(DI STEFANIA MAURIZI – ilfattoquotidiano.it) – È l’opera su cui il ministro Matteo Salvini ha puntato tutto: il Ponte sullo Stretto. E in un’inchiesta giornalistica di oltre un’ora che va in onda stasera, Report torna a occuparsene con un potente servizio a firma di Danilo Procaccianti, che disseziona il progetto e cita i cablo della diplomazia americana, rivelati da WikiLeaks. Sì, perché i 251.287 cablogrammi, che sono tra i documenti per cui Julian Assange rischia 175 anni di prigione negli Stati Uniti, permettono di ricostruire la saga del Ponte fin da quando era segretario di Stato Henry Kissinger.
I cablo rivelano che già dal 1974 la diplomazia americana si è occupata dell’opera: un documento firmato da Kissinger, fa emergere l’interesse della società americana Blair Birdsall of Steinman, Boyton, Gronquist & London per i contratti per lo studio della fattibilità e della progettazione del Ponte. Blair Birdsall era il cosiddetto “Mr. Bridge”, un ingegnere che ha costruito ponti leggendari come il Golden Gate di San Francisco. Nel 1988 l’azienda di Birdsall venne acquisita dal Parsons Transportation Group. E anche quest’ultima azienda è nei cablo: secondo un documento a firma dell’ambasciatore americano a Roma, inviato dall’amministrazione di George W. Bush, Ronald Spogli, nel 2005 “Parsons chiese assistenza al Foreign Commercial Service per coordinare il supporto dell’ambasciata per la sua gara”.
Parsons, scriveva Spogli, competeva per la gara di Project management consulting del Ponte, contro due consorzi di imprese italiane-francesi. Tutte le grandi aziende che competono per importanti gare internazionali chiedono e possono contare sull’aiuto della diplomazia del loro Stato, ma quella americana non è una diplomazia qualsiasi: è quella di una superpotenza con risorse, influenza e informazioni di intelligence senza eguali.
Nel 2006, Parsons vinse la gara e oggi, che il progetto del Ponte sullo Stretto è stato riesumato, svolge la funzione di Project Management Consultant per la realizzazione dell’opera, secondo quanto ha confermato al Fatto la Società Stretto di Messina.
Alla nostra richiesta di sapere in cosa consista esattamente questa funzione, la Società Stretto di Messina ha risposto: “Scelto con gara internazionale, il Project management consultant svolge tutte le attività di assistenza tecnica, amministrativa, gestionale e ambientale occorrenti a Stretto di Messina, in relazione alla progettazione definitiva ed esecutiva e alla realizzazione dell’opera: non solo per il ponte sospeso, ma per tutti i collegamenti stradali e ferroviari con le infrastrutture esistenti, e per le Opere e Misure mitigatrici e compensative dell’Impatto ambientale, territoriale e sociale. Svolge inoltre attività di controllo e verifica sul Monitore ambientale, determinando un miglior coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione dell’opera”.
Il Fatto ha provato a contattare il Dipartimento di Stato per chiedere in cosa consistesse esattamente l’aiuto del Foreign Commercial Service alla Parsons per la gara. Il Dipartimento di Stato ci ha rimandato al Dipartimento del Commercio Usa, che ci ha rimandato all’ambasciata americana a Roma, ovvero al Dipartimento di Stato.
Il Parsons Trasportation Group è la divisione trasporti della Parsons Corporation, che è uno dei grandi contractor del governo americano e opera in molti settori: nel 2023, era nella classifica dei 100 top contractor della difesa degli Stati Uniti, con contratti importanti nella cybersicurezza e nell’intelligence. E questo, per una regione come la Sicilia, con basi e strutture cruciali per il Pentagono e per l’intelligence Usa, può essere rilevante.