Mirto Crosia, politica e palazzi: ecco come funziona il sistema di “zio Totonno”. Protagonisti e retroscena

A Mirto Crosia si respira aria pesante. A distanza di meno di due mesi, la procura di Castrovillari ha proceduto al secondo sequestro di fabbricati con il carattere dell’urgenza. In sostanza, siamo davanti al seguito del primo sequestro, che già aveva fatto molto rumore e scalpore.

Si tratta di sette corpi di fabbrica costituiti ciascuno da due unità abitative uguali nella dimensione e forma composte da un piano terra e un piano sottotetto realizzati in località Fiumarella nel comune di Crosia.

Le sette strutture, realizzate in due momenti distinti, tre delle quali in gran parte finite e quattro in fase di costruzione, sono state poste sotto sequestro perché ritenute, allo stato e salvi i successivi approfondimenti da svolgersi anche su indicazione degli indagati, realizzati in violazione della disciplina pianificatoria urbanistica e i cui titoli di autorizzazione sono ritenuti in contrasto con le normative previste.

In particolare, le indagini effettuate hanno consentito di ipotizzare, allo stato attuale delle indagini, che in tale area e per tali strutture, sono stati rilasciati permessi a costruire in carenza di qualsiasi strumento urbanistico di esecuzione, su terreni di estensione inferiore a quella per la quale la normativa consente l’edificazione ed in area priva di qualsivoglia opera di urbanizzazione secondaria.

Tutto ciò in violazione alla legge urbanistica della Regione Calabria che regola le aree oggetto di interventi edilizi. Per tali motivazioni, ed in virtù della trasformazione del territorio effettuata in assenza di un piano strutturale comunale, l’Autorità Giudiziaria ha ipotizzato sia il reato di “Lottizzazione abusiva” che la sussistenza di reati contro la Pubblica Amministrazione. Il valore delle opere sequestrate si ipotizza essere non inferiore a € 600.000.

Con il nuovo sequestro siamo arrivati a 26 unità abitative sequestrate per un valore complessivo che supera i due milioni di euro, visto che il valore di questi nuovi fabbricati sequestrati supera 1.500.000 euro.

Fin qui le notizie “ufficiali” nelle quali non ci sono i nomi e i cognomi dei responsabili e quelli che ci sono (rappresentante legale della Ditta esecutrice dei lavori, i due progettisti e direttori dei lavori, e i due tecnici comunali all’epoca dei fatti responsabili del settore urbanistica) altro non sono che “esecutori” di ordini impartiti dall’alto.

Cerchiamo allora, come sempre ci sforziamo di fare, di capirne di più.

Grillo – lo sanno proprio tutti in paese, anche se fanno fatica a pronunciarne il cognome – è l’imprenditore che da anni, insieme ai vari sindaci ma soprattutto di quello attuale – Antonio Russo -, peraltro al terzo mandato, si occupa di lottizzare qualsiasi cosa e costruire e vendere con il sostegno del peggio della classe politica. La sua rinomata ditta si chiama GRILLO COSTRUZIONI DI GRILLO GIUSEPPE & C. S.A.S.

Il figlio del sindaco Russo insieme al padre – ufficialmente nullatenente – si sono ritrovati in 9 anni di amministrazione a fare la bella vita, con macchinoni e ville, nonostante il paese di Crosia versi in situazione pietose con debiti di oltre 20 milioni sui quali per quanto se ne sa Corte dei conti e procura di Castrovillari stanno indagando. Attualmente il figlio del sindaco gestisce amministrazioni condominiali e tutti sanno e possono vedere che hanno fatto il bello e il cattivo tempo con il bonus 110 insieme al famigerato Minò, ex responsabile del settore urbanistica, iscritto nel registro degli indagati e all’ingegnere Biagio Iaquinta, che prima era “nemico” del sindaco ma che successivamente ha abbassato la testa, ovviamente dietro tornaconto. 
Alla luce degli ultimi avvenimenti, che hanno dimostrato quanto fosse vero ciò di cui scrivevamo da mesi sugli abusi edilizi e la sfacciataggine del sindaco, è impossibile non affondare il dito nella piaga e rivelare anche altri particolari, che a Crosia tutti conoscono ma che per ovvi motivi, nessuno può sbandierare. Perché è vero che la procura si sta muovendo ma è altrettanto vero che i cittadini non credono per niente al fatto che la “giustizia” trionfi, visto il mondo in cui viviamo…
Tutto parte dal padre del sindaco, ex elemento di spicco della ‘ndrangheta della costa jonica cosentina e non a caso chiamato da tutti don Ciccio Russo, che negli anni ‘80-‘90 fu sottoposto ad ordinanza di custodia cautelare.
Don Ciccio Russo gestiva in modo privato la macchina del Comune, quasi come se fosse cosa sua, e tutti non solo lo temevano ma pure lo acclamavano per qualche azione caritatevole di paranza che faceva. In perfetto stile “mammasantissima”.
Un immobile (di cui alleghiamo foto, una qui sopra e un’altra in copertina) decenni fa è stato sequestrato e poi confiscato dallo Stato, un ecomostro che rovina e deturpa il paesaggio in località Fiumarella, proprio dove sono state sequestrate le abitazioni per violazione di norme urbanistiche e disastro ambientale.
Il figlio Antonio, sindaco al terzo mandato, detto “zio Totonno”, porta avanti alla grande il cognome e la leggenda. Il sistema funziona così, ed è molto simile a quello di Cetto Laqualunque. Tu mi voti? E io ti sistemo a te e alla tua famiglia. Non mi voti? ‘Nto culo a tia e tutta a famigghia tua…
Concede licenze edilizie in cambio di “utilità” per usare un eufemismo e piano piano queste vicende stanno venendo alla luce.
Per dirvene una, dopo le ultime elezioni regionali, si è “vendicato” con la popolazione, dopo che né Forza Italia e né Fratelli d’Italia lo hanno voluto in lista. Perché persino due faccendieri corrotti come Gianluca Gallo ed Ernesto Rapani hanno evitato di “allearsi” con lui e allora zio Totonno si è vendicato con chi sapeva che aveva dato manforte a mister 20mila voti (Gallo) e all’imprenditore fallito (Rapani) ovvero dipendenti comunali trasferiti e demansionati, locali al mare tartassati e bastoni tra le ruote a più non posso a livello amministrativo. Così vanno le cose a Mirto Crosia, in attesa che qualcuno si “svegli” definitivamente.