Ernesto Carbone ormai è diventato un personaggio nazionale. Da quando ha twittato il celeberrimo “ciaone” per festeggiare il mancato raggiungimento del quorum al referendum sulle trivelle, non c’è più nessuno che non lo conosce. E che non lo definisce per quello che è.
Carbone in realtà sarebbe addirittura cosentino ma è trapiantato al Nord da una vita ed è stato eletto deputato lontano da Cosenza e dalla Calabria. I suoi legami dalle nostre parti, tuttavia, li mantiene eccome. A cominciare da quelli con il suo pigmalione politico, Ferdinando Aiello, per continuare con quelli che lo legano al potentissimo gruppo cariatese de iGreco, con i quali spesso e volentieri si fa fotografare.
Oggi Carbone torna a Cosenza e solo nella nostra realtà può capitare che un deputato del PD venga a presentare una lista che non è di partito ma evidentemente c’è più di un motivo perché lo faccia.
Uniti per la città (ovvero la lista che si presenta stasera alle 18,30 a piazza Kennedy alla presenza di Carbone) è la lista di Franco Bruno, il re del trasformismo, di qualche affliliato al gruppo iGreco, di Serafino Conforti e soprattutto di Franco Iacucci, uno dei fedelissimi di Palla Palla. Alla faccia della presunta lotta tra iGreco e Oliverio alla quale ormai credono solo i gonzi.
Si, perché Iacucci sponsorizza fortemente una sua preziosa amica in lista, in tandem con Serafino Conforti, contravvenendo agli ordini dello stesso Oliverio di sostenere Lorenzo Catizone, fratello di Eva e marito del giudice Loredana De Franco, Presidente del Tribunale di Castrovillari (se vi viene in mente di diffamare Oliverio in quel territorio andrete incontro a una sicura condanna…).
In questo quadretto, nel quale si perdono tutte le certezze, quella faccia di bronzo di Luigi Guglielmelli, destinato prima o poi a essere cacciato, deve stare per forza in silenzio.
Invece che fare voti alla sua lista di partito, Carbone li fa per una lista civica. Con Ciuccione e Iacucci.
Evidentemente al PD ci pensano Madame Fifì e marito, che hanno imbarcato la peggiore feccia della società cosentina.
Un insieme di intrighi, di ogni genere, che mostra che gente è questa. Gentaglia. Esattamente come quella che accompagna Occhiuto e Paolini. Tranne pochissime eccezioni.
Da vomito.