicale, esaltata dalla voce potentemente espressiva, e ricca di una sorprendente pluralità di declinazioni, quanto mai incline al recupero di pagine memorabili della nostra storia.
Peppe Voltarelli, anch’egli calabrese, cantante ed autore di canzoni, nel 1990 ha fondato il gruppo Il Parto Delle Nuvole Pesanti, che ha poi lasciato nel 2005 per dedicarsi ad un’intensa ed instancabile carriera solista che lo ha portato a vincere il primo Premio Tenco nel 2010 oltre che ad esibirsi sui palchi di tutto il mondo e alle più svariate e ispirate collaborazioni artistiche, nel campo teatrale, letterario e cinematografico, oltre che musicale. Il tributo a Profazio ha rappresentato un punto di svolta della sua carriera con rimandi a Ignazio Buttitta, Carlo Levi e Saverio Strati.
Otello Profazio e Peppe Voltarelli poi hanno cantato e suonato per la prima volta insieme, il 27 aprile 2018 al Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
I due cantautori, pur appartenenti a generazioni diverse, ma accomunati dall ’amore per la loro terra di origine, la Calabria, dalle tradizioni musicali e dialettali del Sud, e dalla sottile satira che traspare dai loro brani che toccano anche temi di natura sociale e attuale, hanno dato vita ad un applauditissimo live d’autore che ha confermato tutte le attese della vigilia.
Peppe Voltarelli ha magistralmente eseguito con la sua personale interpretazione i brani del maestro calabrese e tra questi i celeberrimi “La leggenda di Colapesce”, “Mafia e parrini” e “Qui si campa d’aria”, brano del 1974, malinconica e satirica riflessione sui mali del Dud, disco d’oro per un milione di copie vendute che, come ha affermato Voltarelli prima di eseguirla £ha la tremenda maledizione di essere ancora attuale , malgrado siano passati più di 40 anni“.
Quando “La leggenda del folk italiano”, L’ultimo dei cantastorie, Otello Profazio è salito sul palco, il pubblico è rimasto incantato dalla sua voglia di palcoscenico, dalla sua vitalità, simpatia, vis comica e ironia: accompagnato dal bravissimo chitarrista Saverio Viglianisi il maestro tra un brano e l’altro ha deliziato la platea con battute, ricordi, aneddoti e riflessioni.
Ha ricordato con affetto il suo periodo milanese ed i suoi contatti coi più grandi cantautori italiani, Gaber, Lauzi, Iannacci, De Andre’, e ha iniziato il suo live, creando una splendida atmosfera con la sua calda voce e con il sound della sua chitarra accarezzata delicatamente, eseguendo uno dei brani del suo ultimo album “La Storia” intitolato “La Ballata consolatoria del popolo rosso”, dedicata agli uomini che credono fermamente in un ideale: poi via via altri famosissimi brani tra cui “Ciucciu beddu di stu cori” ovvero “ Lamento del contadino per la morte dell’asino “ – plagiata dal comico americano Danny Kaye (che la trasformò in una canzone d’amore per una donna!) – “La democrazia”, satira sui partiti politici italiani e “Amuri amuri” dal film “L’amante di Gramigna“ che secondo il maestro contiene la più bella strofa d’amore del Sud; duetto finale dei due bravissimi artisti che hanno eseguito, tra gli applausi del pubblico i brani di Otello Profazio.