Calabria, media e potere. Motta al vetriolo su LaC: “Bottero come Natuzza, i giornalisti come Fantozzi”

In una lunga intervista rilasciata ad “Approdo Calabria” (Intervista Motta) Pasquale Motta è ritornato di recente a parlare delle vicende legate al suo addio a LaCNews con particolare riferimento al rapporto speciale tra il procuratore Gratteri e il nuovo vertice giornalistico del media, lobbista Paola Bottero.

Tu hai attaccato certi legami con l’ex Procuratore di Catanzaro da parte dei nuovi vertici di LaC e se fosse solo millantato credito?
Può darsi. Il problema però non è quanto millanta la Bottero, tanto per fare un nome, o quanto abbia potuto condizionare l’editore della mia ex testata questo suo millantare, questo ormai è storia nota. Quanto sia reale o meno questa ipotesi lo si comprenderà vivendo, quello che potrebbe rivelarsi grave, invece, è quanto di tutto ciò, abbia consapevolezza l’ex procuratore di Catanzaro, attualmente procuratore di Napoli. Se il procuratore dovesse essere pienamente consapevole di una tale circostanza, infatti, la vicenda sarebbe estremamente imbarazzante, oserei dire, sconveniente, almeno sotto il profilo deontologico ed etico per la sua funzione. Anche perché la signora Paola Bottero, è il direttore strategico di un gruppo economico. Una mansione che seppur nella struttura gerarchica delle imprese inesistente, tuttavia non ci vuole una zingara per comprendere che dietro questa originale aggettivazione, si nasconde un’antica professione, quella del lobbista. La Bottero fa lobbying per conto dell’azienda, ora una che al momento fa questo lavoro, in una regione come la Calabria e che contemporaneamente ostenta un rapporto speciale con un dei più influenti procuratori della Repubblica, qualche sospetto lo accende. Per carità può darsi che siano solo sensazioni. In un altro paese, tuttavia, il procuratore della Repubblica in questione, qualche chiarimento su di un rapporto del genere avrebbe dovuto darlo.

Insisti su questo rapporto speciale …
Certo che insisto, anche perché questa mia affermazione è suffragata da fatti, mica è un’ipotesi o, peggio, un pettegolezzo di paese. In diverse occasioni nella presentazione dei suoi libri, infatti, alcuni degli organizzatori degli eventi mi hanno confidato che l’ex procuratore di Catanzaro ha condizionato la sua presenza all’indicazione di avere come intervistatrice Paola Bottero. Parlo con cognizione di causa quindi. E d’altronde, lei non fa mistero di tutto ciò, anzi lo ostenta.

Sì, però lei è anche giornalista
E qui casca l’asino è normale che nel maggiore network editoriale della regione chi ricopre una funzione esecutiva di tipo economico continui a esercitare il ruolo di giornalista? Ti risulta che in Mediaset, in Rai, i direttori generali, i membri del CdA conducano format di tipo giornalistico? Figuriamoci se poi questa funzione la esercita una lobbista. Quale autonomia, quale indipendenza può avere un giornalista verso il potere, se è anche un procacciatore di affari aziendali o personali? E i risultati si vedono.

Cosa non ti convince nel giornalismo della Bottero?


Per la verità oggi è il caso di dire nel giornalismo di LaC, visto che il marito del direttore strategico è anche il direttore responsabile. Ho avuto modo di vedere l’altra sera un’intervista (si fa per dire) all’ex ministro degli interni Marco Minniti da parte del direttore strategico Paola Bottero, un’intervista strombazzata e promossa in tutte le salse prima e dopo. Il merito e i termini di quell’intervista hanno veramente qualcosa di scandaloso sotto il profilo giornalistico. Abbiamo assistito ad una sequenza di domande formulate dal direttore strategico tutta dondolante su di una poltrona, che definire penose è un eufemismo. Un pugno allo stomaco per coloro che cercano di esercitare questo mestiere mettendo in pratica i rudimenti del giornalismo. Mi chiedo: quale giornalista che per una trentina minuti si ritrova davanti colui che negli ultimi anni è stato il responsabile della sicurezza e che ha attuato un accordo controverso con la Libia contestato anche dal Santo Padre, che attualmente è responsabile di una fondazione di “Leonardo” che si occupa di Medio Oriente nel mentre siamo nel pieno di una guerra disastrosa e non gli rivolgi domande su questioni come queste?

ANCHE IL PAPA SCARICA MINNITI (https://www.iacchite.blog/firenze-pace-e-migranti-anche-il-papa-scarica-minniti-e-le-sue-armi/)

E, ancora, qualcosa sulle macerie politiche della sinistra in Calabria non sarebbe stato opportuno chiedere? Niente di niente. In compenso, la Bottero però, ci ha deliziato sui riccioli biondi di Minniti di un tempo che fu e su altre amenità del genere. Domande assolutamente inconcludenti e sguaiate, degne del peggior giornalismo gossipparo. Una testata seria, di fronte ad un’intervista del genere avrebbe accompagnato la giornalista alla porta.

Ma nel nostro caso, il direttore responsabile è anche il marito dell’intervistatrice, che a sua volta è un superiore del direttore responsabile, perché è la direttrice strategica del network, l’editore in cima al vertice non parla, forse perché è convinto che la Bottero possa essere come Natuzza di Mileto e che possa fare miracoli nelle cittadelle giudiziarie delle città di San Vitaliano e San Gennaro. E così tutto va bene madama la marchesa. Non solo, dulcis in fundo, scomodano Massimo Clausi, una volta acuto notista politica del “Il Quotidiano del Sud” che viene costretto a tirare fuori un’analisi sul nulla cosmico di quella intervista. Ragazzi su, facciamo i cronisti, oppure vi siete ridotti alla copia tragicomica del miglior ragionier Fantozzi?